I beni culturali architettonici sono beni pubblici, a prescindere dai gradi variabili di rivalità ed escludibilità nella fruizione. Sono, infatti, portatori di interessi pubblici e producono effetti esterni positivi non appropriabili. Inoltre, possono a pieno titolo essere considerati anche come beni ambientali, perché costituiscono, insieme al paesaggio e ai beni naturali, un patrimonio che determina fortemente l’identità culturale e storica della comunità. Tuttavia, gli interventi di riqualificazione, restauro e conservazione dei beni storico-architettonici devono sempre più spesso fronteggiare il problema della scarsità di risorse finanziarie disponibili. La valutazione di questi beni e dei progetti che li interessano assume quindi importanza fondamentale e trova , nei consolidati metodi di stima dei beni ambientali, un robusto supporto metodologico e pratico per la stima dei benefici degli interventi. Il parametro della convenienza economica non fornisce, però, un criterio sufficiente a valutare la bontà dell’intervento, specie se, tra gli obiettivi principali di questo, vi è la produzione dei flussi finanziari necessari alla copertura economica dei costi di gestione e manutenzione dell’edificio. In tale ottica, la valutazione dell’intervento dovrebbe, infatti, stimare anche la domanda del bene dopo la riqualificazione e, quindi, prevedere se i nuovi utilizzi dell’edificio storico consentono il raggiungimento dell’autonomia finanziaria. Il presente contributo vuole introdurre le potenzialità applicative del metodo conjoint choise alla valutazione degli interventi di restauro e riqualificazione di edifici storici monumentali. Tale metodo, la cui cornice metodologica di riferimento è quella dei mercati ipotetici, si basa sulla rilevazione di preferenze espresse per determinare il nuovo utilizzo funzionale del bene storico-architettonico. Il metodo, quindi, non solo individua la funzione compatibile che maggiormente garantisce il successo dell’intervento, ma valuta anche la sua potenzialità di produrre i flussi finanziari indispensabili per garantire la manutenzione autonoma del manufatto. L’applicazione riportata descrive un’indagine di conjoint choise in formato contingent ranking sulla Reggia di Venaria Reale, una delle residenze sabaude della corona torinese, che, già dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, è oggi interessata da un importante progetto di restauro e riqualificazione che coinvolge l’intero complesso.

Nuove domande per edifici antichi. Conjoint Analysis e Conjoint Choice per la valutazione degli nterventi di riqualificazione e restauro dei beni storico-architettonici / Curto, ROCCO ANTONIO; Zanatta, V. - In: La selezione dei progetti e il controllo dei costi nella riqualificazione urbana e territoriale. / STANGHELLINI S. A CURA DI. - STAMPA. - FIRENZE : Alinea, 2004. - ISBN 9788881258376. - pp. 171-182

Nuove domande per edifici antichi. Conjoint Analysis e Conjoint Choice per la valutazione degli nterventi di riqualificazione e restauro dei beni storico-architettonici.

CURTO, ROCCO ANTONIO;
2004

Abstract

I beni culturali architettonici sono beni pubblici, a prescindere dai gradi variabili di rivalità ed escludibilità nella fruizione. Sono, infatti, portatori di interessi pubblici e producono effetti esterni positivi non appropriabili. Inoltre, possono a pieno titolo essere considerati anche come beni ambientali, perché costituiscono, insieme al paesaggio e ai beni naturali, un patrimonio che determina fortemente l’identità culturale e storica della comunità. Tuttavia, gli interventi di riqualificazione, restauro e conservazione dei beni storico-architettonici devono sempre più spesso fronteggiare il problema della scarsità di risorse finanziarie disponibili. La valutazione di questi beni e dei progetti che li interessano assume quindi importanza fondamentale e trova , nei consolidati metodi di stima dei beni ambientali, un robusto supporto metodologico e pratico per la stima dei benefici degli interventi. Il parametro della convenienza economica non fornisce, però, un criterio sufficiente a valutare la bontà dell’intervento, specie se, tra gli obiettivi principali di questo, vi è la produzione dei flussi finanziari necessari alla copertura economica dei costi di gestione e manutenzione dell’edificio. In tale ottica, la valutazione dell’intervento dovrebbe, infatti, stimare anche la domanda del bene dopo la riqualificazione e, quindi, prevedere se i nuovi utilizzi dell’edificio storico consentono il raggiungimento dell’autonomia finanziaria. Il presente contributo vuole introdurre le potenzialità applicative del metodo conjoint choise alla valutazione degli interventi di restauro e riqualificazione di edifici storici monumentali. Tale metodo, la cui cornice metodologica di riferimento è quella dei mercati ipotetici, si basa sulla rilevazione di preferenze espresse per determinare il nuovo utilizzo funzionale del bene storico-architettonico. Il metodo, quindi, non solo individua la funzione compatibile che maggiormente garantisce il successo dell’intervento, ma valuta anche la sua potenzialità di produrre i flussi finanziari indispensabili per garantire la manutenzione autonoma del manufatto. L’applicazione riportata descrive un’indagine di conjoint choise in formato contingent ranking sulla Reggia di Venaria Reale, una delle residenze sabaude della corona torinese, che, già dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, è oggi interessata da un importante progetto di restauro e riqualificazione che coinvolge l’intero complesso.
2004
9788881258376
La selezione dei progetti e il controllo dei costi nella riqualificazione urbana e territoriale.
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