L’idea per la tesi nasce da una mostra all’Accademia Albertina di Torino «L’URSS anni ’30. Paesaggi dell’utopia staliniana» in cui la ricca raccolta di disegni interpretava fedelmente dal punto di vista storico il binomio monumentalità-potere che diverrà l’esito della ricerca. Il mio studio analizza anzitutto i disegni, del Costruttivismo russo e del Futurismo, movimenti entrambi contrari al potere costituito, nei quali le forme dell’architettura e quelle della rappresentazione alternano fasi di accenni monumentalistici a fasi di sperimentalismo astratto. Situazione opposta viene poi verificata durante il regime staliniano in Russia e quello mussoliniano in Italia. Nella grafica la ricerca espressiva si concentra nell’esaltare i simboli del potere, caricando di valori simbolici le architetture, che trovano la loro principale valenza espressiva nella monumentalità. Attraverso due realtà contemporanee, confrontabili sia per alcuni aspetti legati al potere politico, sia per le manifestazioni espressive dei disegni d’architettura, dalla tesi sono emerse dinamiche fenomenologiche che hanno portato a verificare veri e propri canoni ideologico-stilistici adottati dai vari architetti, che definiscono il legame tra il potere e la rappresentazione, esaltando alcuni specifici caratteri estetici voluti dai detentori del potere.

Il disegno per la rappresentazione dei segni del potere nell'architettura e nella città moderna: i casi della Russia e dell'Italia / Davico, Pia. - (2000).

Il disegno per la rappresentazione dei segni del potere nell'architettura e nella città moderna: i casi della Russia e dell'Italia

DAVICO, PIA
2000

Abstract

L’idea per la tesi nasce da una mostra all’Accademia Albertina di Torino «L’URSS anni ’30. Paesaggi dell’utopia staliniana» in cui la ricca raccolta di disegni interpretava fedelmente dal punto di vista storico il binomio monumentalità-potere che diverrà l’esito della ricerca. Il mio studio analizza anzitutto i disegni, del Costruttivismo russo e del Futurismo, movimenti entrambi contrari al potere costituito, nei quali le forme dell’architettura e quelle della rappresentazione alternano fasi di accenni monumentalistici a fasi di sperimentalismo astratto. Situazione opposta viene poi verificata durante il regime staliniano in Russia e quello mussoliniano in Italia. Nella grafica la ricerca espressiva si concentra nell’esaltare i simboli del potere, caricando di valori simbolici le architetture, che trovano la loro principale valenza espressiva nella monumentalità. Attraverso due realtà contemporanee, confrontabili sia per alcuni aspetti legati al potere politico, sia per le manifestazioni espressive dei disegni d’architettura, dalla tesi sono emerse dinamiche fenomenologiche che hanno portato a verificare veri e propri canoni ideologico-stilistici adottati dai vari architetti, che definiscono il legame tra il potere e la rappresentazione, esaltando alcuni specifici caratteri estetici voluti dai detentori del potere.
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