Sono sintetizzati nel volume i risultati di una ricerca interdisciplinare fortemente voluta dall'Amministrazione e dalla Comunità locale di Magnano, un piccolo comune sulle pendici della Serra d'Ivrea, che sta reagendo con orgoglio allo spopolamento e al progressivo abbandono delle attività agricole con varie iniziative tese a valorizzare il proprio patrimonio culturale, ricco ma misconosciuto, tanto da aver meritato nel 2014 la qualifica di Borgo Sostenibile dalla Regione Piemonte. Le operazioni di ricerca sono nate dai consolidati rapporti instaurati dal Comune con il Politecnico di Torino; di esse danno qui conto le due autrici che hanno coordinato i lavori, partecipati da parecchi altri studiosi, avendo stabilito obiettivi precisi. Conoscere anzitutto a fondo questa piccola e fragile realtà rurale e rilevarne quindi i valori – nel paesaggio, nell'edificato, nelle residue testimonianze di cultura contadina – onde poter formulare ipotesi, metodologiche e propositive, per conservarli e valorizzarli. Ipotesi progettuali, ben inteso, di tipo sostenibile, tenuto conto delle scarse risorse umane ed economiche disponibili in un comune senz'altro virtuoso, ma che oggi annovera poco più di 400 residenti. Le fasi di ricerca sulla conoscenza del territorio di Magnano e sull'analisi dei suoi elementi qualificanti, fisici e culturali, tuttora riconoscibili sono illustrate in particolare nel capitolo di Pia Davico (Ambiente e architettura di un patrimonio fragile…) che l'autrice dipana alle diverse scale secondo le linee guida disciplinari del Rilievo Urbano. Il paesaggio tuttora rurale che viene analizzato risulta ricco di valori: dalla primordiale configurazione della Serra d'Ivrea con il suo netto profilo rettilineo, ai risultati dell'antropizzazione del territorio che, a partire dal Medioevo, ha saputo stabilire un corretto rapporto tra il costruito dall'uomo e la natura, sia nel concentrico sia nelle frazioni: un rapporto intaccato solo sporadicamente negli ultimi decenni. La marginalità di Magnano rispetto alle vie di grande traffico, pur causandone lo spopolamento, lo ha infatti preservato da massicci nuovi interventi edilizi, preservando negli insediamenti sia gli impianti urbanistici sia parte delle costruzioni. Il lavoro di rilievo sia critico sia realizzato sul campo con vari metodi (dal laser scanner al rilievo diretto), dopo aver verificato il rapporto tra la morfologia del territorio e i fabbricati, ha poi approfondito l'esame dell'architettura rurale, privilegiandola per la sua fragilità rispetto alle chiese o alle stesse cellule del ricetto, ben più noti. Si sono quindi estrapolati nei complessi edilizi gli elementi costruttivi che configurano con maggior vigore l'immagine ambientale, leggendoli sia in singoli nuclei sia in un confronto a lettura incrociata, mediante l'uso di tabelle a scacchiera. Auspicando l'ipotesi di interventi futuri di restauro e rifunzionalizzazione, tale indagine potrà costituire per l'Amministrazione locale una sorta di protocollo minimale per tutelare i residui valori nel costruito con un preciso impatto sulla qualità di future ristrutturazioni. A scala maggiore di quella architettonica, sono state formulate anche altre ipotesi di valorizzazione, come ad esempio i “percorsi religiosi” che, sulla rete di antichi sentieri, potranno riconnettere piloni votivi, cappelle e chiesette, di per sé di scarso valore formale, ma che nell'insieme testimoniano la storia della comunità locale, quella che un anziano abitante ha definito: “l'anima di Magnano”.

Conoscere e valorizzare Magnano e le sue frazioni / Davico, Pia; Mattone, Manuela. - CD-ROM. - (2016), pp. 1-246.

Conoscere e valorizzare Magnano e le sue frazioni

DAVICO, PIA;MATTONE, MANUELA
2016

Abstract

Sono sintetizzati nel volume i risultati di una ricerca interdisciplinare fortemente voluta dall'Amministrazione e dalla Comunità locale di Magnano, un piccolo comune sulle pendici della Serra d'Ivrea, che sta reagendo con orgoglio allo spopolamento e al progressivo abbandono delle attività agricole con varie iniziative tese a valorizzare il proprio patrimonio culturale, ricco ma misconosciuto, tanto da aver meritato nel 2014 la qualifica di Borgo Sostenibile dalla Regione Piemonte. Le operazioni di ricerca sono nate dai consolidati rapporti instaurati dal Comune con il Politecnico di Torino; di esse danno qui conto le due autrici che hanno coordinato i lavori, partecipati da parecchi altri studiosi, avendo stabilito obiettivi precisi. Conoscere anzitutto a fondo questa piccola e fragile realtà rurale e rilevarne quindi i valori – nel paesaggio, nell'edificato, nelle residue testimonianze di cultura contadina – onde poter formulare ipotesi, metodologiche e propositive, per conservarli e valorizzarli. Ipotesi progettuali, ben inteso, di tipo sostenibile, tenuto conto delle scarse risorse umane ed economiche disponibili in un comune senz'altro virtuoso, ma che oggi annovera poco più di 400 residenti. Le fasi di ricerca sulla conoscenza del territorio di Magnano e sull'analisi dei suoi elementi qualificanti, fisici e culturali, tuttora riconoscibili sono illustrate in particolare nel capitolo di Pia Davico (Ambiente e architettura di un patrimonio fragile…) che l'autrice dipana alle diverse scale secondo le linee guida disciplinari del Rilievo Urbano. Il paesaggio tuttora rurale che viene analizzato risulta ricco di valori: dalla primordiale configurazione della Serra d'Ivrea con il suo netto profilo rettilineo, ai risultati dell'antropizzazione del territorio che, a partire dal Medioevo, ha saputo stabilire un corretto rapporto tra il costruito dall'uomo e la natura, sia nel concentrico sia nelle frazioni: un rapporto intaccato solo sporadicamente negli ultimi decenni. La marginalità di Magnano rispetto alle vie di grande traffico, pur causandone lo spopolamento, lo ha infatti preservato da massicci nuovi interventi edilizi, preservando negli insediamenti sia gli impianti urbanistici sia parte delle costruzioni. Il lavoro di rilievo sia critico sia realizzato sul campo con vari metodi (dal laser scanner al rilievo diretto), dopo aver verificato il rapporto tra la morfologia del territorio e i fabbricati, ha poi approfondito l'esame dell'architettura rurale, privilegiandola per la sua fragilità rispetto alle chiese o alle stesse cellule del ricetto, ben più noti. Si sono quindi estrapolati nei complessi edilizi gli elementi costruttivi che configurano con maggior vigore l'immagine ambientale, leggendoli sia in singoli nuclei sia in un confronto a lettura incrociata, mediante l'uso di tabelle a scacchiera. Auspicando l'ipotesi di interventi futuri di restauro e rifunzionalizzazione, tale indagine potrà costituire per l'Amministrazione locale una sorta di protocollo minimale per tutelare i residui valori nel costruito con un preciso impatto sulla qualità di future ristrutturazioni. A scala maggiore di quella architettonica, sono state formulate anche altre ipotesi di valorizzazione, come ad esempio i “percorsi religiosi” che, sulla rete di antichi sentieri, potranno riconnettere piloni votivi, cappelle e chiesette, di per sé di scarso valore formale, ma che nell'insieme testimoniano la storia della comunità locale, quella che un anziano abitante ha definito: “l'anima di Magnano”.
2016
978-88-8202-061-3
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