La ricerca prende avvio dalla necessità di individuare la corretta vocazione d’uso nella trasformazione del patrimonio industriale, capace di coniugare le esigenze della trasformazione con le caratteristiche storico, tecniche ed architettoniche dell’edificio. Per ovvie ragioni prima di tutto etiche,piuttosto che normative, il tema della sostenibilità e dello sviluppo sostenibile, inteso nella triplice accezione ambientale, economica e sociale , diventano un tema trasversale della ricerca che ci mostrerà che un diverso approccio al patrimonio industriale potrà trasformare questi edifici in un enorme opportunità di sviluppo sostenibile. Di seguito verranno quindi analizzati e trattati i temi della conoscenza, della conservazione e della valorizzazione del patrimonio, con il fine di avanzare una proposta metodologica che tenga conto dei caratteri specifici e possa servire da strumento di analisi e controllo. In questa prospettiva lo strumento potrà servire prima al decisore, sia pubblico che privato e poi al progettista, nelle fasi di scelta INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA Le testimonianze del patrimonio industriale rappresentano un patrimonio assai poco conosciuto, per lo più non protetto, rispetto al quale le possibilità di intervento sono aperte ad ogni prospettiva, in un arco che va dal recupero e dalla valorizzazione delle testimonianze, alla loro radicale eliminazione. La ricerca vuole definire un approccio metodologico finalizzato all’identificazione delle vocazioni d’uso per la rifunzionalizzazione dei siti di archeologia industriale. Tale approccio vuole veder coniugare l’esigenza della trasformazione, spesso dettata da scelte economiche di mercato immobiliare, con la valorizzazione del patrimonio in termini documentazione, analisi e valutazione, per la conservazione compatibile delle testimonianze della cultura industriale, e di uso razionale delle risorse, di riduzione di consumi energetici da fonti fossili e di emissioni di inquinanti. L’opportunità proposta dalla trasformazione dell’edificio industriale, rappresenta un’occasione per riflettere sul profondo bisogno di restituire una “rinnovata qualità” a partire dalla storicizzazione della memoria industriale, alle comunità di appartenenza - e sulla necessità di adeguamento del patrimonio esistente a standard prestazionali più elevati, proprio nell’ottica della salvaguardia dell’ambiente e della tutela della salute e del benessere dell’uomo. OBIETTIVI GENERALI La ricerca prende avvio dalla duplice attenzione nel confronto delle aree dismesse manifestato negli ultimi anni. Da una parte si è assistito, soprattutto come forma di risarcimento per la chiusura delle fabbriche, ad un flusso consistente di finanziamenti europei verso le aree colpite dal fenomeno e dal conseguente decremento economico, permettendo recuperi e museificazioni che hanno raggiunto il livello più significativo in alcuni paesi come la Germania e la Catalogna, dove oggi esiste una rete di circa cinquanta musei della produzione; per altro verso si sono attivati processi speculativi che hanno portato alla demolizione ed allo sconvolgimento dei reticoli urbani e delle architetture territoriali. In molti processi di intervento si è assistito ad una combinazione non virtuosa di azioni private e volontà pubbliche. Tuttavia, anche in questi casi – tranne che in situazioni di assoluta irrecuperabilità – si è comunque cercato di lasciare un segno dell’attività precedente che spesso è consistito nel non abbattimento di una ciminiera, quasi a segnare una preesistenza distrutta e una sorta di “cattiva coscienza”. L’incertezza che contraddistingue la maggioranza degli interventi di recupero e riuso del patrimonio industriale non deriva solo dalla pregiudiziale estetica o dalla storiografia, ma dipende dalla oggettiva difficoltà di applicare un approccio multi-disciplinare all’intervento di recupero e dalla carenza di strumenti di valutazione quantitativi e qualitativi, a disposizione in primo luogo delle Amministrazioni. L’obiettivo generale della tesi, è sia di individuare criteri per valorizzazione, riqualificazione architettonica, tecnologica ed ambientale del patrimonio industriale esistente, in grado di indirizzare il progetto di conservazione, recupero e trasformazione, sia di sviluppare una metodica anche per la valutazione in itinere ed ex post. Un nuovo approccio alla riqualificazione delle aree industriali dismesse potrebbe generare una migliore governabilità del territorio, nella difficile transizione dalla dismissione industriale a nuovi modelli di sviluppo. OBIETTIVI SPECIFICI Obiettivo specifico è individuare uno strumento di analisi della condizione “pre riuso” di supporto alla progettazione in grado di indirizzare il progetto di conservazione, recupero e trasformazione. I modi e gli strumenti per il processo decisionale, progettuale ed attuativo relativo all’intervento sul patrimonio industriale sono emersi come problemi chiave: da una parte la necessità di ridefinire i ruoli del pubblico, da azioni di vincolo del patrimonio a processi concertati di trasformazione consapevole in cui siano garantiti trasparenza e partecipazione; dall’altra l’importanza di ampliare, diffondere ed approfondire strumenti di supporto conoscitivi e analitico-valutativi - dalla diagnosi a studi di fattibilità, ad alternative di scenario progettuale, a programmi gestionali nelle prospettive interdisciplinari storico-testimoniale, architettonico-paesaggistica, culturale, socio-economica, ambientale-energetica, e così via Verrà condotta, attraverso la lettura critica di protocolli basati sull’accezione di «buone pratiche» -sempre e comunque virtuosi per definizione - un’indagine sul ruolo del processo – con le sue luci e le sue ombre - nelle fasi di analisi, di progetto e soprattutto nella realizzazione di casi di riuso del patrimonio industriale. Lo strumento di analisi che si andrà perfezionando dovrà essere in grado di governare la pluri-disciplinarietà per indirizzare alla valutazione preventiva della sostenibilità sociale, ambientale ed economica dell’intervento con la considerazione delle valenze storico-testimoniali ed architettonico-artistiche del patrimonio.

