Va reso merito al filosofo Maurizio Ferraris di aver avuto l’intuizione di allargare ad un ampio pubblico – dalle pagine de La Repubblica e dei principali quotidiani italiani – la discussione sull’avvento di una nuova stagione di pensiero, definita del “New Realism”, del nuovo realismo, e di metterla direttamente e programmaticamente in relazione non solo con il dibattito disciplinare (che pure c’è stato), ma anche con la situazione politico-economica e sociale contemporanea, in sostanza, con la dimensione quotidiana del vivere di ciascuno di noi. L’architettura, più di ogni altra manifestazione “artistica”, è toccata nel vivo da questo dibattito, proprio in virtù della sua realtà e della sua stretta relazione con l’economia e la società: l’architettura contribuisce in maniera determinante alla costruzione dell’ambiente fisico in cui viviamo e il problema della produzione di immagini è, in architettura, una questione di grande rilevanza, nella misura in cui non c’è differenza, in un edificio, tra la rappresentazione e la realtà dell’opera. I «fatti» architettonici – per usare un’espressione cara ad Aldo Rossi – non possono essere ridotti alle loro interpretazioni. A partire da queste premesse, il saggio affronta l’analisi dell’architettura della giovane generazione berlinese ponendola direttamente a confronto con la questione della realtà dell’architettura: realtà dei manufatti e delle città, del territorio e del paesaggio.
Dal postmodernismo al "nuovo realismo": ritorno all'architettura della città/Von der Postmoderne zum "neuen Realismus": Rückkehr zur Architektur der Stadt / Malcovati, Silvia - In: Nuovi architetti berlinesi/Neue Berliner Architekten / M. Caja, M. Fagioli (a cura di). - STAMPA. - FIRENZE : Aion Edizioni, 2011. - ISBN 9788888149844. - pp. 16-25
Dal postmodernismo al "nuovo realismo": ritorno all'architettura della città/Von der Postmoderne zum "neuen Realismus": Rückkehr zur Architektur der Stadt.
MALCOVATI, SILVIA
2011
Abstract
Va reso merito al filosofo Maurizio Ferraris di aver avuto l’intuizione di allargare ad un ampio pubblico – dalle pagine de La Repubblica e dei principali quotidiani italiani – la discussione sull’avvento di una nuova stagione di pensiero, definita del “New Realism”, del nuovo realismo, e di metterla direttamente e programmaticamente in relazione non solo con il dibattito disciplinare (che pure c’è stato), ma anche con la situazione politico-economica e sociale contemporanea, in sostanza, con la dimensione quotidiana del vivere di ciascuno di noi. L’architettura, più di ogni altra manifestazione “artistica”, è toccata nel vivo da questo dibattito, proprio in virtù della sua realtà e della sua stretta relazione con l’economia e la società: l’architettura contribuisce in maniera determinante alla costruzione dell’ambiente fisico in cui viviamo e il problema della produzione di immagini è, in architettura, una questione di grande rilevanza, nella misura in cui non c’è differenza, in un edificio, tra la rappresentazione e la realtà dell’opera. I «fatti» architettonici – per usare un’espressione cara ad Aldo Rossi – non possono essere ridotti alle loro interpretazioni. A partire da queste premesse, il saggio affronta l’analisi dell’architettura della giovane generazione berlinese ponendola direttamente a confronto con la questione della realtà dell’architettura: realtà dei manufatti e delle città, del territorio e del paesaggio.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2489092
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