Il saggio punta l’attenzione su di un periodo meno studiato nell’ambito dei giardini delle residenze della corte sabauda, a cavallo tra XVI e XVII secolo. Soffocati dalla prepotenza della fase barocca e resi in gran parte invisibili da trasformazioni e distruzioni, in realtà questi spazi – letti attraverso lo studio delle fonti e delle tracce – dimostrano la piena adesione della corte alle coordinate del giardino all’italiana. Giardinieri fiorentini e napoletani, scultori come il Moschino, strutture come la fontana con automi nel giardino del Palazzo ducale, ninfei e grotte, statue e fontane collocano pienamente questa stagione piemontese in quella peninsulare, in un contesto di corte fortemente rivolto all’Italia e non ancora alla Francia, se non per aspetti legati a personaggi specifici, come nel caso della prima Madama Reale. La forza delle matrici romane cinquecentesche e tardomanieriste è evidente non solo nel calco di villa Aldobrandini costituito dalla Vigna del Cardinal Maurizio, am anche nell’impianto di Venaria Reale, assai tardivo (1660) ma evidentemente ancorato alle formule messe in atto nei giardini di Frascati.
Tracce del Cinquecento nei giardini delle residenze sabaude / Cornaglia, Paolo - In: DELIZIE IN VILLA. Il giardino rinascimentale e i suoi committenti / VENTURI G.; CECCARELLI F.. - FIRENZE : Leo S. Olshki, 2008. - ISBN 9788822257567. - pp. 131-145 [10.1400/178379]
Tracce del Cinquecento nei giardini delle residenze sabaude
CORNAGLIA, Paolo
2008
Abstract
Il saggio punta l’attenzione su di un periodo meno studiato nell’ambito dei giardini delle residenze della corte sabauda, a cavallo tra XVI e XVII secolo. Soffocati dalla prepotenza della fase barocca e resi in gran parte invisibili da trasformazioni e distruzioni, in realtà questi spazi – letti attraverso lo studio delle fonti e delle tracce – dimostrano la piena adesione della corte alle coordinate del giardino all’italiana. Giardinieri fiorentini e napoletani, scultori come il Moschino, strutture come la fontana con automi nel giardino del Palazzo ducale, ninfei e grotte, statue e fontane collocano pienamente questa stagione piemontese in quella peninsulare, in un contesto di corte fortemente rivolto all’Italia e non ancora alla Francia, se non per aspetti legati a personaggi specifici, come nel caso della prima Madama Reale. La forza delle matrici romane cinquecentesche e tardomanieriste è evidente non solo nel calco di villa Aldobrandini costituito dalla Vigna del Cardinal Maurizio, am anche nell’impianto di Venaria Reale, assai tardivo (1660) ma evidentemente ancorato alle formule messe in atto nei giardini di Frascati.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/1869013
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