I temi della valorizzazione e in particolare della gestione dei patrimoni –nello specifico storici e di grandi entità- è di forte attualità, in particolare a partire da una stagione di provvedimenti legislativi a carattere nazionale e internazionale (Codice Beni Culturali, provvedimenti “Sistema Paese” sui Beni demaniali, accento sul “Riuso” dei patrimoni storici da parte di enti nazionali quali il CNAPPC, ecc.) che, almeno sulla carta, li hanno individuati come temi centrali. I momenti non solo del loro censimento, conoscenza e messa in efficienza, ma anche quello del loro mantenimento nel tempo e della loro gestione vedono come fase centrale quella della individuazione della funzione, compatibile con le caratteristiche degli edifici e con quelle dei contesti. Ragionamenti ormai consolidati per la categoria dei beni culturali -in particolare pubblici e demaniali e ancor più per le funzioni museali- che, se trasferiti al segmento del patrimonio architettonico religioso, aprono spazi di ricerca e di sperimentazione con caratteri di innovazione e originalità. In particolare, due i temi specifici di indagine che si vogliono illustrare nel dettaglio per futuri sviluppi di ricerca nel seno delle discipline estimativo-gestionali: 1. in ottica INSPIRE, l’interoperabilità delle banche dati conoscitive del patrimonio religioso, richiesta dagli standard internazionali di catalogazione (ICCD), con attenzione sui metadati relativi alla natura giuridica dei proprietari, gestori, concessionari, ecc., alla natura vincolistica (ove presente), allo stato di conservazione, ai costi parametrici d’investimento e di manutenzione; 2. il monitoraggio delle attività e la loro gestione in termini di efficacia ed efficienza, in una logica “di qualità”, secondo gli indicatori e gli standard testati a livello internazionale –nel campo museale- nei processi di accreditamento. Tali declinazioni, apparentemente settoriali, se analizzate consapevolmente nelle fasi preliminari agli interventi di adeguamento e/o trasformazione, hanno delle ricadute significative nelle strategie di valorizzazione dei patrimoni, consentendo di avere un quadro analitico –ancorchè complesso- su cui individuare un elenco di priorità di intervento, per la quantificazione parametrica delle risorse finanziarie da investire e da ricercare secondo le attuali tecniche del fundraising.

Patrimoni religiosi: temi "antichi" per strategie nuove di gestione e valorizzazione / Coscia, Cristina - In: Patrimonio architettonico religioso. Nuove funzioni e processi di trsformazione / Bartolozzi C.. - STAMPA. - roma : gangemi editore, 2016. - ISBN 978-88-492-3453-4. - pp. 337-344

Patrimoni religiosi: temi "antichi" per strategie nuove di gestione e valorizzazione

COSCIA, CRISTINA
2016

Abstract

I temi della valorizzazione e in particolare della gestione dei patrimoni –nello specifico storici e di grandi entità- è di forte attualità, in particolare a partire da una stagione di provvedimenti legislativi a carattere nazionale e internazionale (Codice Beni Culturali, provvedimenti “Sistema Paese” sui Beni demaniali, accento sul “Riuso” dei patrimoni storici da parte di enti nazionali quali il CNAPPC, ecc.) che, almeno sulla carta, li hanno individuati come temi centrali. I momenti non solo del loro censimento, conoscenza e messa in efficienza, ma anche quello del loro mantenimento nel tempo e della loro gestione vedono come fase centrale quella della individuazione della funzione, compatibile con le caratteristiche degli edifici e con quelle dei contesti. Ragionamenti ormai consolidati per la categoria dei beni culturali -in particolare pubblici e demaniali e ancor più per le funzioni museali- che, se trasferiti al segmento del patrimonio architettonico religioso, aprono spazi di ricerca e di sperimentazione con caratteri di innovazione e originalità. In particolare, due i temi specifici di indagine che si vogliono illustrare nel dettaglio per futuri sviluppi di ricerca nel seno delle discipline estimativo-gestionali: 1. in ottica INSPIRE, l’interoperabilità delle banche dati conoscitive del patrimonio religioso, richiesta dagli standard internazionali di catalogazione (ICCD), con attenzione sui metadati relativi alla natura giuridica dei proprietari, gestori, concessionari, ecc., alla natura vincolistica (ove presente), allo stato di conservazione, ai costi parametrici d’investimento e di manutenzione; 2. il monitoraggio delle attività e la loro gestione in termini di efficacia ed efficienza, in una logica “di qualità”, secondo gli indicatori e gli standard testati a livello internazionale –nel campo museale- nei processi di accreditamento. Tali declinazioni, apparentemente settoriali, se analizzate consapevolmente nelle fasi preliminari agli interventi di adeguamento e/o trasformazione, hanno delle ricadute significative nelle strategie di valorizzazione dei patrimoni, consentendo di avere un quadro analitico –ancorchè complesso- su cui individuare un elenco di priorità di intervento, per la quantificazione parametrica delle risorse finanziarie da investire e da ricercare secondo le attuali tecniche del fundraising.
2016
978-88-492-3453-4
Patrimonio architettonico religioso. Nuove funzioni e processi di trsformazione
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