L’area fra Tanaro e Po nel Piemonte centrale, oggi identificabile con il Basso Monferrato, si colloca in posizione geografica tale da predisporla all’attraversamento sin dal primo Medioevo. I percorsi di terra e di acqua che vi si intrecciavano sono collegati al transito di merci e persone verso porti liguri, Francia o pianura padana. Non è un caso che già nell’VIII secolo fra gli astigiani si annoverino dei negotiatores. Per verificarne la compatibilità col complesso trasporto di pietre da architettura e scultura, detta viabilità è stata investigata in modo storico, petrografico e architettonico (chiese coeve con ugual litotipo negli apparati plastici si relazionano in termini di causa/effetto all’andamento del percorso con origine in cava). Essendo scarsa e frammentaria ogni documentazione diretta, l’indagine è stata condotta attraverso le fonti statutarie disponibili per i secoli dal XII al XV. Datata all’interno del periodo, è stata creata una carta tematica sinottica dei risultati ottenuti o verificati, partendo dal concetto di area di strada espresso da Sergi. Sono stati individuati capitoli statutari che intervengono sulla viabilità secondo disposizioni generali, norme prescrittive e divieti. Camino regola la larghezza minima della strada: “[…] et via [pubblica] debeat esse ad minus Trabuchi J.” (1270-1400). In Masio si deduce la consistenza del fondo stradale: “[…] se qualcuno togliesse terra da detta via o facesse un fossato paghi una multa […]” (1372). I dati utili desunti dalle norme statutarie sono stati raffrontati con quelli materiali sulle architetture medievali dell’area, raccolti in precedenti ricerche personali, e con la storia del territorio. Da una fase di controllo esercitato da comuni, vescovi e signori si giunge agli assetti determinati dalle dinastie di Paleologi, Savoia, Visconti ed Orléans. Emergono diverse gestioni di viabilità e manutenzioni, queste ultime a carico delle comunità. Traspare la difficoltà organizzativa dovuta all’assenza di un sistema centrale sul tipo romano.
Viabilità antica a servizio di architettura e scultura: il caso del Piemonte centrale trattato tramite statuti medievali / Finco, Luca - In: .3° Ciclo di Studi Medievali. Atti del Convegno (Firenze, 8-10 settembre 2017) / NUME - Nuovo Medioevo. Gruppo di ricerca sul medioevo latino. - STAMPA. - Arcore (MB) : Edizioni EBS Print, 2017. - ISBN 9788893492287. - pp. 505-527
Viabilità antica a servizio di architettura e scultura: il caso del Piemonte centrale trattato tramite statuti medievali
luca finco
2017
Abstract
L’area fra Tanaro e Po nel Piemonte centrale, oggi identificabile con il Basso Monferrato, si colloca in posizione geografica tale da predisporla all’attraversamento sin dal primo Medioevo. I percorsi di terra e di acqua che vi si intrecciavano sono collegati al transito di merci e persone verso porti liguri, Francia o pianura padana. Non è un caso che già nell’VIII secolo fra gli astigiani si annoverino dei negotiatores. Per verificarne la compatibilità col complesso trasporto di pietre da architettura e scultura, detta viabilità è stata investigata in modo storico, petrografico e architettonico (chiese coeve con ugual litotipo negli apparati plastici si relazionano in termini di causa/effetto all’andamento del percorso con origine in cava). Essendo scarsa e frammentaria ogni documentazione diretta, l’indagine è stata condotta attraverso le fonti statutarie disponibili per i secoli dal XII al XV. Datata all’interno del periodo, è stata creata una carta tematica sinottica dei risultati ottenuti o verificati, partendo dal concetto di area di strada espresso da Sergi. Sono stati individuati capitoli statutari che intervengono sulla viabilità secondo disposizioni generali, norme prescrittive e divieti. Camino regola la larghezza minima della strada: “[…] et via [pubblica] debeat esse ad minus Trabuchi J.” (1270-1400). In Masio si deduce la consistenza del fondo stradale: “[…] se qualcuno togliesse terra da detta via o facesse un fossato paghi una multa […]” (1372). I dati utili desunti dalle norme statutarie sono stati raffrontati con quelli materiali sulle architetture medievali dell’area, raccolti in precedenti ricerche personali, e con la storia del territorio. Da una fase di controllo esercitato da comuni, vescovi e signori si giunge agli assetti determinati dalle dinastie di Paleologi, Savoia, Visconti ed Orléans. Emergono diverse gestioni di viabilità e manutenzioni, queste ultime a carico delle comunità. Traspare la difficoltà organizzativa dovuta all’assenza di un sistema centrale sul tipo romano.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2709965
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