“Il mobile d’oggi deve rientrare nell’architettura, deve tornare a subirne il metro e le leggi…” in questi termini si esprimevano Figini e Pollini nel 1932 introducendo quell’ “unità di concezione fra architettura e arredo” a prescindere dalla quale non è possibile comprendere appieno il significato degli interni razionalisti. Infatti, parlare di interni negli anni Trenta, di questo spazio di frontiera, limite fra la costruzione architettonica e lo spazio della vita, dei gesti quotidiani significa, ancora e sempre, parlare di architettura, di un’architettura vista dall’interno. Sia nei negozi e negli allestimenti effimeri, come nelle architetture di più ampio respiro lo studio degli interni viene curato dal progettista fino all’ultimo dettaglio nell’intento di suggerire, anche attraverso l’arredo, un possibile modello di riferimento per l’organizzazione razionale dell’esistenza. Questo desiderio di controllare e razionalizzare tutto, persino i singoli gesti dell’esistenza quotidiana, attraverso il progetto moderno porta all’abolizione di qualsiasi grado di gerarchizzazione o di differenziazione fra generi e tipologie tanto che: ambienti pubblici e privati, luoghi del commercio e interni delle abitazioni si assomigliano moltissimo e spesso sono arredati con gli stessi mobili e costituiti con gli stessi materiali, lucidi e scintillanti. Non soltanto i materiali dell’architettura vengono spesso trasferiti nei mobili, ma sono anche analoghi i criteri con cui vengono impiegati in una sperimentazione spinta ai limiti delle possibilità tecniche e statiche. A partire dalla convinzione che solo una profonda conoscenza della cultura materiale e dello spirito di un’epoca possa condurre ad un progetto di restauro colto e consapevole il presente contributo si propone di delineare i caratteri connotanti degli “interni moderni” nel tentativo di capire come intervenire su questi spazi così difficili da interpretare, sospesi fra passato e presente, ancora recenti ma già dimenticati.

Unità di concezione fra architettura e arredo negli interni razionalisti / Garda, Emilia Maria - In: Lo spazio interno come oggetto di salvaguardia. Modern Interior as an Object Presevation / R. GRIGNOLO, B. REICHLIN. - STAMPA. - Mendrisio/Cinisello Balsamo : Mendrisio Academy Press, 2012. - ISBN 9788836624171. - pp. 49-63

Unità di concezione fra architettura e arredo negli interni razionalisti.

GARDA, Emilia Maria
2012

Abstract

“Il mobile d’oggi deve rientrare nell’architettura, deve tornare a subirne il metro e le leggi…” in questi termini si esprimevano Figini e Pollini nel 1932 introducendo quell’ “unità di concezione fra architettura e arredo” a prescindere dalla quale non è possibile comprendere appieno il significato degli interni razionalisti. Infatti, parlare di interni negli anni Trenta, di questo spazio di frontiera, limite fra la costruzione architettonica e lo spazio della vita, dei gesti quotidiani significa, ancora e sempre, parlare di architettura, di un’architettura vista dall’interno. Sia nei negozi e negli allestimenti effimeri, come nelle architetture di più ampio respiro lo studio degli interni viene curato dal progettista fino all’ultimo dettaglio nell’intento di suggerire, anche attraverso l’arredo, un possibile modello di riferimento per l’organizzazione razionale dell’esistenza. Questo desiderio di controllare e razionalizzare tutto, persino i singoli gesti dell’esistenza quotidiana, attraverso il progetto moderno porta all’abolizione di qualsiasi grado di gerarchizzazione o di differenziazione fra generi e tipologie tanto che: ambienti pubblici e privati, luoghi del commercio e interni delle abitazioni si assomigliano moltissimo e spesso sono arredati con gli stessi mobili e costituiti con gli stessi materiali, lucidi e scintillanti. Non soltanto i materiali dell’architettura vengono spesso trasferiti nei mobili, ma sono anche analoghi i criteri con cui vengono impiegati in una sperimentazione spinta ai limiti delle possibilità tecniche e statiche. A partire dalla convinzione che solo una profonda conoscenza della cultura materiale e dello spirito di un’epoca possa condurre ad un progetto di restauro colto e consapevole il presente contributo si propone di delineare i caratteri connotanti degli “interni moderni” nel tentativo di capire come intervenire su questi spazi così difficili da interpretare, sospesi fra passato e presente, ancora recenti ma già dimenticati.
2012
9788836624171
Lo spazio interno come oggetto di salvaguardia. Modern Interior as an Object Presevation
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2501260
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo