«Il brevetto è un titolo che conferisce un monopolio temporaneo di sfruttamento sul trovato, oggetto del brevetto stesso, consistente nel diritto esclusivo di realizzarlo, di disporne e di farne oggetto di commercio, nonché di vietare a terzi di produrlo, usarlo, metterlo in commercio, venderlo o produrlo”. I brevetti, nel loro essere testimoni dei “trovati” di grandi inventori così come di oscuri e sconosciuti personaggi di cui poco o nulla sappiamo, contribuiscono a raccontare una storia più oggettiva, proprio perché essa non può prescindere né dai grandi né dai piccoli». Comincia così il racconto di una storia in cui macchine e strumenti si concretizzano nelle righe di una descrizione in cui il disegno è parte fondamentale e testimonianza di cultura che giorno dopo giorno sempre si identifica con la natura politecnica di una moderna società industriale. Ma questi brevetti, documenti e fonti primarie per la storia degli italiani, sono anche importanti indicatori dell’evoluzione sociale e culturale di una società che si affranca da un passato vetusto, e che faticosamente vuole guadagnarsi una nuova credibilità, sul piano produttivo e scientifico. Infatti, verso la metà del XIX secolo gli italiani sentivano assai viva la necessità di farsi sentire oltre i confini geografici della penisola, complice la necessità di “mordere” nuovi mercati favoriti dal continuo espandersi della rete ferroviaria europea e dei collegamenti marittimi verso il Nuovo Mondo.
150 ANNI DI INVENZIONI ITALIANE / Ramello, MANUEL FERNANDO. - In: PATRIMONIO INDUSTRIALE. - ISSN 2037-2353. - STAMPA. - 9:(2012), pp. 211-211.
150 ANNI DI INVENZIONI ITALIANE
RAMELLO, MANUEL FERNANDO
2012
Abstract
«Il brevetto è un titolo che conferisce un monopolio temporaneo di sfruttamento sul trovato, oggetto del brevetto stesso, consistente nel diritto esclusivo di realizzarlo, di disporne e di farne oggetto di commercio, nonché di vietare a terzi di produrlo, usarlo, metterlo in commercio, venderlo o produrlo”. I brevetti, nel loro essere testimoni dei “trovati” di grandi inventori così come di oscuri e sconosciuti personaggi di cui poco o nulla sappiamo, contribuiscono a raccontare una storia più oggettiva, proprio perché essa non può prescindere né dai grandi né dai piccoli». Comincia così il racconto di una storia in cui macchine e strumenti si concretizzano nelle righe di una descrizione in cui il disegno è parte fondamentale e testimonianza di cultura che giorno dopo giorno sempre si identifica con la natura politecnica di una moderna società industriale. Ma questi brevetti, documenti e fonti primarie per la storia degli italiani, sono anche importanti indicatori dell’evoluzione sociale e culturale di una società che si affranca da un passato vetusto, e che faticosamente vuole guadagnarsi una nuova credibilità, sul piano produttivo e scientifico. Infatti, verso la metà del XIX secolo gli italiani sentivano assai viva la necessità di farsi sentire oltre i confini geografici della penisola, complice la necessità di “mordere” nuovi mercati favoriti dal continuo espandersi della rete ferroviaria europea e dei collegamenti marittimi verso il Nuovo Mondo.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2504244
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