Nelle nostre realtà urbane, le regole d’uso del suolo così come le infrastrutture e i servizi sono stati tradizionalmente garantiti dall’amministrazione pubblica. In tempi recenti stanno invece guadagnando sempre più spazio forme volontarie sia di regolazione degli usi dello spazio sia di fornitura di servizi pubblici che possono essere definite comunità contrattuali. Tali forme private di organizzazione della convivenza e di fornitura autonoma di servizi comuni si stanno sviluppando soprattutto negli Stati Uniti, dove decine di milioni di statunitensi vivono in comunità di questo genere. Il volume propone un’analisi e una discussione di queste forme volontarie di organizzazione a partire dall’esperienza statunitense, nell’ipotesi che sia indispensabile un approccio critico e consapevole a tale fenomeno insediativo che superi le tante interpretazioni riduttive e semplicistiche correnti. Vengono in particolare approfonditi due modelli di comunità contrattuali, denominati Comunità proprietaria e Associazione comunitaria. L’obiettivo è di comprendere come meglio accogliere modelli di questo tipo in un particolare sistema misto di organizzazione del territorio che, pur mantenendo un importante ruolo pubblico nella garanzia delle regole fondamentali di convivenza e nella fornitura di servizi di base, riconosca maggiore spazio a forme sociali spontanee. A questo riguardo si propone una riflessione più generale sul rapporto tra i compiti dello stato e lo spazio dei processi auto-organizzativi, suggerendo possibili soluzioni per trovare un giusto equilibrio tra forme auspicabili di sussidiarietà ed elementi indispensabili di coesione sociale. L’idea di fondo è che questa sia una delle sfide principali che investiranno a breve anche la società e le città europee.
LIBERTA' E ISTITUZIONI NELLA CITTA' VOLONTARIA / Brunetta, Grazia; Moroni, S.. - STAMPA. - 1:(2008), pp. 1-164.
LIBERTA' E ISTITUZIONI NELLA CITTA' VOLONTARIA
BRUNETTA, GRAZIA;
2008
Abstract
Nelle nostre realtà urbane, le regole d’uso del suolo così come le infrastrutture e i servizi sono stati tradizionalmente garantiti dall’amministrazione pubblica. In tempi recenti stanno invece guadagnando sempre più spazio forme volontarie sia di regolazione degli usi dello spazio sia di fornitura di servizi pubblici che possono essere definite comunità contrattuali. Tali forme private di organizzazione della convivenza e di fornitura autonoma di servizi comuni si stanno sviluppando soprattutto negli Stati Uniti, dove decine di milioni di statunitensi vivono in comunità di questo genere. Il volume propone un’analisi e una discussione di queste forme volontarie di organizzazione a partire dall’esperienza statunitense, nell’ipotesi che sia indispensabile un approccio critico e consapevole a tale fenomeno insediativo che superi le tante interpretazioni riduttive e semplicistiche correnti. Vengono in particolare approfonditi due modelli di comunità contrattuali, denominati Comunità proprietaria e Associazione comunitaria. L’obiettivo è di comprendere come meglio accogliere modelli di questo tipo in un particolare sistema misto di organizzazione del territorio che, pur mantenendo un importante ruolo pubblico nella garanzia delle regole fondamentali di convivenza e nella fornitura di servizi di base, riconosca maggiore spazio a forme sociali spontanee. A questo riguardo si propone una riflessione più generale sul rapporto tra i compiti dello stato e lo spazio dei processi auto-organizzativi, suggerendo possibili soluzioni per trovare un giusto equilibrio tra forme auspicabili di sussidiarietà ed elementi indispensabili di coesione sociale. L’idea di fondo è che questa sia una delle sfide principali che investiranno a breve anche la società e le città europee.File | Dimensione | Formato | |
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