Strumenti e metodi di valutazione nella riqualificazione sostenibile del patrimonio archeologico industriale / Ramello, MANUEL FERNANDO. - (2010).

Strumenti e metodi di valutazione nella riqualificazione sostenibile del patrimonio archeologico industriale

RAMELLO, MANUEL FERNANDO
2010

Abstract

La ricerca prende avvio dalla necessità di individuare la corretta vocazione d’uso nella trasformazione del patrimonio industriale, capace di coniugare le esigenze della trasformazione con le caratteristiche storico, tecniche ed architettoniche dell’edificio. Per ovvie ragioni prima di tutto etiche,piuttosto che normative, il tema della sostenibilità e dello sviluppo sostenibile, inteso nella triplice accezione ambientale, economica e sociale , diventano un tema trasversale della ricerca che ci mostrerà che un diverso approccio al patrimonio industriale potrà trasformare questi edifici in un enorme opportunità di sviluppo sostenibile. Di seguito verranno quindi analizzati e trattati i temi della conoscenza, della conservazione e della valorizzazione del patrimonio, con il fine di avanzare una proposta metodologica che tenga conto dei caratteri specifici e possa servire da strumento di analisi e controllo. In questa prospettiva lo strumento potrà servire prima al decisore, sia pubblico che privato e poi al progettista, nelle fasi di scelta INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA Le testimonianze del patrimonio industriale rappresentano un patrimonio assai poco conosciuto, per lo più non protetto, rispetto al quale le possibilità di intervento sono aperte ad ogni prospettiva, in un arco che va dal recupero e dalla valorizzazione delle testimonianze, alla loro radicale eliminazione. La ricerca vuole definire un approccio metodologico finalizzato all’identificazione delle vocazioni d’uso per la rifunzionalizzazione dei siti di archeologia industriale. Tale approccio vuole veder coniugare l’esigenza della trasformazione, spesso dettata da scelte economiche di mercato immobiliare, con la valorizzazione del patrimonio in termini documentazione, analisi e valutazione, per la conservazione compatibile delle testimonianze della cultura industriale, e di uso razionale delle risorse, di riduzione di consumi energetici da fonti fossili e di emissioni di inquinanti. L’opportunità proposta dalla trasformazione dell’edificio industriale, rappresenta un’occasione per riflettere sul profondo bisogno di restituire una “rinnovata qualità” a partire dalla storicizzazione della memoria industriale, alle comunità di appartenenza - e sulla necessità di adeguamento del patrimonio esistente a standard prestazionali più elevati, proprio nell’ottica della salvaguardia dell’ambiente e della tutela della salute e del benessere dell’uomo. OBIETTIVI GENERALI La ricerca prende avvio dalla duplice attenzione nel confronto delle aree dismesse manifestato negli ultimi anni. Da una parte si è assistito, soprattutto come forma di risarcimento per la chiusura delle fabbriche, ad un flusso consistente di finanziamenti europei verso le aree colpite dal fenomeno e dal conseguente decremento economico, permettendo recuperi e museificazioni che hanno raggiunto il livello più significativo in alcuni paesi come la Germania e la Catalogna, dove oggi esiste una