“I used to be color blind” recita una canzone di Fred Astaire nel film Girandola (che era stato progettato a colori) nel 1938, cioè pochi anni dopo l’emigrazione di Josef Albers (autore di Interazione del colore) dal Bauhaus all’americana Black Mountain University. Se Maurice Merleau Ponty riprende tali tematiche, paradossalmente Rudolph Arnheim (pure autore di una sua teoria del colore) nega l’espressività poetica del colore (ritenuto un “ibrido”di mezzi) nel suo testo Film come arte, del 1933, ripreso nel 1960. Per non citare cromatismi e silhouettes di Via col vento (1940), non a caso Il ritratto di Jennie (1949) - da William Dieterle realizzato in bianco e nero - prevedeva simbolicamente sequenze virate in diversi colori e un finale in technicolor. E quale può essere il riscontro reale (ad esempio) per la coppia diametrale armonica goethiana di giallo e blu, che Michel Curtiz sceglie nel 1946 per il film Notte e dì, sulla vita di Cole Porter? Coppia armonica ritrovata peraltro in Traffic con Michel Douglas, in cui il giallo indica la solarità messicana e il blu indica l’intellettualità di Filadelfia. Sotto il profilo della cultura d’arte e del colore, Vincente Minnelli riporta risultati esemplari in opere come Un americano a Parigi, attraverso la citazione di autori quali Renoir, Van Gogh, Dufy,Toulouse Lautrec, Utrillo, Rousseau, Picasso, e altri, mentre Alfred Hitchcock cita il gestaltico effetto Match in Vertigo, spingendosi inoltre a riproporre puntualmente le situazioni visive di Edward Hopper. Il colore risulta decisamente caratterizzante nei titoli di testa o di coda di Saul Bass (come per esempio nell’Uomo dal braccio d’oro, di Otto Preminger, o in Casino, di Martin Scorsese). Lo stesso accade nei film americani degli anni ’50, come Artisti e modelle, di Jerry Lewis; o in quelli d’animazione, come i disneyani Fantasia, del 1940 o Alice nel paese delle meraviglie, del 1951. Del pari, lo scenografo Dante Ferretti colloca alcune scene dell’Età dell’innocenza (di Scorsese) in ambienti tinteggiati in Patent yellow (o giallo Turner), situando (anacronisticamente, in un racconto ambientato nella New York del 1870) il dipinto l’Arte, le carezze e la Sfinge, che Khoppf dipingerà solo nel 1896.

Arte e Teorie del colore nel cinema fra Europa e America / Marotta, Anna. - ELETTRONICO. - (2013), pp. 678-688. (Intervento presentato al convegno IX Conferenza 2013 del Gruppo del Colore tenutosi a Firenze nel 18-20 settembre 2013).

Arte e Teorie del colore nel cinema fra Europa e America

MAROTTA, Anna
2013

Abstract

“I used to be color blind” recita una canzone di Fred Astaire nel film Girandola (che era stato progettato a colori) nel 1938, cioè pochi anni dopo l’emigrazione di Josef Albers (autore di Interazione del colore) dal Bauhaus all’americana Black Mountain University. Se Maurice Merleau Ponty riprende tali tematiche, paradossalmente Rudolph Arnheim (pure autore di una sua teoria del colore) nega l’espressività poetica del colore (ritenuto un “ibrido”di mezzi) nel suo testo Film come arte, del 1933, ripreso nel 1960. Per non citare cromatismi e silhouettes di Via col vento (1940), non a caso Il ritratto di Jennie (1949) - da William Dieterle realizzato in bianco e nero - prevedeva simbolicamente sequenze virate in diversi colori e un finale in technicolor. E quale può essere il riscontro reale (ad esempio) per la coppia diametrale armonica goethiana di giallo e blu, che Michel Curtiz sceglie nel 1946 per il film Notte e dì, sulla vita di Cole Porter? Coppia armonica ritrovata peraltro in Traffic con Michel Douglas, in cui il giallo indica la solarità messicana e il blu indica l’intellettualità di Filadelfia. Sotto il profilo della cultura d’arte e del colore, Vincente Minnelli riporta risultati esemplari in opere come Un americano a Parigi, attraverso la citazione di autori quali Renoir, Van Gogh, Dufy,Toulouse Lautrec, Utrillo, Rousseau, Picasso, e altri, mentre Alfred Hitchcock cita il gestaltico effetto Match in Vertigo, spingendosi inoltre a riproporre puntualmente le situazioni visive di Edward Hopper. Il colore risulta decisamente caratterizzante nei titoli di testa o di coda di Saul Bass (come per esempio nell’Uomo dal braccio d’oro, di Otto Preminger, o in Casino, di Martin Scorsese). Lo stesso accade nei film americani degli anni ’50, come Artisti e modelle, di Jerry Lewis; o in quelli d’animazione, come i disneyani Fantasia, del 1940 o Alice nel paese delle meraviglie, del 1951. Del pari, lo scenografo Dante Ferretti colloca alcune scene dell’Età dell’innocenza (di Scorsese) in ambienti tinteggiati in Patent yellow (o giallo Turner), situando (anacronisticamente, in un racconto ambientato nella New York del 1870) il dipinto l’Arte, le carezze e la Sfinge, che Khoppf dipingerà solo nel 1896.
2013
9788838762413
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