Il patrimonio architettonico della città di Ankara ha alternato, durante il XX secolo, fasi di totale abbandono, in cui si registra l'assenza di campagne di scavo o di indagine, a momenti di riscoperta, quando hanno visto la luce nuovi studi e interventi di restauro e trasformazione. Questa alternanza, chiaramente connessa alle vicende storiche, politiche e culturali del Paese, ha restituito oggi una situazione di grande complessità ed eterogeneità, in cui i singoli beni, presentano, ancora visibili e leggibili, le inalterate tracce delle trasformazioni che hanno avuto nei secoli passati. Questi segni del tempo, incredibilmente preziosi per la comprensione della storia architettonica della città e del suo passato, rappresentano una ricchezza di informazioni e di lasciti che devono essere posti al centro di un progetto di conservazione e di valorizzazione utile non solo a mantenere il valore dei singoli frammenti, ma anche di comunicare la loro importanza ai fruitori del bene. Un caso paradigmatico, in tal senso, è rappresentato dalla Cittadella di Ankara (Ankara Kalesi) che costituisce un vero e proprio palinsesto della storia della città, mostrando tracce ascrivibili a tutte le fasi di dominazione del passato. Infatti, anche se la datazione del complesso originario si situa, con molte incertezze, tra il VI e l'VIII secolo, l'abbondante riuso di elementi degli edifici classici sia nella prima fase di costruzione, sia nelle numerose modifiche successive, permette una lettura del bene del periodo anche precedente alla sua fondazione. Il riuso di elementi classici (fusti delle colonne all'interno della muratura difensiva, conci degli archi riutilizzati nelle porte di accesso alla cittadella, fregi degli edifici pagani oggetto di damnatio memoriae) rappresenta infatti la caratteristica peculiare dell'edificio e costituisce una delle proprietà ad oggi meno valorizzate dell'intero sito. Una opportuna lettura della complessità di questo palinsesto si pone come momento fondativo di un idoneo intervento di conservazione sul bene, sottolineando come la piena comprensione di un oggetto architettonico e della sua storia sia il primo passo metodologico per giungere alla salvaguardia dei valori di cui è portatore. The historical heritage of Ankara city alternated, during the twentieth century, phases of total abandonment, in which there was the absence of archaeological excavations or investigation campaigns, with moments of rediscovery, with new studies and restoration and transformation. This alternation, clearly connected to the historical, political and cultural assets of the country, has returned today, a situation of great complexity and heterogeneity, in which the buildings, still visible and legible, present the unaltered traces of the transformations they have had over the centuries. These signs of time, incredibly precious for understanding the architectural history of the city and its past, represent a wealth of information and legacies that must be central for a conservation and development project, not just to maintain the value of individual fragments but also to communicate their importance to the users. A paradigmatic case, in this sense, is represented by the Citadel of Ankara (Ankara Kalesi) which constitutes a real summary of the city's history, showing traces attributable to all the phases of domination of the past. Even if the dating of the original complex is located, with many uncertainties, between the sixth and eighth centuries, the abundant reuse of elements of classical buildings both in the first phase of construction and in the numerous subsequent modifications, allows a reading of the building even before its foundation. The reuse of classic elements (of the stems of the columns inside the defensive masonry, of the elements of the arches reused in the access doors to the citadel, of the friezes of the pagan buildings subject to damnatio memoriae) represents the peculiar characteristic of the building and constitutes the less valued feature of the entire site. A proper comprehension of the complexities of this schedule is the founding moment for a suitable conservation intervention on this architecture, underlining how the full understanding of an architectural object and its history is the first methodological step to reach the protection of the values it is the bearer of.

