Allo stesso modo in cui nella pratica professionale ogni incarico rappresenta una occasione per riflettere intorno al ruolo sociale del progetto architettonico, in ambito didattico la programmazione di un laboratorio di progettazione implica una presa di posizione critica sin dalla scelta del tema, fino alla definizione delle metodologie di lettura e trasformazione della realtà da proporre, testare e costruire insieme agli studenti. Le esperienze dirette condotte nella pratica della terza missione, nell'attività concorsuale e nell'esercizio della professionale costituiscono un patrimonio di temi e saperi che, a partire dal confronto con le reali condizioni di produzione del progetto, suggeriscono nuovi approcci e modalità di articolazione delle proposte didattiche. In tal senso il carattere intrinsecamente sperimentale del laboratorio di progettazione rappresenta, per gli studenti (e per la comunità scientifica in generale), una occasione importante di confronto con temi, dinamiche e processi che caratterizzano e ridefiniscono il ruolo dell'architetto-progettista nel contesto attuale. I mutamenti nei programmi, il moltiplicarsi degli attori, la comparsa di una eterogeneità di utenti, situazioni e pratiche cui il progetto deve rispondere, impongono una sostanziale ridefinizione dell’attività e del ruolo dell’architetto nella società civile e richiede la revisione di paradigmi e pratiche disciplinari che devono trovare correlato nelle proposte didattiche. Formare architetti-progettisti, a partire dalla convinzione del progetto come strumento possibilitante delle trasformazioni, deve confrontarsi con l'emersione di nuovi saperi, nuove capacità interpretative per dare forma a programmi in evoluzione, in cui è il progetto stesso a influenzare gli usi finali effettivi, le possibilità di concretizzazione e la definizione di possibili strumenti di gestione. Sulla base di queste considerazioni, la call per il prossimo forum ProArch sembra una buona occasione di confronto per raccogliere e comunicare gli esiti (ancorché in fieri) di una serie di esperienze didattiche che, con declinazioni diverse, portiamo avanti da sei anni nelle Unità di Progetto e negli Atelier delle Lauree Magistrali del Politecnico di Torino. Attraverso l' attenta lettura del contesto di produzione (economico-sociale-spaziale) e l'interazione diretta con altri attori del processo -i promotori (sia sociali che economici), gli utenti e i fruitori- abbiamo lavorato sul recupero e la riconversione di due spazi di proprietà della Città di Torino per la creazione di due Case del Quartiere (2013-2014), sul reloading della trama degli spazi della città pubblica e del patrimonio edilizio del quartiere Mirafiori Sud (2014-2016) e sul ripensamento degli spazi aperti della socialità nella ridefinizione del rapporto tra i campus universitari e la città (dal 2016). In queste esperienze il lavoro con gli studenti si è articolato intorno alla nozione di progetto come banco di prova nella fase di definizione, affinamento, comunicazione e condivisione del programma ma anche come pratica in grado di interrogare, sotto l’aspetto architettonico-morfologico i luoghi, ma anche le pratiche, gli usi, la flessibilità del costruito, la resilienza dei contesti, il valore della reinterpretazione delle morfologie e delle tipologie, facendo emergere usi e modalità possibili di attuazione concreta

Nuovi progetti per nuovi programmi: Attualizzare i temi del progetto didattico / Gomes, Santiago; Crotti, Massimo. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 441-444. (Intervento presentato al convegno VII Forum di ProArch, Società Scientifica nazionale dei docenti di Progettazione Architettonica, SSD ICAR 14, 15 e 16 tenutosi a Milano nel 16-17 novembre 2018).

Nuovi progetti per nuovi programmi: Attualizzare i temi del progetto didattico

Santiago Gomes;Massimo Crotti
2019

Abstract

Allo stesso modo in cui nella pratica professionale ogni incarico rappresenta una occasione per riflettere intorno al ruolo sociale del progetto architettonico, in ambito didattico la programmazione di un laboratorio di progettazione implica una presa di posizione critica sin dalla scelta del tema, fino alla definizione delle metodologie di lettura e trasformazione della realtà da proporre, testare e costruire insieme agli studenti. Le esperienze dirette condotte nella pratica della terza missione, nell'attività concorsuale e nell'esercizio della professionale costituiscono un patrimonio di temi e saperi che, a partire dal confronto con le reali condizioni di produzione del progetto, suggeriscono nuovi approcci e modalità di articolazione delle proposte didattiche. In tal senso il carattere intrinsecamente sperimentale del laboratorio di progettazione rappresenta, per gli studenti (e per la comunità scientifica in generale), una occasione importante di confronto con temi, dinamiche e processi che caratterizzano e ridefiniscono il ruolo dell'architetto-progettista nel contesto attuale. I mutamenti nei programmi, il moltiplicarsi degli attori, la comparsa di una eterogeneità di utenti, situazioni e pratiche cui il progetto deve rispondere, impongono una sostanziale ridefinizione dell’attività e del ruolo dell’architetto nella società civile e richiede la revisione di paradigmi e pratiche disciplinari che devono trovare correlato nelle proposte didattiche. Formare architetti-progettisti, a partire dalla convinzione del progetto come strumento possibilitante delle trasformazioni, deve confrontarsi con l'emersione di nuovi saperi, nuove capacità interpretative per dare forma a programmi in evoluzione, in cui è il progetto stesso a influenzare gli usi finali effettivi, le possibilità di concretizzazione e la definizione di possibili strumenti di gestione. Sulla base di queste considerazioni, la call per il prossimo forum ProArch sembra una buona occasione di confronto per raccogliere e comunicare gli esiti (ancorché in fieri) di una serie di esperienze didattiche che, con declinazioni diverse, portiamo avanti da sei anni nelle Unità di Progetto e negli Atelier delle Lauree Magistrali del Politecnico di Torino. Attraverso l' attenta lettura del contesto di produzione (economico-sociale-spaziale) e l'interazione diretta con altri attori del processo -i promotori (sia sociali che economici), gli utenti e i fruitori- abbiamo lavorato sul recupero e la riconversione di due spazi di proprietà della Città di Torino per la creazione di due Case del Quartiere (2013-2014), sul reloading della trama degli spazi della città pubblica e del patrimonio edilizio del quartiere Mirafiori Sud (2014-2016) e sul ripensamento degli spazi aperti della socialità nella ridefinizione del rapporto tra i campus universitari e la città (dal 2016). In queste esperienze il lavoro con gli studenti si è articolato intorno alla nozione di progetto come banco di prova nella fase di definizione, affinamento, comunicazione e condivisione del programma ma anche come pratica in grado di interrogare, sotto l’aspetto architettonico-morfologico i luoghi, ma anche le pratiche, gli usi, la flessibilità del costruito, la resilienza dei contesti, il valore della reinterpretazione delle morfologie e delle tipologie, facendo emergere usi e modalità possibili di attuazione concreta
2019
9788890905476
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2791312