Anche per questo Comune della cosiddetta “cintura” di Torino si è realizzata una fattiva collaborazione, già sperimentata in altre realtà piemontesi, tra ricercatori del Politecnico e Amministrazioni particolarmente attente a salvaguardare il proprio patrimonio culturale. Dalla collaborazione è nata le ricerca di cui il volume raccoglie i risultati. Una ricerca interdisciplinare tra le specifiche competenze nell'ambito del rilievo e analisi degli edifici e in quello del restauro, volta a individuare i valori storici residui, al fine di una loro conservazione e valorizzazione. Il caso di Rivalta è piuttosto complesso. E' un borgo antico, come attestano il monastero dell'XI secolo, il castello del XII e la cinta di mura con la torre-porta del ricetto tardo medievale. Rimasta con caratteristiche prettamente rurali fin oltre la metà del secolo scorso, nei due decenni successivi si è espansa in modo abnorme a causa della ricollocazione di grandi complessi industriali fuori Torino. Basti pensare che l'insediamento FIAT (1967) e di molti altri stabilimenti ha significato un aumento della popolazione di oltre il 400%. La situazione che ne è derivata, ed è tuttora coglibile, presenta un tessuto urbano più recente espanso a macchia d'olio intorno ai nuclei antichi, oggi parzialmente in condizioni di abbandono. L'identificazione specifica della fisionomia ambientale e architettonica di Rivalta non può tuttavia considerarsi come un caso a sé, prescindendo dal rilevarne la collocazione nell'hinterland di Torino, in funzione dei rapporti con la città della Mole. Questo perché, solo se inserito in un sistema ad ampio raggio, il piccolo Comune può aspirare ad ottenere risorse per tutelare i suoi beni culturali, interessanti ma non eccezionali. Tale analisi a scala territoriale introduce il capitolo di Pia Davico (Caratteri connotanti una città nell'area metropolitana torinese), che prende in considerazione la corona di insediamenti satellitari, classificandoli in categorie a seconda della minore o maggiore distanza dal capoluogo del Piemonte. Si constata come nel primo caso si sia verificata una saldatura dell’impianto urbanistico e del tessuto edilizio tra la grande e le piccole città, mentre nell’altro, come a Rivalta, l’identità comunale è tuttora coglibile nell’immagine ambientale, salvaguardando valenze paesaggistiche del territorio tra il Sangone e la collina morenica. Lo studio passa quindi all’analisi del sistema urbano, individuando elementi degni di conservazione sia nel nocciolo medievale sia nelle espansioni lungo le principali strade foranee, soprattutto nel settore ovest: un fenomeno iniziato a fine ‘700 e consolidatosi nel secolo successivo. Con un ulteriore salto di scala, il rilievo – critico e diretto – effettuato sull’architettura ha permesso di selezionare complessi edilizi, singoli manufatti ed elementi costruttivi di indiscutibile pregio storico-ambientale, che si auspica possano essere valorizzati.

Rivalta, un Comune dell'hinterland torinese da conoscere e valorizzare / Bonfanti, Cristina; Davico, Pia; Mattone, Manuela. - ELETTRONICO. - (2014), pp. 1-182.

Rivalta, un Comune dell'hinterland torinese da conoscere e valorizzare

BONFANTI, CRISTINA;DAVICO, PIA;MATTONE, MANUELA
2014

Abstract

Anche per questo Comune della cosiddetta “cintura” di Torino si è realizzata una fattiva collaborazione, già sperimentata in altre realtà piemontesi, tra ricercatori del Politecnico e Amministrazioni particolarmente attente a salvaguardare il proprio patrimonio culturale. Dalla collaborazione è nata le ricerca di cui il volume raccoglie i risultati. Una ricerca interdisciplinare tra le specifiche competenze nell'ambito del rilievo e analisi degli edifici e in quello del restauro, volta a individuare i valori storici residui, al fine di una loro conservazione e valorizzazione. Il caso di Rivalta è piuttosto complesso. E' un borgo antico, come attestano il monastero dell'XI secolo, il castello del XII e la cinta di mura con la torre-porta del ricetto tardo medievale. Rimasta con caratteristiche prettamente rurali fin oltre la metà del secolo scorso, nei due decenni successivi si è espansa in modo abnorme a causa della ricollocazione di grandi complessi industriali fuori Torino. Basti pensare che l'insediamento FIAT (1967) e di molti altri stabilimenti ha significato un aumento della popolazione di oltre il 400%. La situazione che ne è derivata, ed è tuttora coglibile, presenta un tessuto urbano più recente espanso a macchia d'olio intorno ai nuclei antichi, oggi parzialmente in condizioni di abbandono. L'identificazione specifica della fisionomia ambientale e architettonica di Rivalta non può tuttavia considerarsi come un caso a sé, prescindendo dal rilevarne la collocazione nell'hinterland di Torino, in funzione dei rapporti con la città della Mole. Questo perché, solo se inserito in un sistema ad ampio raggio, il piccolo Comune può aspirare ad ottenere risorse per tutelare i suoi beni culturali, interessanti ma non eccezionali. Tale analisi a scala territoriale introduce il capitolo di Pia Davico (Caratteri connotanti una città nell'area metropolitana torinese), che prende in considerazione la corona di insediamenti satellitari, classificandoli in categorie a seconda della minore o maggiore distanza dal capoluogo del Piemonte. Si constata come nel primo caso si sia verificata una saldatura dell’impianto urbanistico e del tessuto edilizio tra la grande e le piccole città, mentre nell’altro, come a Rivalta, l’identità comunale è tuttora coglibile nell’immagine ambientale, salvaguardando valenze paesaggistiche del territorio tra il Sangone e la collina morenica. Lo studio passa quindi all’analisi del sistema urbano, individuando elementi degni di conservazione sia nel nocciolo medievale sia nelle espansioni lungo le principali strade foranee, soprattutto nel settore ovest: un fenomeno iniziato a fine ‘700 e consolidatosi nel secolo successivo. Con un ulteriore salto di scala, il rilievo – critico e diretto – effettuato sull’architettura ha permesso di selezionare complessi edilizi, singoli manufatti ed elementi costruttivi di indiscutibile pregio storico-ambientale, che si auspica possano essere valorizzati.
2014
9788882020583
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