I grandi progetti di sviluppo, negli ultimi anni costantemente al centro di accesi dibattiti sulle trasformazioni urbane e territoriali (in corso o già realizzate), rappresentano sempre più luoghi reali e virtuali di incontro e scontro tra idee, interessi economici, posizioni politiche ed esigenze sociali. Se da un lato si prospettano scenari caratterizzati da grandi interessi, grandi investimenti e grandi profitti, dall’altro emerge un contesto in cui le competenze vengono messe sempre più in discussione, un contesto in cui sono numerosi i soggetti, istituzionali e non, che si sentono chiamati in causa in qualità di stakeholders. In Italia – e non solo in Italia – le trasformazioni urbane e territoriali non costituiscono più ambito privilegiato delle pubbliche amministrazioni, ma stanno diventando un terreno in cui imprenditori, professionisti, rappresentanti del mondo accademico e gli stessi cittadini vogliono manifestare le proprie esigenze, le proprie posizioni e le proprie valutazioni. La complessità metodologica e procedurale che sta alla base di questo tipo di progetti è un fattore imprescindibile che sottolinea l’assoluta necessità di un approccio multidisciplinare e di un coordinamento interdisciplinare pianificato fra i soggetti coinvolti e fra le molteplici variabili da controllare e da valutare. Durante la fase preliminare (briefing) dei progetti di sviluppo è infatti assolutamente fondamentale compiere un’accurata e dettagliata analisi dei rischi e delle incertezze legate progetto, al fine di individuare le decisioni strategiche da prendere e le soluzioni progettuali ottimali; la strutturazione dei problemi decisionali di diversa natura costituisce quindi una valutazione da effettuare prima di pianificare operativamente l’iter del progetto, affinché risulti ancora possibile apportarvi modifiche, senza incidere ed incrementare eccessivamente i tempi e i costi programmati in partenza. La pianificazione strategica di un intervento richiede pertanto di essere supportata da una metodologia di valutazione/pianificazione flessibile e multidisciplinare come lo Strategic Choice Approach, in grado di facilitare la fase operativa successiva e di porre le basi per una più condivisa legittimazione, garantendo il rispetto del concetto di “sostenibilità” nelle sue varie accezioni. In questo senso è quindi importante un approccio ai progetti che ponga le basi per una legittimazione e una sostenibilità a 360 gradi, soprattutto in caso di trasformazioni che, pur non avendo ancora alcuna traduzione formale, prefigurano già importanti ricadute economico-finanziarie, tecniche, ambientali, politiche e sociali a livello architettonico, urbanistico o territoriale. È proprio in questa ottica che si colloca il processo decisionale che ha caratterizzato la prima fase (fase A) dei lavori del Comitato di pilotaggio, costituito su volontà della Provincia di Torino (Settore Viabilità) per individuare il corridoio territoriale all’interno del quale progettare il tracciato per la futura Tangenziale Est di Torino. L’incarico a un gruppo multidisciplinare di docenti del Politecnico di Torino, parte integrante del Comitato di pilotaggio, è stato finalizzato non solo ad individuare il corridoio territoriale ottimale, attraverso una consulenza di carattere tecnico-scientifico, ma anche ad aprire un dialogo diretto con le amministrazioni locali dei comuni coinvolti dall’opera, in una fase delicata come quella di strutturazione del brief di progetto. Parallelamente ai lavori del Comitato di pilotaggio si è voluta sperimentare un’applicazione della metodologia SCA (Strategic Choice Approach), al fine di verificarne l’efficacia quale possibile strumento di supporto ad un organo istituzionale composto da numerosi stakeholders chiamati ad esprimersi su un progetto. È infatti proprio in questa direzione che si intende sottolineare l’importanza e l’utilità di uno strumento di analisi e valutazione come quello proposto, in grado di fornire un punto di riferimento metodologico “metaprogettuale”, a metà tra la pianificazione strategica e quella operativa, utile agli attori coinvolti per l’impostazione e il coordinamento di un processo decisionale concertato, trasparente e attento a tutti quei fattori di incertezza non risolti che potrebbero pregiudicare la sostenibilità dell’intervento.

Pianificazione strategica e operativa in fase preliminare: valutazioni a supporto delle strategie di sviluppo nei progetti di trasformazione complessi. L’approccio Strategic Choice applicato al caso della Tangenziale Est di Torino / Rolando, Diana. - (2009).

