Il contributo fa parte del volume “Roberto Gabetti 1925-2000” (a cura di Gentucca Canella e Paolo Mellano) che costituisce una riflessione approfondita, di architetti e di storici, sulla figura e l’opera di questo maestro dell’architettura italiana, al quale il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino ha voluto dedicare nel mese di novembre 2015, anche in occasione dei novant’anni dalla nascita, un convegno nazionale di studi e una mostra delle opere e dei progetti, a riconoscimento del suo fondamentale contributo alla costruzione del progetto culturale della Scuola di architettura torinese. Nel saggio si prova a capire quanto dei caratteri del mobile-arredo e dell’allestimento d’autore sia derivato nell’opera prima di alcuni protagonisti dell’architettura italiana del secondo Novecento, con il rischio o l’opportunità di praticare strade meno conosciute. Vengono evidenziati nell’architettura di Roberto Gabetti due orientamenti, entrambi caratterizzati dall’operare in sodalizio – con Giorgio Raineri prima e con Aimaro Isola poi –, che tracciano però percorsi molto netti e in alcuni casi contrastanti. Il primo, forse meno compreso e indagato, prende forma nel periodo giovanile, durante la ricostruzione, anni in cui Gabetti affianca ad una costante formazione culturale una linea di studio e di pensiero che si riversa anche nell’architettura; il secondo sembra riproporre in forma calibrata alcuni caratteri di uno dei periodi più fecondi della cultura torinese: un accordo forse unico di “tendenza”, tra pittori, architetti, letterati, con la venturiana polemica di “costume e di moralità artistica”, che preferisce il colore tonale al volume plastico declinando una poetica intimista, rivolta verso la Francia.

Dal mobile agli allestimenti, per un eccesso di intuizione / Canella, Gentucca - In: Roberto Gabetti 1925-2000 / Gentucca Canella e Paolo Mellano. - STAMPA. - Milano : Franco Angeli, 2017. - ISBN 9788891753960. - pp. 272-279

Dal mobile agli allestimenti, per un eccesso di intuizione

CANELLA, GENTUCCA
2017

Abstract

Il contributo fa parte del volume “Roberto Gabetti 1925-2000” (a cura di Gentucca Canella e Paolo Mellano) che costituisce una riflessione approfondita, di architetti e di storici, sulla figura e l’opera di questo maestro dell’architettura italiana, al quale il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino ha voluto dedicare nel mese di novembre 2015, anche in occasione dei novant’anni dalla nascita, un convegno nazionale di studi e una mostra delle opere e dei progetti, a riconoscimento del suo fondamentale contributo alla costruzione del progetto culturale della Scuola di architettura torinese. Nel saggio si prova a capire quanto dei caratteri del mobile-arredo e dell’allestimento d’autore sia derivato nell’opera prima di alcuni protagonisti dell’architettura italiana del secondo Novecento, con il rischio o l’opportunità di praticare strade meno conosciute. Vengono evidenziati nell’architettura di Roberto Gabetti due orientamenti, entrambi caratterizzati dall’operare in sodalizio – con Giorgio Raineri prima e con Aimaro Isola poi –, che tracciano però percorsi molto netti e in alcuni casi contrastanti. Il primo, forse meno compreso e indagato, prende forma nel periodo giovanile, durante la ricostruzione, anni in cui Gabetti affianca ad una costante formazione culturale una linea di studio e di pensiero che si riversa anche nell’architettura; il secondo sembra riproporre in forma calibrata alcuni caratteri di uno dei periodi più fecondi della cultura torinese: un accordo forse unico di “tendenza”, tra pittori, architetti, letterati, con la venturiana polemica di “costume e di moralità artistica”, che preferisce il colore tonale al volume plastico declinando una poetica intimista, rivolta verso la Francia.
2017
9788891753960
Roberto Gabetti 1925-2000
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