La cittadina di Cortemaggiore – singolare esempio di fondazione tardo quattrocentesca di un impianto urbano realizzato ex novo come sede di una piccola corte padana – ha conosciuto scarsa risonanza negli studi di carattere sovra locale; la trattazione delle vicende urbanistico architettoniche che hanno caratterizzato le sue origini e il suo sviluppo trova sbocco, oltre che nelle pubblicazioni di storia locale, in pochi e circostanziati lavori di carattere specialistico. Lo studio bibliografico ha dato avvio a una ricognizione delle fonti esistenti per la storia urbana di Cortemaggiore, operazione che ha fatto emergere un corpus documentario che a partire dalla metà del Settecento testimonia l’interesse per la descrizione fisica dell’edificato e per la ricostruzione dei fatti storici che ne hanno determinato l’assetto. La tesi si pone l’obiettivo di indagare le fonti che tra la metà del secolo XVIII e la metà del successivo hanno studiato la città rinascimentale e le sue trasformazioni, fino a dare ragione degli interventi ad esse contemporanei; le finalità non solo operative, ma spesso in prevalenza descrittive di questi documenti consentono di disporre di un quadro dettagliato dell’edificato tardo settecentesco e di indagare l’attenzione con la quale i cittadini di Cortemaggiore guardavano al loro patrimonio costruito, riconoscendo ad esso un valore derivante sia dalla genesi storica, sia dagli esiti formali espressi nell’architettura. Gli archivi del territorio sono stati scandagliati al fine di rilevare la consistenza del patrimonio documentario riferibile alla cittadina nel periodo preso in esame. L’Archivio Storico Comunale di Cortemaggiore conserva il manoscritto di Gioseffo Torricella Memorie della nobile Terra di Cortemaggiore (1792), oltre a specifiche cartelle relative ad alcuni spazi ed edifici pubblici e alla copiosa serie dei verbali delle Convocazioni Municipali. L’Archivio di Stato di Parma ha offerto un notevole apporto documentario, soprattutto attraverso il fondo ottocentesco Ispezione del Patrimonio dello Stato e la miscellanea Mappe e disegni; si sono inoltre potuti analizzare i fondi Feudi e Comunità e Culto, oltre a parte dell’archivio di famiglia dei Pallavicino, dai quale sono emersi tuttavia pochi elementi utili. Presso l’Archivio di Stato di Piacenza sono stati esaminati la documentazione catastale redatta dal 1819 e i pochi altri documenti provenienti dai fondi Notarile e Culto. Significativo l’apporto derivato dalla Biblioteca Comunale Passerini Landi di Piacenza, presso la quale si conservano diversi reperti manoscritti, raccolti in massima parte nei fondi Vitali e Pallastrelli, comprendenti storie della famiglia Pallavicino, delle Notizie storiche del Convento delle Terziarie, atti notarili e memorie varie; si segnala in particolare il manoscritto Pallastrelli 279 per le fonti grafiche ivi contenute. La Biblioteca Palatina di Parma conserva nel fondo Moreau de Saint Méry un piccolo ma interessante corpus di carte riconducibili a Cortemaggiore, comprendente carteggi e memorie dei primi anni del XIX secolo. Infine dalla Civica Raccolta di Stampe Bertarelli di Milano si è tratta una topografia della cittadina. Tra le carte analizzate si è inteso porre l’attenzione su due documenti emergenti sugli altri per l’originalità e la corposità delle informazioni contenute, oltre che per la minuziosa volontà descrittiva che in essi si evidenzia: i rilievi del manoscritto Pallastrelli 279 e le Memorie del Torricella. Si sono pertanto strutturati due nuclei documentari incentrati sulle due tipologie della rappresentazione grafica e del racconto storico, utilizzando le altre fonti scritte (lettere, perizie…) per ricavare le informazioni utili a contestualizzare i documenti oggetto della trattazione. La tesi