Pianificazione strategica e operativa in fase preliminare: valutazioni a supporto delle strategie di sviluppo nei progetti di trasformazione complessi. L’approccio Strategic Choice applicato al caso della Tangenziale Est di Torino.

ROLANDO, DIANA
2009

Abstract

I grandi progetti di sviluppo, negli ultimi anni costantemente al centro di accesi dibattiti sulle trasformazioni urbane e territoriali (in corso o già realizzate), rappresentano sempre più luoghi reali e virtuali di incontro e scontro tra idee, interessi economici, posizioni politiche ed esigenze sociali. Se da un lato si prospettano scenari caratterizzati da grandi interessi, grandi investimenti e grandi profitti, dall’altro emerge un contesto in cui le competenze vengono messe sempre più in discussione, un contesto in cui sono numerosi i soggetti, istituzionali e non, che si sentono chiamati in causa in qualità di stakeholders. In Italia – e non solo in Italia – le trasformazioni urbane e territoriali non costituiscono più ambito privilegiato delle pubbliche amministrazioni, ma stanno diventando un terreno in cui imprenditori, professionisti, rappresentanti del mondo accademico e gli stessi cittadini vogliono manifestare le proprie esigenze, le proprie posizioni e le proprie valutazioni. La complessità metodologica e procedurale che sta alla base di questo tipo di progetti è un fattore imprescindibile che sottolinea l’assoluta necessità di un approccio multidisciplinare e di un coordinamento interdisciplinare pianificato fra i soggetti coinvolti e fra le molteplici variabili da controllare e da valutare. Durante la fase preliminare (briefing) dei progetti di sviluppo è infatti assolutamente fondamentale compiere un’accurata e dettagliata analisi dei rischi e delle incertezze legate progetto, al fine di individuare le decisioni strategiche da prendere e le soluzioni progettuali ottimali; la strutturazione dei problemi decisionali di diversa natura costituisce quindi una valutazione da effettuare prima di pianificare operativamente l’iter del progetto, affinché risulti ancora possibile apportarvi modifiche, senza incidere ed incrementare eccessivamente i tempi e i costi programmati in partenza. La pianificazione strategica di un intervento richiede pertanto di essere supportata da una metodologia di valutazione/pianificazione flessibile e multidisciplinare come lo Strategic Choice Approach, in grado di facilitare la fase operativa successiva e di porre le basi per una più condivisa legittimazione, garantendo il rispetto del concetto di “sostenibilità” nelle sue varie accezioni. In questo senso è quindi importante un approccio ai progetti che ponga le basi per una legittimazione e una sostenibilità a 360 gradi, soprattutto in caso di trasformazioni che, pur non avendo ancora alcuna traduzione formale, prefigurano già importanti ricadute economico-finanziarie, tecniche, ambientali, politiche e sociali a livello architettonico, urbanistico o territoriale. È proprio in questa ottica che si colloca il processo decisionale che ha caratterizzato la prima fase (fase A) dei lavori del Comitato di pilotaggio, costituito su volontà della Provincia di Torino (Settore Viabilità) per individuare il corridoio territoriale all’interno del quale progettare il tracciato per la futura Tangenziale Est di Torino. L’incarico a un gruppo multidisciplinare di docenti del Politecnico di Torino, parte integrante del Comitato di pilotaggio, è stato finalizzato non solo ad individuare il corridoio territoriale ottimale, attraverso una consulenza di carattere tecnico-scientifico, ma anche ad aprire un dialogo diretto con le amministrazioni locali dei comuni coinvolti dall’opera, in una fase delicata come quella di strutturazione del brief di progetto. Parallelamente ai lavori del Comitato di pilotaggio si è voluta sperimentare un’applicazione della metodologia SCA (Strategic Choice Approach), al fine di verificarne l’efficacia quale possibile strumento di supporto ad un organo istituzionale composto da numerosi stakeholders chiamati ad esprimersi su un progetto. È infatti proprio in questa direzione che si intende sottolineare l’importanza e l’utilità di uno strumento di analisi e valutazione come quello proposto, in grado di fornire un punto di riferimento metodologico “metaprogettuale”, a metà tra la pianificazione strategica e quella operativa, utile agli attori coinvolti per l’impostazione e il coordinamento di un processo decisionale concertato, trasparente e attento a tutti quei fattori di incertezza non risolti che potrebbero pregiudicare la sostenibilità dell’intervento.
2009
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