Il saggio, inserito in un volume dedicato ai paesaggi culturali analizzati nelle sue diverse componenti, tratteggia l’evoluzione dell’approccio ai beni culturali definendo i termini di discussione che hanno portato all’introduzione del Paesaggio culturale secondo la definizione UNESCO e alle possibili concordanze e discordanze con la successiva Convezione Europea del Paesaggio, ma soprattutto, degli aspetti legati al Codice di Tutela italiano. Quanto analizzato pone in evidenza come la protezione a livello internazionale in materia di paesaggio sia di tipo conservativo ed essenzialmente diretta alla salvaguardia esclusivamente di alcuni paesaggi, ovvero quelli caratterizzati da valori estetici e culturali di tipo eccezionale. Diverso risulta invece l’approccio europeo che, non solo abbandona il concetto estetizzante del paesaggio, ma esprime la volontà di ricomprenderne al suo interno tutto il territorio, dai paesaggi ordinari a quelli antropizzati e degradati. Tutto il paesaggio è dunque culturale se esso è considerato quale «componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità». L’evoluzione delineatasi in ambito europeo viene solo parzialmente recepita dal Codice di tutela italiano secondo cui il paesaggio è il frutto delle interrelazioni tra uomo e natura capaci di caratterizzare parti di territorio, comprendendo dunque solo una parte di territorio e non la sua totalità. Va tuttavia evidenziato come nello stesso codice si faccia riferimento a una visione più ampia del territorio che ricomprende aree compromesse e degradate in riferimento alla pianificazione paesaggistica. Quest’ultima si esprime attraverso programmi non solo di conservazione ma anche attraverso piani di recupero, riqualificazione e valorizzazione del paesaggio in previsione di una sua futura gestione. In tal senso appare evidente come si superi il concetto di bene puntuale pervenendo a una più ampia visione del patrimonio quale elemento diffuso sul territorio di cui occorre considerare non solo le singole peculiarità ma anche le possibili relazioni con sistemi complessi a esso correlati.
Il paesaggio culturale: dalla Convenzione UNESCO al Codice dei Beni culturali e del Paesaggio.The cultural landscape: from UNESCO Convention to the Code of the Cultural Heritage and Landscape / Benente, Michela - In: Paesaggi culturali. Cultural landscapes / GIUSTI M.A., ROMEO E.. - STAMPA. - Roma : Aracne, 2010. - ISBN 9788854837027. - pp. 25-33
Il paesaggio culturale: dalla Convenzione UNESCO al Codice dei Beni culturali e del Paesaggio.The cultural landscape: from UNESCO Convention to the Code of the Cultural Heritage and Landscape.
BENENTE, MICHELA
2010
Abstract
Il saggio, inserito in un volume dedicato ai paesaggi culturali analizzati nelle sue diverse componenti, tratteggia l’evoluzione dell’approccio ai beni culturali definendo i termini di discussione che hanno portato all’introduzione del Paesaggio culturale secondo la definizione UNESCO e alle possibili concordanze e discordanze con la successiva Convezione Europea del Paesaggio, ma soprattutto, degli aspetti legati al Codice di Tutela italiano. Quanto analizzato pone in evidenza come la protezione a livello internazionale in materia di paesaggio sia di tipo conservativo ed essenzialmente diretta alla salvaguardia esclusivamente di alcuni paesaggi, ovvero quelli caratterizzati da valori estetici e culturali di tipo eccezionale. Diverso risulta invece l’approccio europeo che, non solo abbandona il concetto estetizzante del paesaggio, ma esprime la volontà di ricomprenderne al suo interno tutto il territorio, dai paesaggi ordinari a quelli antropizzati e degradati. Tutto il paesaggio è dunque culturale se esso è considerato quale «componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità». L’evoluzione delineatasi in ambito europeo viene solo parzialmente recepita dal Codice di tutela italiano secondo cui il paesaggio è il frutto delle interrelazioni tra uomo e natura capaci di caratterizzare parti di territorio, comprendendo dunque solo una parte di territorio e non la sua totalità. Va tuttavia evidenziato come nello stesso codice si faccia riferimento a una visione più ampia del territorio che ricomprende aree compromesse e degradate in riferimento alla pianificazione paesaggistica. Quest’ultima si esprime attraverso programmi non solo di conservazione ma anche attraverso piani di recupero, riqualificazione e valorizzazione del paesaggio in previsione di una sua futura gestione. In tal senso appare evidente come si superi il concetto di bene puntuale pervenendo a una più ampia visione del patrimonio quale elemento diffuso sul territorio di cui occorre considerare non solo le singole peculiarità ma anche le possibili relazioni con sistemi complessi a esso correlati.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2398654
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