Ilaria Cotrufo sviluppa la sua tesi dottorale, incentrata sullo spazio pubblico aperto contemporaneo, attraverso il ricorso a una categoria psicanalitica e filosofica - quella del "perturbante" - per ripercorrere le ragioni, nonché l'esegesi, di alcune sperimentazioni recenti, in cui subentrano dispositivi progettuali in grado di sconvolgere forme identitarie acquisite e assetti consolidati, per accogliere con una "rottura dell'essenza" la convocazione ineludibile che proviene dall'alterità. Il perturbante - chiarisce la Cotrufo - è infatti ciò che mette in crisi il soggetto (individuale o collettivo), perché mette in discussione la stessa possibilità di definire l'identità escludendo la diversità e, tuttavia, l'esperienza dello straniamento, della destabilizzazione, del decentramento da esso indotto, potrebbe rappresentare un'opportunità, un orientamento per la ricomposizione di una nuova "identità problematica" attuata attraverso un processo di "individuazione" (nel senso attribuito da Carl G. Jung) capace di includere l'alterità. E' questa la tesi che la dottoranda ha tentato di dimostrare lungo la sua dissertazione, con riferimenti sia alla storia dell’architettura e dell’urbanistica, sia a quella del pensiero psicoanalitico, filosofico e sociale che, in diversi casi, appaiono puntuali e inediti nel nostro campo disciplinare.

Co-abitare la differenza. Il perturbante nello spazio pubblico aperto della contemporaneità / Cotrufo, I.; Gregory, P.; De Coro, A.. - (2015).

Co-abitare la differenza. Il perturbante nello spazio pubblico aperto della contemporaneità.

Gregory, P.;
2015

Abstract

Ilaria Cotrufo sviluppa la sua tesi dottorale, incentrata sullo spazio pubblico aperto contemporaneo, attraverso il ricorso a una categoria psicanalitica e filosofica - quella del "perturbante" - per ripercorrere le ragioni, nonché l'esegesi, di alcune sperimentazioni recenti, in cui subentrano dispositivi progettuali in grado di sconvolgere forme identitarie acquisite e assetti consolidati, per accogliere con una "rottura dell'essenza" la convocazione ineludibile che proviene dall'alterità. Il perturbante - chiarisce la Cotrufo - è infatti ciò che mette in crisi il soggetto (individuale o collettivo), perché mette in discussione la stessa possibilità di definire l'identità escludendo la diversità e, tuttavia, l'esperienza dello straniamento, della destabilizzazione, del decentramento da esso indotto, potrebbe rappresentare un'opportunità, un orientamento per la ricomposizione di una nuova "identità problematica" attuata attraverso un processo di "individuazione" (nel senso attribuito da Carl G. Jung) capace di includere l'alterità. E' questa la tesi che la dottoranda ha tentato di dimostrare lungo la sua dissertazione, con riferimenti sia alla storia dell’architettura e dell’urbanistica, sia a quella del pensiero psicoanalitico, filosofico e sociale che, in diversi casi, appaiono puntuali e inediti nel nostro campo disciplinare.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2670799
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