rete di circa cinquanta musei della produzione; per altro verso si sono attivati processi speculativi che hanno portato alla demolizione ed allo sconvolgimento dei reticoli urbani e delle architetture territoriali. In molti processi di intervento si è assistito ad una combinazione non virtuosa di azioni private e volontà pubbliche. Tuttavia, anche in questi casi – tranne che in situazioni di assoluta irrecuperabilità – si è comunque cercato di lasciare un segno dell’attività precedente che spesso è consistito nel non abbattimento di una ciminiera, quasi a segnare una preesistenza distrutta e una sorta di “cattiva coscienza”. L’incertezza che contraddistingue la maggioranza degli interventi di recupero e riuso del patrimonio industriale non deriva solo dalla pregiudiziale estetica o dalla storiografia, ma dipende dalla oggettiva difficoltà di applicare un approccio multi-disciplinare all’intervento di recupero e dalla carenza di strumenti di valutazione quantitativi e qualitativi, a disposizione in primo luogo delle Amministrazioni. L’obiettivo generale della tesi, è sia di individuare criteri per valorizzazione, riqualificazione architettonica, tecnologica ed ambientale del patrimonio industriale esistente, in grado di indirizzare il progetto di conservazione, recupero e trasformazione, sia di sviluppare una metodica anche per la valutazione in itinere ed ex post. Un nuovo approccio alla riqualificazione delle aree industriali dismesse potrebbe generare una migliore governabilità del territorio, nella difficile transizione dalla dismissione industriale a nuovi modelli di sviluppo. OBIETTIVI SPECIFICI Obiettivo specifico è individuare uno strumento di analisi della condizione “pre riuso” di supporto alla progettazione in grado di indirizzare il progetto di conservazione, recupero e trasformazione. I modi e gli strumenti per il processo decisionale, progettuale ed attuativo relativo all’intervento sul patrimonio industriale sono emersi come problemi chiave: da una parte la necessità di ridefinire i ruoli del pubblico, da azioni di vincolo del patrimonio a processi concertati di trasformazione consapevole in cui siano garantiti trasparenza e partecipazione; dall’altra l’importanza di ampliare, diffondere ed approfondire strumenti di supporto conoscitivi e analitico-valutativi - dalla diagnosi a studi di fattibilità, ad alternative di scenario progettuale, a programmi gestionali nelle prospettive interdisciplinari storico-testimoniale, architettonico-paesaggistica, culturale, socio-economica, ambientale-energetica, e così via Verrà condotta, attraverso la lettura critica di protocolli basati sull’accezione di «buone pratiche» -sempre e comunque virtuosi per definizione - un’indagine sul ruolo del processo – con le sue luci e le sue ombre - nelle fasi di analisi, di progetto e soprattutto nella realizzazione di casi di riuso del patrimonio industriale. Lo strumento di analisi che si andrà perfezionando dovrà essere in grado di governare la pluri-disciplinarietà per indirizzare alla valutazione preventiva della sostenibilità sociale, ambientale ed economica dell’intervento con la considerazione delle valenze storico-testimoniali ed architettonico-artistiche del patrimonio.
2010
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