Il Comune sparso di Montecrestese (VB) possiede forse il piú straordinario patrimonio di borgate medievali in pietra dell’Ossola. Ghesio, composto da nove edifici, è stato disabitato per piú di cent’anni. Nell’area circostante, anch’essa rinaturalizzata, sono ancora rintracciabili muri in pietra di sostegno dei terrazzamenti. L’Associazione Canova, fondata nel 2001, ha come scopi principali la conservazione, il recupero e la valorizzazione dell’architettura rurale in pietra nell’Ossola. È membro ICOMOS e INTBAU. Organizza ogni anno un Incontro al quale partecipano a proprie spese architetti ed esperti di conservazione del patrimonio del massimo livello internazionale. Organizza campi scuola che hanno coinvolto, tra l’altro, Yestermorrow, Willowbank, l’Università dell’Oregon, l’Università della Carolina del Nord, il Politecnico di Milano e il Politecnico di Torino. I partecipanti lavorano al recupero di costruzioni apprendendo tecniche dell’architettura tradizionale ossolana. Canova ha scelto Ghesio come “villaggio laboratorio”, luogo ideale per la ricerca sull’architettura tradizionale in pietra. Un luogo con diverse condizioni di degrado, dove sperimentare in presa diretta, in scala 1:1, azioni dimostrative in due ambiti tra loro integrati: 1. la formazione attraverso il contatto diretto con gli edifici storici: per capirli e imparare a intervenire su di essi; 2. l’esperienza di come si possa vivere oggi in tale contesto. Il punto 2. consiste in un progetto di rivitalizzazione di un villaggio montano, inteso non solo come bene storico-culturale ma anche come patrimonio che offre potenzialità insediative di qualità per la residenza e per attività economiche, dove praticare un nuovo stile di vita. Quindi, da una parte, si pone il problema della capacità degli edifici tradizionali di: integrabilità di impianti e servizi, che nascono dalle odierne modalità dell’abitare; compatibilità con le richieste contraddittorie da parte di numerose norme (quali quelle sismiche ed energetiche). L’approccio più realistico, nonché coerente con i principi della tradizione, è intervenire secondo i principi della massima comprensione e del minimo intervento. Dall’altra, si tratta di concepire un progetto di sviluppo sostenibile che comprende, tra l’altro: la limitazione dei consumi di energia e la produzione sostenibile di energia a partire dalle risorse rinnovabili disponibili localmente; lo sviluppo di attività economiche, tradizionali e nuove, compatibili con l’accessibilità e con il contesto; la produzione agricola finalizzata all’autoconsumo e allo scambio.
Il recupero di un'antica borgata in pietra dell'Ossola: Ghesc, 'villaggio laboratorio' / Bocco, Andrea - In: Studi e ricerche per il sistema territoriale alpino occidentale / Devoti C., Naretto M., Volpiano M. (a cura di). - STAMPA. - Gubbio : ANCSA - Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici, 2015. - ISBN 9788894108002. - pp. 283-307
Il recupero di un'antica borgata in pietra dell'Ossola: Ghesc, 'villaggio laboratorio'
BOCCO, Andrea
2015
Abstract
Il Comune sparso di Montecrestese (VB) possiede forse il piú straordinario patrimonio di borgate medievali in pietra dell’Ossola. Ghesio, composto da nove edifici, è stato disabitato per piú di cent’anni. Nell’area circostante, anch’essa rinaturalizzata, sono ancora rintracciabili muri in pietra di sostegno dei terrazzamenti. L’Associazione Canova, fondata nel 2001, ha come scopi principali la conservazione, il recupero e la valorizzazione dell’architettura rurale in pietra nell’Ossola. È membro ICOMOS e INTBAU. Organizza ogni anno un Incontro al quale partecipano a proprie spese architetti ed esperti di conservazione del patrimonio del massimo livello internazionale. Organizza campi scuola che hanno coinvolto, tra l’altro, Yestermorrow, Willowbank, l’Università dell’Oregon, l’Università della Carolina del Nord, il Politecnico di Milano e il Politecnico di Torino. I partecipanti lavorano al recupero di costruzioni apprendendo tecniche dell’architettura tradizionale ossolana. Canova ha scelto Ghesio come “villaggio laboratorio”, luogo ideale per la ricerca sull’architettura tradizionale in pietra. Un luogo con diverse condizioni di degrado, dove sperimentare in presa diretta, in scala 1:1, azioni dimostrative in due ambiti tra loro integrati: 1. la formazione attraverso il contatto diretto con gli edifici storici: per capirli e imparare a intervenire su di essi; 2. l’esperienza di come si possa vivere oggi in tale contesto. Il punto 2. consiste in un progetto di rivitalizzazione di un villaggio montano, inteso non solo come bene storico-culturale ma anche come patrimonio che offre potenzialità insediative di qualità per la residenza e per attività economiche, dove praticare un nuovo stile di vita. Quindi, da una parte, si pone il problema della capacità degli edifici tradizionali di: integrabilità di impianti e servizi, che nascono dalle odierne modalità dell’abitare; compatibilità con le richieste contraddittorie da parte di numerose norme (quali quelle sismiche ed energetiche). L’approccio più realistico, nonché coerente con i principi della tradizione, è intervenire secondo i principi della massima comprensione e del minimo intervento. Dall’altra, si tratta di concepire un progetto di sviluppo sostenibile che comprende, tra l’altro: la limitazione dei consumi di energia e la produzione sostenibile di energia a partire dalle risorse rinnovabili disponibili localmente; lo sviluppo di attività economiche, tradizionali e nuove, compatibili con l’accessibilità e con il contesto; la produzione agricola finalizzata all’autoconsumo e allo scambio.File | Dimensione | Formato | |
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