Esiste una tradizione piemontese, solo in parte oggi perduta, legata allo sfruttamento delle fonti termali per scopi curativi (si pensi al basso alessandrino e al cuneese con i casi di Acqui Terme, Lurisia, Vinadio, Valdieri). Accanto a luoghi con una storia secolare legata al termalismo, nel corso della seconda metà del XIX secolo, si aprono moderni stabilimenti idroterapici, voluti da medici piemontesi pionieri nella disciplina dell’idroterapia, (Voltaggio nel basso alessandrino, Oropa, Cossila, Biella Piazzo, Graglia, Andorno nel biellese). Si delinea una strada italiana, o meglio ancora piemontese, di studi sull’idroterapia con trattamenti più dolci e più articolati nell’uso delle differenti temperature rispetto alla scuola tedesca. Inizia il cammino che in cinquant’anni porterà dallo stabilimento idroterapico esclusivamente finalizzato alla cura delle più differenti patologie, all’albergo con annesse cure idroterapiche; si passa dall’aspetto puramente medico a quello turistico. I trattamenti sono sempre più specialistici e numerosi: trattamenti con l’acqua gelata, ma anche con acqua tiepida e calda. Le spugnature sono alternate a massaggi; i getti sono modulati nell’intensità, le docce intervallate a bagni totali e parziali, al nuoto in piccole piscine, impacchi e frizioni. Sempre in Piemonte, e non solo, alle cure idroterapiche si affianca una stretta disciplina alimentare con una serie di cure di supporto (elettrica, massoterapica, pneumoterapica, elioterapica, inalatoria) in appositi ambulatori: i pazienti sono tenuti a bere le acque curative, ma spesso anche latte appena munto. Al modello salutista si affianca la funzione turistica. Sono costruiti alberghi, grand hotel, spazi per la socializzazione, sale da gioco, piccoli teatri e arene estive, spazi per praticare sport all’aria aperta, giardini e parchi per lunghe passeggiate. I piccoli centri urbani limitrofi agli stabilimenti idroterapici e alle terme devono velocemente adeguarsi alla “moderna invasione” dei villeggianti dotandosi di adeguate strutture ricettive e allacciandosi alla rete viaria e ferroviaria in espansione.
"Vivo in mezzo all'acqua a tutte le temperature". Cure termali e stabilmenti idroterapici in Piemonte tra XIX e XX secolo / Dameri, Annalisa; Stella, FEDERICA MARISANNA PALMIRA; Verra, M. (ASUP ANNUARIO DI STORIA DELL'URBANISTICA E DEL PAESAGGIO). - In: Urbanistica per la villeggiatura e per il turismo nel NovecentoSTAMPA. - Firenze : EMME BI edizioni Firenze, 2016. - ISBN 9788898019434. - pp. 362-372
"Vivo in mezzo all'acqua a tutte le temperature". Cure termali e stabilmenti idroterapici in Piemonte tra XIX e XX secolo
DAMERI, Annalisa;STELLA, FEDERICA MARISANNA PALMIRA;
2016
Abstract
Esiste una tradizione piemontese, solo in parte oggi perduta, legata allo sfruttamento delle fonti termali per scopi curativi (si pensi al basso alessandrino e al cuneese con i casi di Acqui Terme, Lurisia, Vinadio, Valdieri). Accanto a luoghi con una storia secolare legata al termalismo, nel corso della seconda metà del XIX secolo, si aprono moderni stabilimenti idroterapici, voluti da medici piemontesi pionieri nella disciplina dell’idroterapia, (Voltaggio nel basso alessandrino, Oropa, Cossila, Biella Piazzo, Graglia, Andorno nel biellese). Si delinea una strada italiana, o meglio ancora piemontese, di studi sull’idroterapia con trattamenti più dolci e più articolati nell’uso delle differenti temperature rispetto alla scuola tedesca. Inizia il cammino che in cinquant’anni porterà dallo stabilimento idroterapico esclusivamente finalizzato alla cura delle più differenti patologie, all’albergo con annesse cure idroterapiche; si passa dall’aspetto puramente medico a quello turistico. I trattamenti sono sempre più specialistici e numerosi: trattamenti con l’acqua gelata, ma anche con acqua tiepida e calda. Le spugnature sono alternate a massaggi; i getti sono modulati nell’intensità, le docce intervallate a bagni totali e parziali, al nuoto in piccole piscine, impacchi e frizioni. Sempre in Piemonte, e non solo, alle cure idroterapiche si affianca una stretta disciplina alimentare con una serie di cure di supporto (elettrica, massoterapica, pneumoterapica, elioterapica, inalatoria) in appositi ambulatori: i pazienti sono tenuti a bere le acque curative, ma spesso anche latte appena munto. Al modello salutista si affianca la funzione turistica. Sono costruiti alberghi, grand hotel, spazi per la socializzazione, sale da gioco, piccoli teatri e arene estive, spazi per praticare sport all’aria aperta, giardini e parchi per lunghe passeggiate. I piccoli centri urbani limitrofi agli stabilimenti idroterapici e alle terme devono velocemente adeguarsi alla “moderna invasione” dei villeggianti dotandosi di adeguate strutture ricettive e allacciandosi alla rete viaria e ferroviaria in espansione.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2671078
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