Discendente da una famiglia di argentieri e orafi siciliani, Filippo Juvarra (1678-1736), dopo una prima formazione nella bottega del padre, nel 1704 lascia la nativa Messina per Roma, dove entra nell’atelier di Carlo Fontana. Solo un anno dopo vince il Primo Premio dell’Accademia di San Luca con un progetto ideale per una villa di diporto: il disegno, da sempre alla base dell’attività di Juvarra, acquista ora, anche grazie al naturale talento grafico dell’artista, una nuova forza espressiva. Nel 1709 Juvarra viene assunto come scenografo dal cardinale Pietro Ottoboni a Palazzo della Cancelleria: qui ha l’occasione di entrare in contatto con un vivace entourage intellettuale con il quale manterrà legami professionali e personali per tutta la vita. Nel 1714 viene nominato primo architetto di corte dei Savoia rendendo il suo nome indissolubilmente legato a quello di Torino. Il periodo ‘sabaudo’ è oggetto dei saggi contenuti nel primo volume. Il secondo è invece dedicato a Juvarra, artista cosmopolita: disegnatore, viaggiatore, consulente architettonico e straordinario progettista. I saggi contenuti in questo primo volume affrontano temi relativi al suo intervento per Vittorio Amedeo II, sovrano per cui Juvarra ridisegna Torino come capitale di un regno e ne ridefinisce le architetture. Emerge così il profilo fortemente integrato della città-capitale e del suo territorio, dei siti reali creati ex-novo o radicalmente rinnovati (la Reale Chiesa di Superga e le residenze di Stupinigi, Venaria Reale, Rivoli, la Villa della Regina, le cappelle di corte) - anche nel confronto con altre capitali europee - e la committenza particolare di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, seconda Madama Reale. In questo quadro Juvarra fu anche esperto “regista” delle arti, coordinatore di scultori e pittori attivi a livello internazionale. Emerge infine il profilo di Juvarra attento alla formazione dell’architetto, attraverso gli strumenti del disegno, testimoniato dalle raccolte conservate presso istituzioni torinesi e romane, e quello delle sue opere viste “in presa diretta” attraverso gli occhi dei viaggiatori del Settecento, in un contesto progressivamente orientato verso il classicismo in cui, comunque, le architetture di juvarra costituivano un ineludibile landmark nella capitale sabauda.

Filippo Juvarra 1678-1736, architetto dei Savoia, architetto in Europa / Cornaglia, Paolo; Merlotti, A.; Roggero, Costanza. - STAMPA. - 1:(2014), pp. 1-350.

Filippo Juvarra 1678-1736, architetto dei Savoia, architetto in Europa

CORNAGLIA, Paolo;ROGGERO, Costanza
2014

Abstract

Discendente da una famiglia di argentieri e orafi siciliani, Filippo Juvarra (1678-1736), dopo una prima formazione nella bottega del padre, nel 1704 lascia la nativa Messina per Roma, dove entra nell’atelier di Carlo Fontana. Solo un anno dopo vince il Primo Premio dell’Accademia di San Luca con un progetto ideale per una villa di diporto: il disegno, da sempre alla base dell’attività di Juvarra, acquista ora, anche grazie al naturale talento grafico dell’artista, una nuova forza espressiva. Nel 1709 Juvarra viene assunto come scenografo dal cardinale Pietro Ottoboni a Palazzo della Cancelleria: qui ha l’occasione di entrare in contatto con un vivace entourage intellettuale con il quale manterrà legami professionali e personali per tutta la vita. Nel 1714 viene nominato primo architetto di corte dei Savoia rendendo il suo nome indissolubilmente legato a quello di Torino. Il periodo ‘sabaudo’ è oggetto dei saggi contenuti nel primo volume. Il secondo è invece dedicato a Juvarra, artista cosmopolita: disegnatore, viaggiatore, consulente architettonico e straordinario progettista. I saggi contenuti in questo primo volume affrontano temi relativi al suo intervento per Vittorio Amedeo II, sovrano per cui Juvarra ridisegna Torino come capitale di un regno e ne ridefinisce le architetture. Emerge così il profilo fortemente integrato della città-capitale e del suo territorio, dei siti reali creati ex-novo o radicalmente rinnovati (la Reale Chiesa di Superga e le residenze di Stupinigi, Venaria Reale, Rivoli, la Villa della Regina, le cappelle di corte) - anche nel confronto con altre capitali europee - e la committenza particolare di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, seconda Madama Reale. In questo quadro Juvarra fu anche esperto “regista” delle arti, coordinatore di scultori e pittori attivi a livello internazionale. Emerge infine il profilo di Juvarra attento alla formazione dell’architetto, attraverso gli strumenti del disegno, testimoniato dalle raccolte conservate presso istituzioni torinesi e romane, e quello delle sue opere viste “in presa diretta” attraverso gli occhi dei viaggiatori del Settecento, in un contesto progressivamente orientato verso il classicismo in cui, comunque, le architetture di juvarra costituivano un ineludibile landmark nella capitale sabauda.
2014
9788898229147
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