Dalla lettura del palinsesto alla fonte materiale: studi e prospettive per la conservazione dell’Ankara Kalesi / Morezzi, Emanuele - In: Archivi e cantieri per interpretare il patrimonio. Fonti, metodi, prospettive / Devoti C., Naretto M.. - STAMPA. - Sesto Fiorentino : Edizioni All’Insegna del Giglio, 2021. - ISBN 978-88-9285-041-5. - pp. 223-227 [10.36153/heredium02-022]

Dalla lettura del palinsesto alla fonte materiale: studi e prospettive per la conservazione dell’Ankara Kalesi

morezzi
2021

Abstract

Il patrimonio architettonico della città di Ankara ha alternato, durante il XX secolo, fasi di totale abbandono, in cui si registra l'assenza di campagne di scavo o di indagine, a momenti di riscoperta, quando hanno visto la luce nuovi studi e interventi di restauro e trasformazione. Questa alternanza, chiaramente connessa alle vicende storiche, politiche e culturali del Paese, ha restituito oggi una situazione di grande complessità ed eterogeneità, in cui i singoli beni, presentano, ancora visibili e leggibili, le inalterate tracce delle trasformazioni che hanno avuto nei secoli passati. Questi segni del tempo, incredibilmente preziosi per la comprensione della storia architettonica della città e del suo passato, rappresentano una ricchezza di informazioni e di lasciti che devono essere posti al centro di un progetto di conservazione e di valorizzazione utile non solo a mantenere il valore dei singoli frammenti, ma anche di comunicare la loro importanza ai fruitori del bene. Un caso paradigmatico, in tal senso, è rappresentato dalla Cittadella di Ankara (Ankara Kalesi) che costituisce un vero e proprio palinsesto della storia della città, mostrando tracce ascrivibili a tutte le fasi di dominazione del passato. Infatti, anche se la datazione del complesso originario si situa, con molte incertezze, tra il VI e l'VIII secolo, l'abbondante riuso di elementi degli edifici classici sia nella prima fase di costruzione, sia nelle numerose modifiche successive, permette una lettura del bene del periodo anche precedente alla sua fondazione. Il riuso di elementi classici (fusti delle colonne all'interno della muratura difensiva, conci degli archi riutilizzati nelle porte di accesso alla cittadella, fregi degli edifici pagani oggetto di damnatio memoriae) rappresenta infatti la caratteristica peculiare dell'edificio e costituisce una delle proprietà ad oggi meno valorizzate dell'intero sito. Una opportuna lettura della complessità di questo palinsesto si pone come momento fondativo di un idoneo intervento di conservazione sul bene, sottolineando come la piena comprensione di un oggetto architettonico e della sua storia sia il primo passo metodologico per giungere alla salvaguardia dei valori di cui è portatore. The historical heritage of Ankara city alternated, during the twentieth century, phases of total abandonment, in which there was the absence of archaeological excavations or investigation campaigns, with moments of rediscovery, with new studies and restoration and transformation. This alternation, clearly connected to the historical, political and cultural assets of the country, has returned today, a situation of great complexity and heterogeneity, in which the buildings, still visible and legible, present the unaltered traces of the transformations they have had over the centuries. These signs of time, incredibly precious for understanding the architectural history of the city and its past, represent a wealth of information and legacies that must be central for a conservation and development project, not just to maintain the value of individual fragments but also to communicate their importance to the users. A paradigmatic case, in this sense, is represented by the Citadel of Ankara (Ankara Kalesi) which constitutes a real summary of the city's history, showing traces attributable to all the phases of domination of the past. Even if the dating of the original complex is located, with many uncertainties, between the sixth and eighth centuries, the abundant reuse of elements of classical buildings both in the first phase of construction and in the numerous subsequent modifications, allows a reading of the building even before its foundation. The reuse of classic elements (of the stems of the columns inside the defensive masonry, of the elements of the arches reused in the access doors to the citadel, of the friezes of the pagan buildings subject to damnatio memoriae) represents the peculiar characteristic of the building and constitutes the less valued feature of the entire site. A proper comprehension of the complexities of this schedule is the founding moment for a suitable conservation intervention on this architecture, underlining how the full understanding of an architectural object and its history is the first methodological step to reach the protection of the values it is the bearer of.
2021
978-88-9285-041-5
Archivi e cantieri per interpretare il patrimonio. Fonti, metodi, prospettive
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2941052