All’interno delle pavimentazioni stradali, di pari passo con l’impiego di nuovi prodotti concepiti ad hoc, nel tempo, si è andato diffondendo con sempre maggiore frequenza l’utilizzo di componenti di riciclaggio o di recupero, in linea con quanto avvenuto in altri settori produttivi, rispondendo all'esigenza di ridurre il consumo di materie prime limitando l’accumulo di rifiuti. Alla luce di ciò, il riutilizzo di pneumatici fuori uso (PFU) nelle pavimentazione stradali rappresenta uno dei casi di recupero di maggiore interesse per gli operatori del settore stradale e per i gestori di rifiuti. L’impiego della gomma come agente modificante nelle miscele bituminose si afferma a partire dagli anni ’60, soprattutto negli Stati Uniti dove, gli studi in merito, portarono alla definizione di due metodologie differenti per la produzione di conglomerati bituminosi modificati conosciute come “wet” e “dry”. Sebbene sia passato oltre mezzo secolo dalle prime sperimentazioni, alcuni aspetti inerenti il comportamento dei conglomerati e dei leganti bituminosi contenenti prodotti da pneumatici fuori uso con tecnologia "wet", risultano essere ancora poco noti ed indagati. Le miscele di conglomerato bituminoso contenenti il legante commercialmente denominato "asphalt-rubber", ad esempio, risultano avere un comportamento che risente della forte influenza delle particolari caratteristiche meccaniche e prestazionali del legante stesso. Data la natura composita di quest’ultimo, è facilmente intuibile come le proprietà finali di tali prodotti siano funzione diretta dei due materiali componenti, il bitume ed il polverino di gomma, oltre che delle modalità di miscelazione attuate al fine di attivare il processo di interazione tra i suddetti materiali. Questi aspetti, sicuramente più di altri, risultano essere ancora poco analizzati sebbene, la perfetta conoscenza di ciò che accade durante il processo produttivo, potrebbe far comprendere al meglio le caratteristiche finali del prodotto. L’obiettivo principale della ricerca è quello di condurre un’analisi di incidenza di una serie di fattori di interazione che intervengono durante la produzione dei leganti confezionati con metodologia “wet”, in modo da valutare quali siano quelli più significativi per l’ottimizzazione del processo produttivo. I fattori oggetto di analisi sono i seguenti: tempo di maturazione, temperatura di miscelazione, quantitativo di agente modificante, caratteristiche geometriche e morfologiche delle particelle. Obiettivo secondario della ricerca è quello di fornire, attraverso l’analisi critica dei risultati ottenuti nei test condotti e dall'applicazione dei modelli scelti per l’elaborazione dei dati conseguiti, una valutazione sintetica del processo di interazione attraverso la proposta di un indice di compatibilità tra i due materiali che compongono il legante modificato.

Studio dell'interazione tra polverino di gomma e bitume nei leganti modificati con tecnologia "wet" / Lanotte, MICHELE ANTONIO. - (2014).

Studio dell'interazione tra polverino di gomma e bitume nei leganti modificati con tecnologia "wet"

LANOTTE, MICHELE ANTONIO
2014

Abstract

All’interno delle pavimentazioni stradali, di pari passo con l’impiego di nuovi prodotti concepiti ad hoc, nel tempo, si è andato diffondendo con sempre maggiore frequenza l’utilizzo di componenti di riciclaggio o di recupero, in linea con quanto avvenuto in altri settori produttivi, rispondendo all'esigenza di ridurre il consumo di materie prime limitando l’accumulo di rifiuti. Alla luce di ciò, il riutilizzo di pneumatici fuori uso (PFU) nelle pavimentazione stradali rappresenta uno dei casi di recupero di maggiore interesse per gli operatori del settore stradale e per i gestori di rifiuti. L’impiego della gomma come agente modificante nelle miscele bituminose si afferma a partire dagli anni ’60, soprattutto negli Stati Uniti dove, gli studi in merito, portarono alla definizione di due metodologie differenti per la produzione di conglomerati bituminosi modificati conosciute come “wet” e “dry”. Sebbene sia passato oltre mezzo secolo dalle prime sperimentazioni, alcuni aspetti inerenti il comportamento dei conglomerati e dei leganti bituminosi contenenti prodotti da pneumatici fuori uso con tecnologia "wet", risultano essere ancora poco noti ed indagati. Le miscele di conglomerato bituminoso contenenti il legante commercialmente denominato "asphalt-rubber", ad esempio, risultano avere un comportamento che risente della forte influenza delle particolari caratteristiche meccaniche e prestazionali del legante stesso. Data la natura composita di quest’ultimo, è facilmente intuibile come le proprietà finali di tali prodotti siano funzione diretta dei due materiali componenti, il bitume ed il polverino di gomma, oltre che delle modalità di miscelazione attuate al fine di attivare il processo di interazione tra i suddetti materiali. Questi aspetti, sicuramente più di altri, risultano essere ancora poco analizzati sebbene, la perfetta conoscenza di ciò che accade durante il processo produttivo, potrebbe far comprendere al meglio le caratteristiche finali del prodotto. L’obiettivo principale della ricerca è quello di condurre un’analisi di incidenza di una serie di fattori di interazione che intervengono durante la produzione dei leganti confezionati con metodologia “wet”, in modo da valutare quali siano quelli più significativi per l’ottimizzazione del processo produttivo. I fattori oggetto di analisi sono i seguenti: tempo di maturazione, temperatura di miscelazione, quantitativo di agente modificante, caratteristiche geometriche e morfologiche delle particelle. Obiettivo secondario della ricerca è quello di fornire, attraverso l’analisi critica dei risultati ottenuti nei test condotti e dall'applicazione dei modelli scelti per l’elaborazione dei dati conseguiti, una valutazione sintetica del processo di interazione attraverso la proposta di un indice di compatibilità tra i due materiali che compongono il legante modificato.
2014
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