L’Architettura è da sempre considerata una disciplina basata sull’elaborazione di modelli mentali strutturabili in forma di artefatti visuali, siano essi materialmente edificati o rappresentati per mezzo delle più varie tecniche grafiche (Gay 2014). Nel momento in cui le ragioni dell’Architettura stessa vengono traposte su un supporto idoneo, si assiste a un processo eidetico che comporta la scomposizione e la ricomposizione dell’idea o dell’artefatto con lo scopo di renderne visibili/comunicabili determinate caratteristiche, siano formali, strutturali, o puramente visuali (Purini 2011). Nel corso della storia della Rappresentazione, si incontrano molti esempi di strutturazione del pensiero architettonico sotto forma di elaborato grafico composto da testi e immagini, il cui fine primario è quello di sedimentare o mostrare teorie, prassi, sperimentazioni visive della disciplina tanto come memoria personale, quanto in forma di volume/trattato rivolto a un pubblico più o meno ampio (De Fusco 2010). Si pensi ai trattati di Palladio, Guarini e Rondelet, alle raccolte di Labacco e Desgodetz, ai taccuini di de Honnecourt e Le Corbusier, alle vedute di van Wittel e Piranesi. Muovendo dall’analisi del contesto storico-culturale che vede l’Architettura come soggetto/oggetto di un processo di Rappresentazione e Comunicazione sfociante in operazioni di illustrazione (visiva e testuale), il contributo si focalizza su alcuni lavori espunti dalla vasta produzione di Giovanni Battista Cipriani, architetto, disegnatore e incisore senese attivo a Roma tra l’ultimo quarto del XVIII secolo e gli anni Quaranta del XIX secolo (De Benedetti 2006). In particolare, si analizzano i tre tomi (per oltre 350 fogli a stampa) dei Monumenti di fabbriche antiche estratti dai disegni dei più celebri autori, disegnati, incisi e pubblicati dall’Autore tra il 1786 e il 1807, con lo scopo di fornire ai «Giovani ornatissimi» un insieme di supporti visuali in «comodo sesto» (circa 190x280 mm) per lo studio delle più importanti architetture antiche, ivi compresi episodi di architettura greca/magnogreca (denotando quindi l’attenzione dell’Autore per le più recenti tendenze in materia di attribuzione di valore a artefatti poco tempo prima ignorati). I tomi sono formati prevalentemente da calcografie elaborate rimediando e riducendo gli studi di grandi architetti del passato (Serlio, Labacco, Palladio, Desgodez e Le Roy tra i principali citati). L’interesse per questi volumi è alimentato tanto dal particolare contesto culturale – che vide Roma animata da un fervente dibattito sulla didattica dell’Architettura, principalmente grazie alla presenza di Francesco Milizia e del suo circolo intellettuale (Gambutti 2014) – quanto dalla specifica e puntuale interpretazione delle tematiche trattate (Pavignano 2019). Cipriani, infatti, declina l’illustrazione del fatto architettonico a base fondante lo studio della disciplina, partendo dal riconoscimento di importanti esperienze pregresse divenute modello da interpretare per contribuire a una efficace introduzione/illustrazione alle tematiche trattate. Infine, l’attribuzione di valore non solamente ai Prodromi citati, ma soprattutto al modello grafico da loro sviluppato e puntualmente verificato nel contributo, permette a Cipriani di strutturare organicamente il progetto di illustrazione, divenuto a posteriori un possibile manifesto del suo pensiero teorico in merito all’utilizzo delle immagini per l’Architettura, in particolare se confrontato con il resto della sua vasta produzione grafica, manoscritta e a stampa.

