L’erosione contemporanea di un sistema basato sul consumo – di occasioni, di risorse, di suolo, … – impone con urgenza un cambio di paradigma anche da parte delle discipline che ruotano intorno al progetto di architettura. Se il totale superamento di una prospettiva della crescita è forse un’ipotesi troppo estrema, emerge però con forza oggi l’esigenza di una riflessione circa i suoi modi e le sue forme. E’ in questo quadro che alcune questioni e parole tornano in primo piano: il tema della durata, della resistenza che fanno le cose nel mondo, dell’inerzia dei tanti depositi materiali (e immateriali) che costruiscono i nostri paesaggi. Materiali che possono diventare “operabili”, essere reinclusi all’interno di un progetto di modificazione che procede per slittamenti e scarti successivi. Si potrebbe dire, un capitale fisso territoriale in attesa di ristrutturazione che può essere rimesso in gioco all’interno di una reale prospettiva del cambiamento, capace di guardare al palinsesto dei segni e dei significati che sono alla base dell’architettura e dei paesaggi costruiti. Introduce il libro un saggio di Arturo Lanzani.
Di nuovo in gioco. Il progetto di architettura a partire dal capitale fisso territoriale / Antonelli, Paolo; Camorali, Francesca; Delpiano, Andrea; Dini, Roberto. - STAMPA. - (2012).
Di nuovo in gioco. Il progetto di architettura a partire dal capitale fisso territoriale
ANTONELLI, PAOLO;CAMORALI, FRANCESCA;DELPIANO, ANDREA;DINI, ROBERTO
2012
Abstract
L’erosione contemporanea di un sistema basato sul consumo – di occasioni, di risorse, di suolo, … – impone con urgenza un cambio di paradigma anche da parte delle discipline che ruotano intorno al progetto di architettura. Se il totale superamento di una prospettiva della crescita è forse un’ipotesi troppo estrema, emerge però con forza oggi l’esigenza di una riflessione circa i suoi modi e le sue forme. E’ in questo quadro che alcune questioni e parole tornano in primo piano: il tema della durata, della resistenza che fanno le cose nel mondo, dell’inerzia dei tanti depositi materiali (e immateriali) che costruiscono i nostri paesaggi. Materiali che possono diventare “operabili”, essere reinclusi all’interno di un progetto di modificazione che procede per slittamenti e scarti successivi. Si potrebbe dire, un capitale fisso territoriale in attesa di ristrutturazione che può essere rimesso in gioco all’interno di una reale prospettiva del cambiamento, capace di guardare al palinsesto dei segni e dei significati che sono alla base dell’architettura e dei paesaggi costruiti. Introduce il libro un saggio di Arturo Lanzani.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2503813
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