Negli stessi anni in cui nel nostro paese si discute su quale architettura possa rappresentare l’Italia unita, in Catalunya, a Barcellona, sono le opere di professori, architetti professionisti, maestri d’opera e storici dell’arte che alimentano l’impegno critico e operativo nello studio dei caratteri fondativi di uno stile nazionale catalano. Fa da sfondo la “Renaixença”, che dagli anni Trenta dell’Ottocento sino al secolo successivo, oltre ad accogliere le rivendicazioni d’indipendenza dal potere madrileno, celebra il catalanismo patriottico, religioso, politico, letterario e artistico che, indirizzato al Romanticismo europeo, celebra e auspica nell’Oda a la Pàtria di Aribau un profondo rinnovamento culturale. Se nel 1880 il saggio boitiano “Sullo stile futuro dell’architettura italiana” rilancia le posizioni di matrice hegeliana per cui l’arte, come Idea, è la rappresentazione degli ideali di un popolo, di una nazione, già nel 1878 a Barcellona la stessa “ossessione” è paradigma in “En busca de una arquitectura nacional”, scritto pubblicato da Lluís Domènech i Montaner in “La Reinaxença”, in cui la critica dell’architettura moderna è pienamente in linea con quanto teorizzato diversi anni prima dal suo maestro, Elies Rogent i Amat, all’interno delle lezioni “Teoria general de Arte Arquitectónico i de Estudio de los edificios desde el punto de vista de su fin social” impartite dalla Càtedra de Composició II nella Escola d’Arquitectura di Barcelona. Legame con la tradizione, attaccamento alla storia, studio delle architetture della propria terra, sono alla base della ricerca delle proprie radici culturali e, quindi, architettoniche. Da questo momento si moltiplica l’interesse verso l’indagine, la catalogazione, la tutela, la conservazione e il restauro di un passato comune che trova proprio nel 1844 il riconoscimento istituzionale nella Comisiones Provinciales de Monumentos Históricos y Artísticos della città di Barcellona.

"En busca de una arquitectura nacional". La ricerca di uno stile nazionale tra Reinaxença e modernismo catalano / Dameri, Annalisa; Fiore, Ilaria. - ELETTRONICO. - (2014). (Intervento presentato al convegno Camillo Boito moderno tenutosi a Milano nel 3-4 dicembre 2014).

"En busca de una arquitectura nacional". La ricerca di uno stile nazionale tra Reinaxença e modernismo catalano

DAMERI, Annalisa;FIORE, ILARIA
2014

Abstract

Negli stessi anni in cui nel nostro paese si discute su quale architettura possa rappresentare l’Italia unita, in Catalunya, a Barcellona, sono le opere di professori, architetti professionisti, maestri d’opera e storici dell’arte che alimentano l’impegno critico e operativo nello studio dei caratteri fondativi di uno stile nazionale catalano. Fa da sfondo la “Renaixença”, che dagli anni Trenta dell’Ottocento sino al secolo successivo, oltre ad accogliere le rivendicazioni d’indipendenza dal potere madrileno, celebra il catalanismo patriottico, religioso, politico, letterario e artistico che, indirizzato al Romanticismo europeo, celebra e auspica nell’Oda a la Pàtria di Aribau un profondo rinnovamento culturale. Se nel 1880 il saggio boitiano “Sullo stile futuro dell’architettura italiana” rilancia le posizioni di matrice hegeliana per cui l’arte, come Idea, è la rappresentazione degli ideali di un popolo, di una nazione, già nel 1878 a Barcellona la stessa “ossessione” è paradigma in “En busca de una arquitectura nacional”, scritto pubblicato da Lluís Domènech i Montaner in “La Reinaxença”, in cui la critica dell’architettura moderna è pienamente in linea con quanto teorizzato diversi anni prima dal suo maestro, Elies Rogent i Amat, all’interno delle lezioni “Teoria general de Arte Arquitectónico i de Estudio de los edificios desde el punto de vista de su fin social” impartite dalla Càtedra de Composició II nella Escola d’Arquitectura di Barcelona. Legame con la tradizione, attaccamento alla storia, studio delle architetture della propria terra, sono alla base della ricerca delle proprie radici culturali e, quindi, architettoniche. Da questo momento si moltiplica l’interesse verso l’indagine, la catalogazione, la tutela, la conservazione e il restauro di un passato comune che trova proprio nel 1844 il riconoscimento istituzionale nella Comisiones Provinciales de Monumentos Históricos y Artísticos della città di Barcellona.
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