Già durante la fase di redazione della prima antologia dedicata ai temi della tipologia architettonica e della morfologia urbana è apparso subito evidente che si è trattato di un dibattito allargato, partito dagli studi italiani ma ben presto recepito e rielaborato in diversi paesi europei e negli Stati Uniti. Il volume è poi uscito con il titolo “Tipologia architettonica e morfologia urbana. Il dibattito italiano. Antologia 1960-1980”, ma già si prevedeva di far seguire un secondo volume dedicato al dibattito internazionale e alla ricezione ed evoluzione delle nozioni di tipo e di forma applicate all’architettura e alla città. Sono infatti molti gli autori stranieri che negli stessi anni o in quelli immediatamente successivi fanno riferimento diretto ad alcuni scritti degli autori italiani già analizzati e inseriti nel primo libro. Tra gli autori più menzionati si trovano Argan, Muratori, Aymonino, Rossi o Grassi. Tra i testi più citati vi sono “Studi per una operante storia urbana di Venezia” (1959), “L’architettura della città” (1966), “La costruzione logica dell’architettura” (1967), “La città di Padova” (1970). Ed è interessante vedere come questi libri vengano letti e recepiti in modo diverso nei differenti contesti culturali e nazionali. Questa diversità è legata certamente a una elaborazione disciplinare, ma a volte esiste anche uno scarto temporale, dovuto all’assenza o al ritardo delle traduzioni in lingua straniera. Il libro raccoglie contributi di storici e critici dell’architettura, come Anthony Vidler, Mary McLeod o Stanford Anderson – il cui punto di vista serve a chiarire i termini del discorso e a storicizzarlo – ma anche di architetti che lavorano nella progettazione architettonica e urbana, come di Rafael Moneo, Steven Holl, Peter Eisenman o Philippe Panerai, che riflettono invece sull’uso della nozione di tipo di alcuni architetti italiani ma ne danno anche autonome interpretazioni. Si parla, in ogni caso, di tipi al plurale, mostrando come oltre all’accezione oramai canonica di tipologia e morfologia, fornita dal dibattito italiano, ne siano nate altre, legate, per esempio, alle pratiche compositive del Postmoderno (il frammento, la citazione, il collage).

Tipo Forma Figura. Il dibattito internazionale 1970-1990 / Malcovati, Silvia. - STAMPA. - unico:(2016), pp. 1-358.

Tipo Forma Figura. Il dibattito internazionale 1970-1990.

MALCOVATI, SILVIA
2016

Abstract

Già durante la fase di redazione della prima antologia dedicata ai temi della tipologia architettonica e della morfologia urbana è apparso subito evidente che si è trattato di un dibattito allargato, partito dagli studi italiani ma ben presto recepito e rielaborato in diversi paesi europei e negli Stati Uniti. Il volume è poi uscito con il titolo “Tipologia architettonica e morfologia urbana. Il dibattito italiano. Antologia 1960-1980”, ma già si prevedeva di far seguire un secondo volume dedicato al dibattito internazionale e alla ricezione ed evoluzione delle nozioni di tipo e di forma applicate all’architettura e alla città. Sono infatti molti gli autori stranieri che negli stessi anni o in quelli immediatamente successivi fanno riferimento diretto ad alcuni scritti degli autori italiani già analizzati e inseriti nel primo libro. Tra gli autori più menzionati si trovano Argan, Muratori, Aymonino, Rossi o Grassi. Tra i testi più citati vi sono “Studi per una operante storia urbana di Venezia” (1959), “L’architettura della città” (1966), “La costruzione logica dell’architettura” (1967), “La città di Padova” (1970). Ed è interessante vedere come questi libri vengano letti e recepiti in modo diverso nei differenti contesti culturali e nazionali. Questa diversità è legata certamente a una elaborazione disciplinare, ma a volte esiste anche uno scarto temporale, dovuto all’assenza o al ritardo delle traduzioni in lingua straniera. Il libro raccoglie contributi di storici e critici dell’architettura, come Anthony Vidler, Mary McLeod o Stanford Anderson – il cui punto di vista serve a chiarire i termini del discorso e a storicizzarlo – ma anche di architetti che lavorano nella progettazione architettonica e urbana, come di Rafael Moneo, Steven Holl, Peter Eisenman o Philippe Panerai, che riflettono invece sull’uso della nozione di tipo di alcuni architetti italiani ma ne danno anche autonome interpretazioni. Si parla, in ogni caso, di tipi al plurale, mostrando come oltre all’accezione oramai canonica di tipologia e morfologia, fornita dal dibattito italiano, ne siano nate altre, legate, per esempio, alle pratiche compositive del Postmoderno (il frammento, la citazione, il collage).
2016
978-88-97748-80-9
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