La tesi ha come oggetto il fenomeno delle “radio democratiche”, che con la loro nascita hanno creato le condizioni di una concreta partecipazione collettiva attraverso un rovesciamento di prospettiva delle “tradizionali” forme di comunicazione, racchiuse nella loro logica unidimensionale, in uno schema gerarchico in grado di salvaguardare i rapporti di potere, affinando le forme di consenso e di controllo. In particolare, l’oggetto di studio della ricerca si è rivolto su Radio Popolare,emittente milanese nata nel 1976. La scelta è frutto della peculiarità della stessa, che non ha mai smesso di rinnovarsi, ora modificandosi nelle sperimentazioni, ora trasformandosi per effetto di fertili esperienze. La Radio può intendersi come una sorta di “laboratorio sperimentale” dove intuizioni e creatività, grandi progetti ed importanti ambizioni hanno sempre trovato modo di dispiegarsi, senza mai mettere in discussione principi e valori costitutivi della sua identità e della sua funzione. Per questi motivi, il valore dell’archivio di Radio Popolare è rappresentato dalla presenza massiccia di fonti dirette e non ufficiali con una descrizione realistica e non convenzionale della storia plasmando così una nuova memoria collettiva, sulla base di un’esteriorizzazione del mezzo e della sua divulgazione. L’elaborato è suddiviso in tre parti: analisi del quadro storico, politico e culturale che dal ’68 in poi ha fatto sì che attraverso le “radio democratiche” prendesse avvio una diversa logica comunicativa che si è andata a configurare come un’azione politico-culturale, che ha dato vita ad una effettiva democratizzazione del processo informativo; la seconda parte è su Radio Popolare, prendendo in considerazione il patrimonio sonoro dell’emittente attraverso lo studio delle pratiche di conservazione, di valorizzazione e riuso effettuate. Infine, nell’ultima parte viene strutturata un’analisi dell’ascolto di alcuni repertori che evidenziano e spiegano il valore storico dell’Archivio.

Archivi radiofonici e storia sociale: documenti, memoria e partecipazione tra le voci di Radio Popolare / Ranieri, Elisabetta. - STAMPA. - (2013).

Archivi radiofonici e storia sociale: documenti, memoria e partecipazione tra le voci di Radio Popolare.

RANIERI, ELISABETTA
2013

Abstract

La tesi ha come oggetto il fenomeno delle “radio democratiche”, che con la loro nascita hanno creato le condizioni di una concreta partecipazione collettiva attraverso un rovesciamento di prospettiva delle “tradizionali” forme di comunicazione, racchiuse nella loro logica unidimensionale, in uno schema gerarchico in grado di salvaguardare i rapporti di potere, affinando le forme di consenso e di controllo. In particolare, l’oggetto di studio della ricerca si è rivolto su Radio Popolare,emittente milanese nata nel 1976. La scelta è frutto della peculiarità della stessa, che non ha mai smesso di rinnovarsi, ora modificandosi nelle sperimentazioni, ora trasformandosi per effetto di fertili esperienze. La Radio può intendersi come una sorta di “laboratorio sperimentale” dove intuizioni e creatività, grandi progetti ed importanti ambizioni hanno sempre trovato modo di dispiegarsi, senza mai mettere in discussione principi e valori costitutivi della sua identità e della sua funzione. Per questi motivi, il valore dell’archivio di Radio Popolare è rappresentato dalla presenza massiccia di fonti dirette e non ufficiali con una descrizione realistica e non convenzionale della storia plasmando così una nuova memoria collettiva, sulla base di un’esteriorizzazione del mezzo e della sua divulgazione. L’elaborato è suddiviso in tre parti: analisi del quadro storico, politico e culturale che dal ’68 in poi ha fatto sì che attraverso le “radio democratiche” prendesse avvio una diversa logica comunicativa che si è andata a configurare come un’azione politico-culturale, che ha dato vita ad una effettiva democratizzazione del processo informativo; la seconda parte è su Radio Popolare, prendendo in considerazione il patrimonio sonoro dell’emittente attraverso lo studio delle pratiche di conservazione, di valorizzazione e riuso effettuate. Infine, nell’ultima parte viene strutturata un’analisi dell’ascolto di alcuni repertori che evidenziano e spiegano il valore storico dell’Archivio.
2013
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