risulta conseguentemente divisa in due sezioni: disegno e racconto. In esse si sono volute raccogliere separatamente testimonianze grafiche e racconti storici, senza perdere di vista le relazioni che si instaurano tra di essi. La prima parte comprende un primo capitolo nel quale si effettua il riordino del materiale grafico riguardante Cortemaggiore, distinguendo tra la scala urbana e quella architettonica; ciascun disegno è descritto e contestualizzato attraverso i documenti rinvenuti e consente di focalizzare i diversi episodi monumentali e urbani, diventando il pretesto sia per la descrizione della città storica, sia per affrontare specifici interventi edilizi ricadenti nell’arco cronologico considerato. Nel secondo capitolo si concentra l’attenzione sui disegni del manoscritto Pallastrelli 279, identificando le potenzialità ivi contenute e fornendo un esemplificativo raffronto con il tessuto edilizio attuale. La seconda sezione si apre con un terzo capitolo dedicato alla ricostruzione sia del profilo biografico di Giuseppe Torricella, sia dell’ambiente culturale del quale egli fu partecipe, analizzando le opere degli storici che nel secondo Settecento operarono nel contesto piacentino e parmense, con particolare attenzione a coloro che furono interlocutori del Torricella. Il quarto capitolo raccoglie i manoscritti e le opere a stampa inerenti alla cittadina, prodotti nel periodo di riferimento, nei quali emerge l’intento di ricostruzione storica e di descrizione del patrimonio, esplicitando in che modo questi temi vengano affrontati. Nel quinto capitolo l’analisi puntuale del testo torricelliano consente di sottolineare gli elementi di critica e di storia dell’architettura ivi contenuti, al fine di definire la collocazione dell’opera del Torricella all’interno del panorama di riferimento precedentemente delineato e di metterne in luce gli aspetti innovativi. Gli esiti originali a cui ha condotto la ricerca di tesi si possono così riassumere: - sistematizzazione dei documenti settecenteschi e della prima metà del XIX secolo relativi alla storia urbana di Cortemaggiore. La lettura degli stessi consente, attraverso il racconto e l’immagine, la definizione dell’aspetto della cittadina nel tardo Settecento e nei decenni successivi; - ri-esame del testo torricelliano (imprescindibile anche per lo studio delle operazioni urbanistico-architettoniche dei secoli precedenti in quanto contiene informazioni talvolta desunte da documenti più antichi andati perduti) sotto la specifica lente della critica architettonica; - sottolineatura del valore che le Memorie torricelliane e i rilievi del manoscritto Pallastrelli rivestono per la storia urbana, quali documenti peculiari e innovativi, tanto più insoliti per una realtà minore; - implementazione del corpus documentario noto, utile allo studio della storia urbana di Cortemaggiore, attraverso l’analisi di disegni e manoscritti inediti; - ricostruzione di alcuni aspetti architettonici e vicende edilizie poco noti, quali la definizione della consistenza volumetrica del convento, ora demolito, delle terziarie Francescane e la descrizione delle operazioni di riconversione attuate su tale complesso in seguito alla sua soppressione, rese possibili dalla lettura dell’ampia documentazione inedita del fondo Ispezione del Patrimonio dello Stato; - definizione di un clima culturale di attenzione verso il patrimonio storico costruito (espresso in particolare dalla figura del Torricella attraverso le sue Memorie e le loro successive rielaborazioni, unitamente ai disegni che le accompagnavano, ma già ravvisabile nel Pallastrelli 279 e ribadito dai rilievi richiesti nel 1803 dal Moreau) che emerge nel periodo considerato in una cittadina caratterizzata da una particolare conformazione urbanistica.

