Il corposo volume, pubblicato nel dicembre 2018 e ristampato nella primavera del 2020, si è subito imposto come il principale riferimento nella lettteratura scientifica dedicata al dibattito nazionale sulle aree interne del paese. Antonio De Rossi - ideatore del progetto editoriale e scientifico - cura il volume, ne scrive l'introduzione, e un lungo saggio, con Laura Mascino, qui presentato, dedicato al ruolo del progetto di architettura nei processi rigenerativi delle aree interne e montane. Il volume, che vede la partecipazione di protagonisti del tema come l'ex ministro Fabrizio Barca, l'economista della cultura Pier Luigi Sacco, l'urbanista Arturo Lanzani, il geografo Giuseppe Dematteis, l'antropologo Vito Teti, lo storico Piero Bevilacqua, l'ex responsabile della Strategia Nazionale per le Aree Interne Sabrina Lucatelli, per un totale di più di 40 autori, è caratterizzato dall'intreccio di più piani differenti, che intrecciano analisi scientifiche, politiche, lettura delle trasformazioni culturali e degli immaginari, esperienze e pratiche sul campo. Il libro ha ottenuto diverse decine di recensioni (https://www.donzelli.it/libro/9788868438494) ed è stato oggetto di presentazioni in diversi convegni e programmi radiofonici, come Fahrenheit su Rai Radio 3. Il saggio di De Rossi e Mascino qui presentato è stato la base di diversi contributi successivi sempre sul tema del progetto di architettura nella rigenerazione delle aree interne, tra cui un articolo pubblicato su Domus nel dicembre 2020 che presenta gli esiti del lavoro architettonico-rigenerativo di De Rossi sulle Alpi occidentali. Ha inoltre dato vita a un dibattito interdisciplinare sul tema della critica ai processi di patrimonializzazione. Il libro muove da qui: "Invertire lo sguardo. Guardare all’Italia intera muovendo dai margini, dalle periferie. Considerare le dinamiche demografiche, i processi di modernizzazione, gli equilibri ambientali, le mobilità sociali e territoriali, le contraddizioni e le opportunità, per una volta all’incontrario. Partendo dalla considerazione che l’Italia del margine non è una parte residuale; che si tratta anzi del terreno forse decisivo per vincere le sfide dei prossimi decenni." A dispetto dell’immagine che la vuole strettamente legata a una dimensione urbana, l’Italia è infatti disseminata di «territori del margine»: dal complesso sistema delle valli e delle montagne alpine ai variegati territori della dorsale appenninica, e via via scendendo per la penisola, fino a incontrare tutte quelle zone che il meridionalismo classico aveva indicato come «l’osso» da contrapporre alla «polpa», e a giungere alle aree arroccate delle due grandi isole mediterranee. Sono gli spazi in cui l’insediamento umano ha conosciuto vecchie e nuove contrazioni; dove il patrimonio abitativo è affetto da crescenti fenomeni di abbandono; dove l’esercizio della cittadinanza si mostra più difficile; dove più si concentrano le diseguaglianze, i disagi. Sommandole tutte, queste aree – «interne», «fragili», «in contrazione», «del margine» –, ammontano a quasi un quarto della popolazione totale, e a più dei due terzi del l’intero territorio italiano. Abbastanza per farne l’oggetto di una grande «questione nazionale». Se non fosse che hanno prevalso altre rappresentazioni: il Sud in perenne «ritardo di sviluppo»; il «triangolo industriale» della modernizzazione fordista; la «terza Italia» dei distretti. Al centro, l’ingombrante presenza della dimensione metropolitana, in grado di offuscare, fin quasi a spegnerlo, «tutto il resto». Oggi le specificità, le vitalità, le opportunità, le azioni pubbliche e collettive di questo resto tornano a essere visibili. Possono e devono animare una nuova lettura del paese. Nel libro si confrontano le riflessioni di storici, territorialisti, architetti, geografi, demografi, antropologi, sociologi, statistici, economisti, ecologisti. Si analizzano le ragioni degli abbandoni, degli spopolamenti, dei flussi, delle nuove mobilità in ingresso. Si misurano la qualità e il livello dei servizi di cittadinanza, facendo anche tesoro del patrimonio di conoscenze e di azione pubblica sul campo della Strategia nazionale aree interne, posta in essere negli ultimi dieci anni presso il Dipartimento per le politiche di coesione. Si scopre così un’altra Italia, che partecipa pienamente alle sorti comuni del paese, ma che soffre di più; e che sta provando a riorganizzarsi, a ripopolarsi grazie ai giovani e agli immigrati, a inventare nuove imprenditorialità, a esprimere una nuova consapevolezza ecologica. Un paese che non rimuove la nostalgia dei luoghi, ma ne fa la premessa indispensabile per tramutare la rabbia e i risentimenti nell’impegno per una nuova fase di avanzamento sociale.

