La conservazione del patrimonio culturale è uno dei problemi più complessi che la moderna civiltà si trovi a fronteggiare, poichè in essa si intrecciano, in un groviglio inestricabile, fattori di carattere culturale, umanistico, sociale, tecnico, economico e amministrativo. In ogni caso, molti monumenti, edifici monumentali, città e siti storici sono esposti a diversi rischi di carattere geotecnico, e dunque l’Ingegneria Geotecnica svolge un ruolo non insignificante nella loro salvaguardia. Gli interventi sul patrimonio culturale differiscono dai normali interventi di ingegneria nella concezione e nella realizzazione, in quanto soggetti al requisito stringente di rispettare l’integrità dell’oggetto. In quasi tutti i Paesi la salvaguardia è affidata a funzionari dell’area della Storia dell’Arte o dell’Archeologia, che generalmente hanno il controllo di ogni operazione e impongono vincoli e limitazioni spesso irragionevoli agli occhi dell’ingegnere. Quest’ultimo, a sua volta, tende ad applicare acriticamente procedimenti e tecniche concepite per le nuove costruzioni. Il conflitto fra sicurezza e conservazione deve dunque trovare un punto di equilibrio che, in assenza di una teoria univoca e universalmente accettata, richiede lo sviluppo di una cultura condivisa. La ISSMGE contribuisce a tale sviluppo con un Comitato Tecnico (il TC301 – Preservation of Monuments and Historic Sites), promosso oltre 25 anni fa da Jean Kerisel e Arrigo Croce e sponsorizzato dall’AGI. Nel corso degli anni, il confronto delle esperienze di tanti specialisti di diversi paesi ha mostrato quanto sia difficile mettere a punto norme o anche solo raccomandazioni in questo settore. In effetti, ciascun monumento è un oggetto unico, caratterizzato da una sua peculiare storia intessuta di un’intricata sovrapposizione di interventi, ritardi e interruzioni che in molti casi hanno consentito l’assestamento dei terreni di fondazione e il completamento dell’opera. Anche per questo tipo di storia, spesso conosciuta solo in parte, occorre evitare di decidere frettolosamente interventi di salvaguardia prima di aver compreso a fondo il comportamento del monumento. E’ allora evidente l’importanza di case histories ben documentate, che mettano a disposizione un inventario di problemi e di soluzioni, spesso sono molto più utili di in insieme di regole più o meno rigide.

Editoriale del numero speciale 1.2015 / Viggiani, Carlo; Lancellotta, Renato. - In: RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA. - ISSN 0557-1405. - STAMPA. - XLIX:1(2015), pp. 5-6.

Editoriale del numero speciale 1.2015

LANCELLOTTA, RENATO
2015

Abstract

La conservazione del patrimonio culturale è uno dei problemi più complessi che la moderna civiltà si trovi a fronteggiare, poichè in essa si intrecciano, in un groviglio inestricabile, fattori di carattere culturale, umanistico, sociale, tecnico, economico e amministrativo. In ogni caso, molti monumenti, edifici monumentali, città e siti storici sono esposti a diversi rischi di carattere geotecnico, e dunque l’Ingegneria Geotecnica svolge un ruolo non insignificante nella loro salvaguardia. Gli interventi sul patrimonio culturale differiscono dai normali interventi di ingegneria nella concezione e nella realizzazione, in quanto soggetti al requisito stringente di rispettare l’integrità dell’oggetto. In quasi tutti i Paesi la salvaguardia è affidata a funzionari dell’area della Storia dell’Arte o dell’Archeologia, che generalmente hanno il controllo di ogni operazione e impongono vincoli e limitazioni spesso irragionevoli agli occhi dell’ingegnere. Quest’ultimo, a sua volta, tende ad applicare acriticamente procedimenti e tecniche concepite per le nuove costruzioni. Il conflitto fra sicurezza e conservazione deve dunque trovare un punto di equilibrio che, in assenza di una teoria univoca e universalmente accettata, richiede lo sviluppo di una cultura condivisa. La ISSMGE contribuisce a tale sviluppo con un Comitato Tecnico (il TC301 – Preservation of Monuments and Historic Sites), promosso oltre 25 anni fa da Jean Kerisel e Arrigo Croce e sponsorizzato dall’AGI. Nel corso degli anni, il confronto delle esperienze di tanti specialisti di diversi paesi ha mostrato quanto sia difficile mettere a punto norme o anche solo raccomandazioni in questo settore. In effetti, ciascun monumento è un oggetto unico, caratterizzato da una sua peculiare storia intessuta di un’intricata sovrapposizione di interventi, ritardi e interruzioni che in molti casi hanno consentito l’assestamento dei terreni di fondazione e il completamento dell’opera. Anche per questo tipo di storia, spesso conosciuta solo in parte, occorre evitare di decidere frettolosamente interventi di salvaguardia prima di aver compreso a fondo il comportamento del monumento. E’ allora evidente l’importanza di case histories ben documentate, che mettano a disposizione un inventario di problemi e di soluzioni, spesso sono molto più utili di in insieme di regole più o meno rigide.
2015
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