“Ben’ordinate fabriche”. Le fonti per la storia monumentale e urbana di Cortemaggiore tra età borbonica e Restaurazione / Perazzoli, Matteo. - (2017). [10.6092/polito/porto/2685436]

“Ben’ordinate fabriche”. Le fonti per la storia monumentale e urbana di Cortemaggiore tra età borbonica e Restaurazione

PERAZZOLI, MATTEO
2017

Abstract

La cittadina di Cortemaggiore – singolare esempio di fondazione tardo quattrocentesca di un impianto urbano realizzato ex novo come sede di una piccola corte padana – ha conosciuto scarsa risonanza negli studi di carattere sovra locale; la trattazione delle vicende urbanistico architettoniche che hanno caratterizzato le sue origini e il suo sviluppo trova sbocco, oltre che nelle pubblicazioni di storia locale, in pochi e circostanziati lavori di carattere specialistico. Lo studio bibliografico ha dato avvio a una ricognizione delle fonti esistenti per la storia urbana di Cortemaggiore, operazione che ha fatto emergere un corpus documentario che a partire dalla metà del Settecento testimonia l’interesse per la descrizione fisica dell’edificato e per la ricostruzione dei fatti storici che ne hanno determinato l’assetto. La tesi si pone l’obiettivo di indagare le fonti che tra la metà del secolo XVIII e la metà del successivo hanno studiato la città rinascimentale e le sue trasformazioni, fino a dare ragione degli interventi ad esse contemporanei; le finalità non solo operative, ma spesso in prevalenza descrittive di questi documenti consentono di disporre di un quadro dettagliato dell’edificato tardo settecentesco e di indagare l’attenzione con la quale i cittadini di Cortemaggiore guardavano al loro patrimonio costruito, riconoscendo ad esso un valore derivante sia dalla genesi storica, sia dagli esiti formali espressi nell’architettura. Gli archivi del territorio sono stati scandagliati al fine di rilevare la consistenza del patrimonio documentario riferibile alla cittadina nel periodo preso in esame. L’Archivio Storico Comunale di Cortemaggiore conserva il manoscritto di Gioseffo Torricella Memorie della nobile Terra di Cortemaggiore (1792), oltre a specifiche cartelle relative ad alcuni spazi ed edifici pubblici e alla copiosa serie dei verbali delle Convocazioni Municipali. L’Archivio di Stato di Parma ha offerto un notevole apporto documentario, soprattutto attraverso il fondo ottocentesco Ispezione del Patrimonio dello Stato e la miscellanea Mappe e disegni; si sono inoltre potuti analizzare i fondi Feudi e Comunità e Culto, oltre a parte dell’archivio di famiglia dei Pallavicino, dai quale sono emersi tuttavia pochi elementi utili. Presso l’Archivio di Stato di Piacenza sono stati esaminati la documentazione catastale redatta dal 1819 e i pochi altri documenti provenienti dai fondi Notarile e Culto. Significativo l’apporto derivato dalla Biblioteca Comunale Passerini Landi di Piacenza, presso la quale si conservano diversi reperti manoscritti, raccolti in massima parte nei fondi Vitali e Pallastrelli, comprendenti storie della famiglia Pallavicino, delle Notizie storiche del Convento delle Terziarie, atti notarili e memorie varie; si segnala in particolare il manoscritto Pallastrelli 279 per le fonti grafiche ivi contenute. La Biblioteca Palatina di Parma conserva nel fondo Moreau de Saint Méry un piccolo ma interessante corpus di carte riconducibili a Cortemaggiore, comprendente carteggi e memorie dei primi anni del XIX secolo. Infine dalla Civica Raccolta di Stampe Bertarelli di Milano si è tratta una topografia della cittadina. Tra le carte analizzate si è inteso porre l’attenzione su due documenti emergenti sugli altri per l’originalità e la corposità delle informazioni contenute, oltre che per la minuziosa volontà descrittiva che in essi si evidenzia: i rilievi del manoscritto Pallastrelli 279 e le Memorie del Torricella. Si sono pertanto strutturati due nuclei documentari incentrati sulle due tipologie della rappresentazione grafica e del racconto storico, utilizzando le altre fonti scritte (lettere, perizie…) per ricavare le informazioni utili a