Lo scritto sviluppa una riflessione sui meccanismi che danno forma alla pratica del disegno urbano analizzando un milieu culturale ristretto e in un arco di tempo determinato: la scena architettonica di Torino ed il campo definito da alcune posizioni che in essa si sono progressivamente consolidate, nel corso degli ultimi trent’anni. L’obiettivo è quello di mettere in luce i caratteri metodologici attraverso i quali sono state sviluppate alcune strategie di forma nell’ambito del progetto urbano, individuando alcune linee di continuità che consentano di tracciare una posizione determinata e riconoscibile, emergente dagli esiti prodotti all’interno di un filone di ricerca sulla sperimentazione delle morfologie insediative nella città e nel territorio contemporaneo. Nella prima parte viene indagato il rapporto con le esperienze più significative del secondo dopoguerra - che assumevano il tema della morfologia e della forma urbana come terreno d’indagine operativa preminente nella disciplina dell’architettura - evidenziando differenze e alterità del particolare ambito culturale torinese. Nella seconda parte vengono esplorati i meccanismi di formazione delle figure con cui le morfologie disegnate concorrono a formare il disegno urbano (del paesaggio urbano, del territorio urbanizzato, del paesaggio tout court). Facendo riferimento, ad alcuni casi progettuali, scelti per la collocazione significativa all’interno del dibattito sulle forme del progetto urbano che si sviluppa in Italia nella seconda metà degli anni ottanta. Vengono così individuate tre figure concettuali, poste su piani diversi e talvolta complementari, che attraversano in maniera non lineare molte delle esperienze di ricerca progettuale sviluppate in un certo ambito culturale della scuola di Torino: la ricucitura come densificazione ed aggregazione fisica e relazionale, per brani parziali di continuità; la reinvenzione tipologica come componente strutturale nel disegno morfologico di una parte di territorio; l’apertura al paesaggio come categoria in grado di stabilire, nell’intreccio tra le scale, tra natura ed artificio, un diverso ordine concettuale.
Territorial figures. Morphological devices to shape the urban form / Ambrosini, Gustavo; Berta, Mauro - In: Grande scala. Architecture politic form / De Rossi A. (a cura di). - STAMPA. - Barcellona/Trento : LISt Laboratorio Internazionale Editoriale, 2009. - ISBN 9788895623290. - pp. 73-96
Territorial figures. Morphological devices to shape the urban form
AMBROSINI, Gustavo;BERTA, MAURO
2009
Abstract
Lo scritto sviluppa una riflessione sui meccanismi che danno forma alla pratica del disegno urbano analizzando un milieu culturale ristretto e in un arco di tempo determinato: la scena architettonica di Torino ed il campo definito da alcune posizioni che in essa si sono progressivamente consolidate, nel corso degli ultimi trent’anni. L’obiettivo è quello di mettere in luce i caratteri metodologici attraverso i quali sono state sviluppate alcune strategie di forma nell’ambito del progetto urbano, individuando alcune linee di continuità che consentano di tracciare una posizione determinata e riconoscibile, emergente dagli esiti prodotti all’interno di un filone di ricerca sulla sperimentazione delle morfologie insediative nella città e nel territorio contemporaneo. Nella prima parte viene indagato il rapporto con le esperienze più significative del secondo dopoguerra - che assumevano il tema della morfologia e della forma urbana come terreno d’indagine operativa preminente nella disciplina dell’architettura - evidenziando differenze e alterità del particolare ambito culturale torinese. Nella seconda parte vengono esplorati i meccanismi di formazione delle figure con cui le morfologie disegnate concorrono a formare il disegno urbano (del paesaggio urbano, del territorio urbanizzato, del paesaggio tout court). Facendo riferimento, ad alcuni casi progettuali, scelti per la collocazione significativa all’interno del dibattito sulle forme del progetto urbano che si sviluppa in Italia nella seconda metà degli anni ottanta. Vengono così individuate tre figure concettuali, poste su piani diversi e talvolta complementari, che attraversano in maniera non lineare molte delle esperienze di ricerca progettuale sviluppate in un certo ambito culturale della scuola di Torino: la ricucitura come densificazione ed aggregazione fisica e relazionale, per brani parziali di continuità; la reinvenzione tipologica come componente strutturale nel disegno morfologico di una parte di territorio; l’apertura al paesaggio come categoria in grado di stabilire, nell’intreccio tra le scale, tra natura ed artificio, un diverso ordine concettuale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11583/2374618