La presente Tesi di Dottorato si propone di affrontare lo studio sul contenuto dei lantanidi (Lantanio, Cerio, Praseodimio, Neodimio, Promezio, Samario, Europio, Gadolinio, Terbio, Disprosio, Olmio, Erbio, Tulio, Itterbio, Lutezio) nelle acque sotterranee appartenenti ad acquiferi impostati in diversi contesti litologici, al fine di verificare la possibilità di usare questi elementi come impronta specifica del complesso idrogeologico in cui risiede l’acquifero. Tale caratterizzazione è stata sempre eseguita attraverso il contenuto degli elementi maggiori disciolti in acqua, che hanno portato all’individuazione delle facies idrogeochimiche. Tuttavia si è visto che, attraverso gli elementi maggiori, non è sempre possibile cogliere delle differenze che, seppur non molto evidenti, possono essere importanti per comprendere al meglio il funzionamento di alcuni sistemi acquiferi. Nel presente studio sono state campionate 17 sorgenti, impostate in complessi carbonatici, detritici, metamorfici e arenaceo-marnosi del Piemonte, 10 sorgenti appartenenti a complessi vulcanici laziali e 10 sorgenti termali localizzate in 3 siti distinti (Valdieri, Vinadio e Acqui Terme). La scelta di campionare sorgenti in due regioni diverse è stata dettata dal fatto che in Piemonte non sono presenti complessi vulcanici. Questa parte della ricerca può essere definita come uno studio a grande scala per caratterizzare, se possibile, le acque circolanti nei diversi complessi idrogeologici. Per il caso studio è stato scelto il sistema carsico di Bossea, dove è presente una cavità percorsa da un importante collettore carsico, il Torrente Mora, che la percorre interamente e torna alla luce attraverso una serie di emergenze localizzate in prossimità dell’alveo del Torrente Corsaglia. Il collettore riceve le acque da numerosi apporti secondari, che sono stati campionati insieme al collettore principale e ad una sorgente esterna al sistema, il cui acquifero che l’alimenta è impostato nel complesso basale, costituito da metavulcaniti, che travasa acque nel complesso carbonatico. La scelta del sistema carsico di Bossea è stata dettata dal fatto che nella grotta è presente un laboratorio sotterraneo, gestito dal CAI Cuneo e dal DIATI del Politecnico di Torino, che si occupa di monitorare in continuo, ormai da parecchi anni, il collettore principale e gli apporti secondari attraverso una serie di strumentazioni che rilevano la portata idrica, la temperatura, la conducibilità elettrica e il contenuto di Radon delle acque.
STUDIO IDROGEOCHIMICO SUL CONTENUTO DI LANTANIDI NELLE ACQUE SOTTERRANEE / Moitre, Barbara. - STAMPA. - (2013).
STUDIO IDROGEOCHIMICO SUL CONTENUTO DI LANTANIDI NELLE ACQUE SOTTERRANEE
MOITRE, BARBARA
2013
Abstract
La presente Tesi di Dottorato si propone di affrontare lo studio sul contenuto dei lantanidi (Lantanio, Cerio, Praseodimio, Neodimio, Promezio, Samario, Europio, Gadolinio, Terbio, Disprosio, Olmio, Erbio, Tulio, Itterbio, Lutezio) nelle acque sotterranee appartenenti ad acquiferi impostati in diversi contesti litologici, al fine di verificare la possibilità di usare questi elementi come impronta specifica del complesso idrogeologico in cui risiede l’acquifero. Tale caratterizzazione è stata sempre eseguita attraverso il contenuto degli elementi maggiori disciolti in acqua, che hanno portato all’individuazione delle facies idrogeochimiche. Tuttavia si è visto che, attraverso gli elementi maggiori, non è sempre possibile cogliere delle differenze che, seppur non molto evidenti, possono essere importanti per comprendere al meglio il funzionamento di alcuni sistemi acquiferi. Nel presente studio sono state campionate 17 sorgenti, impostate in complessi carbonatici, detritici, metamorfici e arenaceo-marnosi del Piemonte, 10 sorgenti appartenenti a complessi vulcanici laziali e 10 sorgenti termali localizzate in 3 siti distinti (Valdieri, Vinadio e Acqui Terme). La scelta di campionare sorgenti in due regioni diverse è stata dettata dal fatto che in Piemonte non sono presenti complessi vulcanici. Questa parte della ricerca può essere definita come uno studio a grande scala per caratterizzare, se possibile, le acque circolanti nei diversi complessi idrogeologici. Per il caso studio è stato scelto il sistema carsico di Bossea, dove è presente una cavità percorsa da un importante collettore carsico, il Torrente Mora, che la percorre interamente e torna alla luce attraverso una serie di emergenze localizzate in prossimità dell’alveo del Torrente Corsaglia. Il collettore riceve le acque da numerosi apporti secondari, che sono stati campionati insieme al collettore principale e ad una sorgente esterna al sistema, il cui acquifero che l’alimenta è impostato nel complesso basale, costituito da metavulcaniti, che travasa acque nel complesso carbonatico. La scelta del sistema carsico di Bossea è stata dettata dal fatto che nella grotta è presente un laboratorio sotterraneo, gestito dal CAI Cuneo e dal DIATI del Politecnico di Torino, che si occupa di monitorare in continuo, ormai da parecchi anni, il collettore principale e gli apporti secondari attraverso una serie di strumentazioni che rilevano la portata idrica, la temperatura, la conducibilità elettrica e il contenuto di Radon delle acque.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2507430
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