contestualizzare i documenti oggetto della trattazione. La tesi risulta conseguentemente divisa in due sezioni: disegno e racconto. In esse si sono volute raccogliere separatamente testimonianze grafiche e racconti storici, senza perdere di vista le relazioni che si instaurano tra di essi. La prima parte comprende un primo capitolo nel quale si effettua il riordino del materiale grafico riguardante Cortemaggiore, distinguendo tra la scala urbana e quella architettonica; ciascun disegno è descritto e contestualizzato attraverso i documenti rinvenuti e consente di focalizzare i diversi episodi monumentali e urbani, diventando il pretesto sia per la descrizione della città storica, sia per affrontare specifici interventi edilizi ricadenti nell’arco cronologico considerato. Nel secondo capitolo si concentra l’attenzione sui disegni del manoscritto Pallastrelli 279, identificando le potenzialità ivi contenute e fornendo un esemplificativo raffronto con il tessuto edilizio attuale. La seconda sezione si apre con un terzo capitolo dedicato alla ricostruzione sia del profilo biografico di Giuseppe Torricella, sia dell’ambiente culturale del quale egli fu partecipe, analizzando le opere degli storici che nel secondo Settecento operarono nel contesto piacentino e parmense, con particolare attenzione a coloro che furono interlocutori del Torricella. Il quarto capitolo raccoglie i manoscritti e le opere a stampa inerenti alla cittadina, prodotti nel periodo di riferimento, nei quali emerge l’intento di ricostruzione storica e di descrizione del patrimonio, esplicitando in che modo questi temi vengano affrontati. Nel quinto capitolo l’analisi puntuale del testo torricelliano consente di sottolineare gli elementi di critica e di storia dell’architettura ivi contenuti, al fine di definire la collocazione dell’opera del Torricella all’interno del panorama di riferimento precedentemente delineato e di metterne in luce gli aspetti innovativi. Gli esiti originali a cui ha condotto la ricerca di tesi si possono così riassumere: - sistematizzazione dei documenti settecenteschi e della prima metà del XIX secolo relativi alla storia urbana di Cortemaggiore. La lettura degli stessi consente, attraverso il racconto e l’immagine, la definizione dell’aspetto della cittadina nel tardo Settecento e nei decenni successivi; - ri-esame del testo torricelliano (imprescindibile anche per lo studio delle operazioni urbanistico-architettoniche dei secoli precedenti in quanto contiene informazioni talvolta desunte da documenti più antichi andati perduti) sotto la specifica lente della critica architettonica; - sottolineatura del valore che le Memorie torricelliane e i rilievi del manoscritto Pallastrelli rivestono per la storia urbana, quali documenti peculiari e innovativi, tanto più insoliti per una realtà minore; - implementazione del corpus documentario noto, utile allo studio della storia urbana di Cortemaggiore, attraverso l’analisi di disegni e manoscritti inediti; - ricostruzione di alcuni aspetti architettonici e vicende edilizie poco noti, quali la definizione della consistenza volumetrica del convento, ora demolito, delle terziarie Francescane e la descrizione delle operazioni di riconversione attuate su tale complesso in seguito alla sua soppressione, rese possibili dalla lettura dell’ampia documentazione inedita del fondo Ispezione del Patrimonio dello Stato; - definizione di un clima culturale di attenzione verso il patrimonio storico costruito (espresso in particolare dalla figura del Torricella attraverso le sue Memorie e le loro successive rielaborazioni, unitamente ai disegni che le accompagnavano, ma già ravvisabile nel Pallastrelli 279 e ribadito dai rilievi richiesti nel 1803 dal Moreau) che emerge nel periodo considerato in una cittadina caratterizzata da una particolare conformazione urbanistica.
2017
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Descrizione: Tesi dottorato Perazzoli Matteo
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2685436
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