“È certo che i chioschi ed i padiglioni, le piccole costruzioni in genere, contribuiscono d’assai a rendere bella un’Esposizione con le loro differenti fogge; anzi […] sono indispensabili come coefficienti di attrazione e di gaiezza e fanno il grazioso, gratissimo effetto che sulla severa, imponente toletta di una bella matrona, tutta coperta di stoffe preziose e di diamanti, farebbero alcuni piccoli fiorellini freschi e profumati, dai vivaci colori, disseminati con studiata, artistica negligenza sulle spalle, sul seno, fra i capelli, stretti da lucente diadema” . L'autore del testo Esposizione generale italiana Torino 1884 descrive i chioschi per mangiare e bere presenti all’interno del recinto fieristico piemontese: questi, al pari degli espositori principali, contribuiscono alla formulazione di una variegata immagine dell'avvenimento. Dello stesso parere è l’autore dell’articolo dedicato ai chioschi comparso, a puntate, sulla rivista ufficiale dell’evento (Torino e l’Esposizione italiana 1884. Cronaca illustrata della Esposizione Nazionale-Industriale ed Artistica del 1884): “I chioschi stanno ad una Esposizione come gli ornamenti ad una donna. Levate d’attorno alle grandi gallerie d’una Esposizione i chioschi e vi parrà una donna elegante senza orecchini, senza braccialetti e senza ornamenti di sorta. Essi sono la nota allegra che si accoppia, si armonizza e dà risalto alla maestà del grande edificio” . Tali costruzioni, inghiottite nello spazio della manifestazione, oltre a fungere da sistema pubblicitario, forniscono l’occasione per la vendita gastronomica e la ristorazione dei visitatori, del personale e di tutti coloro che si trovano a trascorrere la giornata al suo interno. “D’altra parte, se un’Esposizione è una raccolta di tutti i prodotti che servono ai disparati bisogni dell’uomo - se vi figurano il bestiame, la carne conservata, i formaggi, le conserve, i vini e le birre […] - se vi si espongono il carbone e le pentole, perché non vi si esporrebbe la cucina: questo metodo così comune e pur così importante, così necessario [...] che ha tanta influenza sulla vita [...] ?” . Non solo, sebbene i padiglioni espositivi facciano velo ai piccoli chioschi enogastronomici, questi rappresentano uno strumento essenziale per la restituzione della realtà dell’evento. Sull'Esposizione torinese del 1884 si desumono molte informazioni dai resoconti, dagli studi o dalle pubblicazioni succedutesi nel tempo, ma ad oggi poco spazio è stato riservato alle architetture secondarie collocate a corollario dei fabbricati principali. Ogni padiglione non è un elemento isolato a sé stante, ma parte integrante del sistema espositivo; l'analisi delle fabbriche marginali che fanno parte della memoria condivisa di tali avvenimenti consente di mostrare come, accanto alla celebrazione ed esaltazione dell'industria e del progresso, grande interesse sia riservato anche all'elaborazione di servizi propri dell'epoca . L’esplorazione dei modelli adibiti alla ristorazione palesa la presenza di allestimenti di tipologia diversificata che, collocati a ridosso dei titanici padiglioni o nelle aree verdi, sono contraddistinti tanto da stilemi semplificati quanto da una eterogeneità di forme, profili e concezioni avveniristiche volte ad esprimere la ricchezza dell’epoca e a promuovere una serie di prodotti locali e non.

Torino 1884: chioschi e ristoranti per mangiare e bere all'Esposizione / Dameri, Annalisa; Stella, FEDERICA MARISANNA PALMIRA. - ELETTRONICO. - Il cibo e la città" - "Food and the city":(2015). (Intervento presentato al convegno Il cibo e la città" - "Food and the city" tenutosi a Padova nel settembre 2015).

Torino 1884: chioschi e ristoranti per mangiare e bere all'Esposizione

DAMERI, Annalisa;STELLA, FEDERICA MARISANNA PALMIRA
2015

Abstract

“È certo che i chioschi ed i padiglioni, le piccole costruzioni in genere, contribuiscono d’assai a rendere bella un’Esposizione con le loro differenti fogge; anzi […] sono indispensabili come coefficienti di attrazione e di gaiezza e fanno il grazioso, gratissimo effetto che sulla severa, imponente toletta di una bella matrona, tutta coperta di stoffe preziose e di diamanti, farebbero alcuni piccoli fiorellini freschi e profumati, dai vivaci colori, disseminati con studiata, artistica negligenza sulle spalle, sul seno, fra i capelli, stretti da lucente diadema” . L'autore del testo Esposizione generale italiana Torino 1884 descrive i chioschi per mangiare e bere presenti all’interno del recinto fieristico piemontese: questi, al pari degli espositori principali, contribuiscono alla formulazione di una variegata immagine dell'avvenimento. Dello stesso parere è l’autore dell’articolo dedicato ai chioschi comparso, a puntate, sulla rivista ufficiale dell’evento (Torino e l’Esposizione italiana 1884. Cronaca illustrata della Esposizione Nazionale-Industriale ed Artistica del 1884): “I chioschi stanno ad una Esposizione come gli ornamenti ad una donna. Levate d’attorno alle grandi gallerie d’una Esposizione i chioschi e vi parrà una donna elegante senza orecchini, senza braccialetti e senza ornamenti di sorta. Essi sono la nota allegra che si accoppia, si armonizza e dà risalto alla maestà del grande edificio” . Tali costruzioni, inghiottite nello spazio della manifestazione, oltre a fungere da sistema pubblicitario, forniscono l’occasione per la vendita gastronomica e la ristorazione dei visitatori, del personale e di tutti coloro che si trovano a trascorrere la giornata al suo interno. “D’altra parte, se un’Esposizione è una raccolta di tutti i prodotti che servono ai disparati bisogni dell’uomo - se vi figurano il bestiame, la carne conservata, i formaggi, le conserve, i vini e le birre […] - se vi si espongono il carbone e le pentole, perché non vi si esporrebbe la cucina: questo metodo così comune e pur così importante, così necessario [...] che ha tanta influenza sulla vita [...] ?” . Non solo, sebbene i padiglioni espositivi facciano velo ai piccoli chioschi enogastronomici, questi rappresentano uno strumento essenziale per la restituzione della realtà dell’evento. Sull'Esposizione torinese del 1884 si desumono molte informazioni dai resoconti, dagli studi o dalle pubblicazioni succedutesi nel tempo, ma ad oggi poco spazio è stato riservato alle architetture secondarie collocate a corollario dei fabbricati principali. Ogni padiglione non è un elemento isolato a sé stante, ma parte integrante del sistema espositivo; l'analisi delle fabbriche marginali che fanno parte della memoria condivisa di tali avvenimenti consente di mostrare come, accanto alla celebrazione ed esaltazione dell'industria e del progresso, grande interesse sia riservato anche all'elaborazione di servizi propri dell'epoca . L’esplorazione dei modelli adibiti alla ristorazione palesa la presenza di allestimenti di tipologia diversificata che, collocati a ridosso dei titanici padiglioni o nelle aree verdi, sono contraddistinti tanto da stilemi semplificati quanto da una eterogeneità di forme, profili e concezioni avveniristiche volte ad esprimere la ricchezza dell’epoca e a promuovere una serie di prodotti locali e non.
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