L’Architettura in comodo sesto: Monumenti di fabbriche antiche illustrati ad uso dei “Giovani ornatissimi” (1796-1807) / Pavignano, Martino - In: Linguaggi Grafici. ILLUSTRAZIONE / Cicalò E., Trizio I. (a cura di). - ELETTRONICO. - Alghero : Publica, 2020. - ISBN 9788899586157. - pp. 354-381

L’Architettura in comodo sesto: Monumenti di fabbriche antiche illustrati ad uso dei “Giovani ornatissimi” (1796-1807)

Pavignano Martino
2020

Abstract

L’Architettura è da sempre considerata una disciplina basata sull’elaborazione di modelli mentali strutturabili in forma di artefatti visuali, siano essi materialmente edificati o rappresentati per mezzo delle più varie tecniche grafiche (Gay 2014). Nel momento in cui le ragioni dell’Architettura stessa vengono traposte su un supporto idoneo, si assiste a un processo eidetico che comporta la scomposizione e la ricomposizione dell’idea o dell’artefatto con lo scopo di renderne visibili/comunicabili determinate caratteristiche, siano formali, strutturali, o puramente visuali (Purini 2011). Nel corso della storia della Rappresentazione, si incontrano molti esempi di strutturazione del pensiero architettonico sotto forma di elaborato grafico composto da testi e immagini, il cui fine primario è quello di sedimentare o mostrare teorie, prassi, sperimentazioni visive della disciplina tanto come memoria personale, quanto in forma di volume/trattato rivolto a un pubblico più o meno ampio (De Fusco 2010). Si pensi ai trattati di Palladio, Guarini e Rondelet, alle raccolte di Labacco e Desgodetz, ai taccuini di de Honnecourt e Le Corbusier, alle vedute di van Wittel e Piranesi. Muovendo dall’analisi del contesto storico-culturale che vede l’Architettura come soggetto/oggetto di un processo di Rappresentazione e Comunicazione sfociante in operazioni di illustrazione (visiva e testuale), il contributo si focalizza su alcuni lavori espunti dalla vasta produzione di Giovanni Battista Cipriani, architetto, disegnatore e incisore senese attivo a Roma tra l’ultimo quarto del XVIII secolo e gli anni Quaranta del XIX secolo (De Benedetti 2006). In particolare, si analizzano i tre tomi (per oltre 350 fogli a stampa) dei Monumenti di fabbriche antiche estratti dai disegni dei più celebri autori, disegnati, incisi e pubblicati dall’Autore tra il 1786 e il 1807, con lo scopo di fornire ai «Giovani ornatissimi» un insieme di supporti visuali in «comodo sesto» (circa 190x280 mm) per lo studio delle più importanti architetture antiche, ivi compresi episodi di architettura greca/magnogreca (denotando quindi l’attenzione dell’Autore per le più recenti tendenze in materia di attribuzione di valore a artefatti poco tempo prima ignorati). I tomi sono formati prevalentemente da calcografie elaborate rimediando e riducendo gli studi di grandi architetti del passato (Serlio, Labacco, Palladio, Desgodez e Le Roy tra i principali citati). L’interesse per questi volumi è alimentato tanto dal particolare contesto culturale – che vide Roma animata da un fervente dibattito sulla didattica dell’Architettura, principalmente grazie alla presenza di Francesco Milizia e del suo circolo intellettuale (Gambutti 2014) – quanto dalla specifica e puntuale interpretazione delle tematiche trattate (Pavignano 2019). Cipriani, infatti, declina l’illustrazione del fatto architettonico a base fondante lo studio della disciplina, partendo dal riconoscimento di importanti esperienze pregresse divenute modello da interpretare per contribuire a una efficace introduzione/illustrazione alle tematiche trattate. Infine, l’attribuzione di valore non solamente ai Prodromi citati, ma soprattutto al modello grafico da loro sviluppato e puntualmente verificato nel contributo, permette a Cipriani di strutturare organicamente il progetto di illustrazione, divenuto a posteriori un possibile manifesto del suo pensiero teorico in merito all’utilizzo delle immagini per l’Architettura, in particolare se confrontato con il resto della sua vasta produzione grafica, manoscritta e a stampa.
2020
9788899586157
Linguaggi Grafici. ILLUSTRAZIONE
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2872990