Gli architetti Giuseppe Battista Piacenza e Carlo Randoni da sempre nella storiografia critica risultano associati, a causa di un’impresa che è rimasta una pietra miliare nelle vicende dell’aggiornamento del gusto in Piemonte secondo: l’allestimento degli appartamenti per i duchi d’Aosta nel 1788-89. In realtà la loro opera ha coperto, tra il 1773 e il 1831, un ampio spettro di incarichi e attività in luoghi diversi dello Stato, al servizio di più committenti: i Savoia prima e dopo l’interludio napoleonico, il governo francese tra il 1798 e il 1814. L’esame della loro attività, svolta singolarmente o in coppia, illustra un lungo capitolo delle vicende architettoniche e decorative promosse dai Savoia , che si chiude con la scomparsa di Carlo Felice e il passaggio a Carlo Alberto, principe Savoia-Carignano. Dall’esordio di Piacenza nel palazzo di Chambery, ai lavori nelle residenze di Torino, Moncalieri, Venaria Reale, Rivoli a tardo Settecento, all’attività nei palazzi piemontesi divenuti “imperiali” in epoca napoleonica e in area parmense, al riallestimento di appartamenti in Torino dopo la Restaurazione. In questo secondo periodo si colloca l’opera più importante di Randoni, la riprogettazione di Palazzo Tursi in Genova come nuova reggia sabauda, per Vittorio Emanuele I, fatto poi oscurato dai successivi orientamenti di Carlo Felice. La particolare congiuntura, in coda a un Ancien Régime in cui tanto era stato costruito, indirizza spesso l’attività dei due architetti al progetto degli interni, molti ancora visibili, altri documentati attraverso l’analisi dei cantieri e la presenza dei disegni conservati negli archivi.
Giuseppe Battista Piacenza e Carlo Randoni. I reali palazzi fra Torino e Genova. 1773-1831 / Cornaglia, Paolo. - STAMPA. - (2012), pp. 1-288.
Giuseppe Battista Piacenza e Carlo Randoni. I reali palazzi fra Torino e Genova. 1773-1831
CORNAGLIA, Paolo
2012
Abstract
Gli architetti Giuseppe Battista Piacenza e Carlo Randoni da sempre nella storiografia critica risultano associati, a causa di un’impresa che è rimasta una pietra miliare nelle vicende dell’aggiornamento del gusto in Piemonte secondo: l’allestimento degli appartamenti per i duchi d’Aosta nel 1788-89. In realtà la loro opera ha coperto, tra il 1773 e il 1831, un ampio spettro di incarichi e attività in luoghi diversi dello Stato, al servizio di più committenti: i Savoia prima e dopo l’interludio napoleonico, il governo francese tra il 1798 e il 1814. L’esame della loro attività, svolta singolarmente o in coppia, illustra un lungo capitolo delle vicende architettoniche e decorative promosse dai Savoia , che si chiude con la scomparsa di Carlo Felice e il passaggio a Carlo Alberto, principe Savoia-Carignano. Dall’esordio di Piacenza nel palazzo di Chambery, ai lavori nelle residenze di Torino, Moncalieri, Venaria Reale, Rivoli a tardo Settecento, all’attività nei palazzi piemontesi divenuti “imperiali” in epoca napoleonica e in area parmense, al riallestimento di appartamenti in Torino dopo la Restaurazione. In questo secondo periodo si colloca l’opera più importante di Randoni, la riprogettazione di Palazzo Tursi in Genova come nuova reggia sabauda, per Vittorio Emanuele I, fatto poi oscurato dai successivi orientamenti di Carlo Felice. La particolare congiuntura, in coda a un Ancien Régime in cui tanto era stato costruito, indirizza spesso l’attività dei due architetti al progetto degli interni, molti ancora visibili, altri documentati attraverso l’analisi dei cantieri e la presenza dei disegni conservati negli archivi.File | Dimensione | Formato | |
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