Progetto e pratiche di rigenerazione: L'altra Italia e la forma delle cose / DE ROSSI, Antonio; Mascino, Laura - In: Riabitare l'Italia Le aree interne tra abbandoni e riconquiste / Antonio De Rossi (a cura di). - STAMPA. - Roma : Donzelli, 2018. - ISBN 9788868438494. - pp. 499-535

Progetto e pratiche di rigenerazione: L'altra Italia e la forma delle cose

Antonio De Rossi;MASCINO, LAURA
2018

Abstract

Il corposo volume, pubblicato nel dicembre 2018 e ristampato nella primavera del 2020, si è subito imposto come il principale riferimento nella lettteratura scientifica dedicata al dibattito nazionale sulle aree interne del paese. Antonio De Rossi - ideatore del progetto editoriale e scientifico - cura il volume, ne scrive l'introduzione, e un lungo saggio, con Laura Mascino, qui presentato, dedicato al ruolo del progetto di architettura nei processi rigenerativi delle aree interne e montane. Il volume, che vede la partecipazione di protagonisti del tema come l'ex ministro Fabrizio Barca, l'economista della cultura Pier Luigi Sacco, l'urbanista Arturo Lanzani, il geografo Giuseppe Dematteis, l'antropologo Vito Teti, lo storico Piero Bevilacqua, l'ex responsabile della Strategia Nazionale per le Aree Interne Sabrina Lucatelli, per un totale di più di 40 autori, è caratterizzato dall'intreccio di più piani differenti, che intrecciano analisi scientifiche, politiche, lettura delle trasformazioni culturali e degli immaginari, esperienze e pratiche sul campo. Il libro ha ottenuto diverse decine di recensioni (https://www.donzelli.it/libro/9788868438494) ed è stato oggetto di presentazioni in diversi convegni e programmi radiofonici, come Fahrenheit su Rai Radio 3. Il saggio di De Rossi e Mascino qui presentato è stato la base di diversi contributi successivi sempre sul tema del progetto di architettura nella rigenerazione delle aree interne, tra cui un articolo pubblicato su Domus nel dicembre 2020 che presenta gli esiti del lavoro architettonico-rigenerativo di De Rossi sulle Alpi occidentali. Ha inoltre dato vita a un dibattito interdisciplinare sul tema della critica ai processi di patrimonializzazione. Il libro muove da qui: "Invertire lo sguardo. Guardare all’Italia intera muovendo dai margini, dalle periferie. Considerare le dinamiche demografiche, i processi di modernizzazione, gli equilibri ambientali, le mobilità sociali e territoriali, le contraddizioni e le opportunità, per una volta all’incontrario. Partendo dalla considerazione che l’Italia del margine non è una parte residuale; che si tratta anzi del terreno forse decisivo per vincere le sfide dei prossimi decenni." A dispetto dell’immagine che la vuole strettamente legata a una dimensione urbana, l’Italia è infatti disseminata di «territori del margine»: dal complesso sistema delle valli e delle montagne alpine ai variegati territori della dorsale appenninica, e via via scendendo per la penisola, fino a incontrare tutte quelle zone che il meridionalismo classico aveva indicato come «l’osso» da contrapporre alla «polpa», e a giungere alle aree arroccate delle due grandi isole mediterranee. Sono gli spazi in cui l’insediamento umano ha conosciuto vecchie e nuove contrazioni; dove il patrimonio abitativo è affetto da crescenti fenomeni di abbandono; dove l’esercizio della cittadinanza si mostra più difficile; dove più si concentrano le diseguaglianze, i disagi. Sommandole tutte, queste aree – «interne», «fragili», «in contrazione», «del margine» –, ammontano a quasi un quarto della popolazione totale, e a più dei due terzi del l’intero territorio italiano. Abbastanza per farne l’oggetto di una grande «questione nazionale». Se non fosse che hanno prevalso altre rappresentazioni: il Sud in perenne «ritardo di sviluppo»; il «triangolo industriale» della modernizzazione fordista; la «terza Italia» dei distretti. Al centro, l’ingombrante presenza della dimensione metropolitana, in grado di offuscare, fin quasi a spegnerlo, «tutto il resto». Oggi le specificità, le vitalità, le opportunità, le azioni pubbliche e collettive di questo resto tornano a essere visibili. Possono e devono animare una nuova lettura del paese. Nel libro si confrontano le riflessioni di storici, territorialisti, architetti, geografi, demografi, antropologi, sociologi, statistici, economisti, ecologisti. Si analizzano le ragioni degli abbandoni, degli spopolamenti, dei flussi, delle nuove mobilità in ingresso. Si misurano la qualità e il livello dei servizi di cittadinanza, facendo anche tesoro del patrimonio di conoscenze e di azione pubblica sul campo della Strategia nazionale aree interne, posta in essere negli ultimi dieci anni presso il Dipartimento per le politiche di coesione. Si scopre così un’altra Italia, che partecipa pienamente alle sorti comuni del paese, ma che soffre di più; e che sta provando a riorganizzarsi, a ripopolarsi grazie ai giovani e agli immigrati, a inventare nuove imprenditorialità, a esprimere una nuova consapevolezza ecologica. Un paese che non rimuove la nostalgia dei luoghi, ma ne fa la premessa indispensabile per tramutare la rabbia e i risentimenti nell’impegno per una nuova fase di avanzamento sociale.
2018
9788868438494
Riabitare l'Italia Le aree interne tra abbandoni e riconquiste
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2721934