Il nuovo Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista e della Città di Torino, in sostituzione del vecchio nosocomio in posizione infelice, sorge per volere della Seconda Reggente, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, in un luogo arioso, salubre, in un grande isolato nel II ampliamento della capitale, Torino, non lontano dalla nuova cortina muraria, e con un progetto innovatore, dovuto ad Amedeo di Castellamonte. Sulla base di molte fonti documentarie edite si ricostruiscono le vicende della fondazione, ma sulla scorta di fonti inedite si segnala anche l'indubbio debito nei confronti di un altro nosocomio cittadino, l'Ospedale Magistrale della Sacra Religione dei Santi Maurizio e Lazzaro (Ordine Mauriziano), al cui cantiere contribuisce - seppure con un ruolo ampiamente periferico - lo stesso Castellamonte. Le scelte per la facciata "in forma di palazzo" e il "pubblico ornamento" della città sono poi discusse nel passaggio dei nosocomi da luoghi di segregazione a vere e proprie "machines à guérir".
Un palazzo grandioso per il pubblico «conforto» e l’«ornamento della città»: l’Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista / Devoti, Chiara - In: Carlo e Amedeo di Castellamonte 1571-1683, ingegneri e architetti per i duchi di Savoia / Merlotti A., Roggero C. (a cura di). - STAMPA. - Roma : Campisano editore, 2016. - ISBN 978-88-98229-57-4. - pp. 239-254
Un palazzo grandioso per il pubblico «conforto» e l’«ornamento della città»: l’Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista
DEVOTI, CHIARA
2016
Abstract
Il nuovo Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista e della Città di Torino, in sostituzione del vecchio nosocomio in posizione infelice, sorge per volere della Seconda Reggente, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, in un luogo arioso, salubre, in un grande isolato nel II ampliamento della capitale, Torino, non lontano dalla nuova cortina muraria, e con un progetto innovatore, dovuto ad Amedeo di Castellamonte. Sulla base di molte fonti documentarie edite si ricostruiscono le vicende della fondazione, ma sulla scorta di fonti inedite si segnala anche l'indubbio debito nei confronti di un altro nosocomio cittadino, l'Ospedale Magistrale della Sacra Religione dei Santi Maurizio e Lazzaro (Ordine Mauriziano), al cui cantiere contribuisce - seppure con un ruolo ampiamente periferico - lo stesso Castellamonte. Le scelte per la facciata "in forma di palazzo" e il "pubblico ornamento" della città sono poi discusse nel passaggio dei nosocomi da luoghi di segregazione a vere e proprie "machines à guérir".Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2641175
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