Lo scritto, che si inserisce in un volume dedicato al ruolo dei corsi d’acqua come elementi geografici nell’architettura degli insediamenti, pur insistendo sul caso del progetto per Italia ’61 a Torino, cerca di argomentare un’ipotesi generale: quella della presenza di figure del paesaggio fluviale all’interno del progetto urbano, ovvero dell’impiego della figura fluviale come figura di architettura nel disegno della città, delle sue parti relative alla presenza dei fiumi ma anche di quelle non necessariamente ad esse immediatamente relazionate. Tale ipotesi si fonda sugli studi che, diretti da Giancarlo Motta presso il Dipartimento di Progettazione Architettonica e di Disegno Industriale del Politecnico di Torino, si sono rivolti al ruolo della rappresentazione cartografica in quanto “macchina” di produzione delle figure del progetto di architettura. In particolare, l’ipotesi che è qui sviluppata riguarda il ruolo della carta nel produrre alcune figure architettoniche del fiume che sono impiegate dal progetto dell’intervento torinese. Tale ruolo è indagato soprattutto per i suoi aspetti tecnici: l’astrazione della rappresentazione cartografica, la parzialità che essa comporta in quanto rappresentazione planare, l’insieme di convenzioni che regolano la rappresentazione rispetto ad un particolare problema, costituiscono infatti i dispositivi che, rendendo la carta una macchina produttrice di quello spazio che essa rappresenta, la avvicinano al progetto d’architettura. Dentro questo quadro, lo scritto confronta gli interventi urbanistico-architettonici realizzati per l’esposizione Italia ’61, svoltasi a Torino in occasione delle celebrazioni per il primo Centenario dell’Unità d’Italia, con l’”architettura” vegetazionale del Po, con le sue diverse fasce, con la varietà dei suoi “edifici” arborei. Il progetto di Italia ’61 nasce infatti da un programma complesso che mescola il tema dell’insediamento espositivo con quello dell’integrazione del progetto nel sistema del verde urbano, la definizione di un’intera parte di città rispetto ad un evento specifico e puntuale nel tempo ma anche l’eredità permanente che l’intervento lascia rispetto alla forma urbana e alle sue grandi funzioni centrali. Davanti a questo programma il doppio impiego, cartografico e architettonico, di una figura geografica come quella del fiume e del suo sistema vegetazionale assume un valore preciso: mentre la figura cartografica risponde puntualmente all’esigenza del progetto di disporre gli edifici secondo una logica difficilmente assoggettabile alle regole della città degli isolati, delle piazze, degli assi, la vocazione fitomorfa degli edifici annulla la loro eterogeneità tipologica e dimensionale comprendendoli tutti nella stessa figura progettuale: quella pietrificazione del paesaggio vegetazionale del fiume che ci restituisce ancora oggi una «scena» urbana in cui, con un’attualità sorprendente, natura e artificio si fanno il verso.
La golena pietrificata. Fiume e architettura negli interventi per Italia ‘61 a Torino / Palma, Riccardo - In: Alvei Meandri Isole e altre forme urbane / A CURA DI MOTTA G. E RAVAGNATI C.. - MILANO : FrancoAngeli, 2008. - ISBN 9788846491183. - pp. 248-266
La golena pietrificata. Fiume e architettura negli interventi per Italia ‘61 a Torino
PALMA, Riccardo
2008
Abstract
Lo scritto, che si inserisce in un volume dedicato al ruolo dei corsi d’acqua come elementi geografici nell’architettura degli insediamenti, pur insistendo sul caso del progetto per Italia ’61 a Torino, cerca di argomentare un’ipotesi generale: quella della presenza di figure del paesaggio fluviale all’interno del progetto urbano, ovvero dell’impiego della figura fluviale come figura di architettura nel disegno della città, delle sue parti relative alla presenza dei fiumi ma anche di quelle non necessariamente ad esse immediatamente relazionate. Tale ipotesi si fonda sugli studi che, diretti da Giancarlo Motta presso il Dipartimento di Progettazione Architettonica e di Disegno Industriale del Politecnico di Torino, si sono rivolti al ruolo della rappresentazione cartografica in quanto “macchina” di produzione delle figure del progetto di architettura. In particolare, l’ipotesi che è qui sviluppata riguarda il ruolo della carta nel produrre alcune figure architettoniche del fiume che sono impiegate dal progetto dell’intervento torinese. Tale ruolo è indagato soprattutto per i suoi aspetti tecnici: l’astrazione della rappresentazione cartografica, la parzialità che essa comporta in quanto rappresentazione planare, l’insieme di convenzioni che regolano la rappresentazione rispetto ad un particolare problema, costituiscono infatti i dispositivi che, rendendo la carta una macchina produttrice di quello spazio che essa rappresenta, la avvicinano al progetto d’architettura. Dentro questo quadro, lo scritto confronta gli interventi urbanistico-architettonici realizzati per l’esposizione Italia ’61, svoltasi a Torino in occasione delle celebrazioni per il primo Centenario dell’Unità d’Italia, con l’”architettura” vegetazionale del Po, con le sue diverse fasce, con la varietà dei suoi “edifici” arborei. Il progetto di Italia ’61 nasce infatti da un programma complesso che mescola il tema dell’insediamento espositivo con quello dell’integrazione del progetto nel sistema del verde urbano, la definizione di un’intera parte di città rispetto ad un evento specifico e puntuale nel tempo ma anche l’eredità permanente che l’intervento lascia rispetto alla forma urbana e alle sue grandi funzioni centrali. Davanti a questo programma il doppio impiego, cartografico e architettonico, di una figura geografica come quella del fiume e del suo sistema vegetazionale assume un valore preciso: mentre la figura cartografica risponde puntualmente all’esigenza del progetto di disporre gli edifici secondo una logica difficilmente assoggettabile alle regole della città degli isolati, delle piazze, degli assi, la vocazione fitomorfa degli edifici annulla la loro eterogeneità tipologica e dimensionale comprendendoli tutti nella stessa figura progettuale: quella pietrificazione del paesaggio vegetazionale del fiume che ci restituisce ancora oggi una «scena» urbana in cui, con un’attualità sorprendente, natura e artificio si fanno il verso.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11583/1641366
Attenzione
Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo