Si tratta della discussione pubblica ed esposizione degli esiti dei lavori progettuali degli studenti dell'atelier "Costruire nel costruito" del corso di laurea interfacoltà di Architettura sul tema del recupero e rivitalizzazione degli spazi destinati a funzione scolastica. La città europea ha concluso la sua fase di espansione: il processo è ora prevalentemente rivolto alla rigenerazione delle sue aree interne, ai grandi vuoti, alla centralità dello spazio pubblico, al rafforzamento delle identità urbane, alla cura del patrimonio di edifici e di territorio; questo processo produce interventi architettonici anche minuti ma attenti e sensibili alle loro complesse interazioni tecniche, sociali, culturali; progetti che stabiliscono relazioni fitte tra l’esistente e il nuovo, mediazioni, inclusioni, contaminazioni, piuttosto che proiettarsi verso una trasformazione radicale. Il progetto che reinterpreta e attribuisce nuovo senso funzionale ed espressivo ad un manufatto esistente (assumendo diverse figure concettuali quali "riciclo", "re-styling", "addiction", "infill", "sostituzione") trova esempi ricorrenti, spesso colti e raffinati, che testimoniano la necessità di un dialogo tra nuovo ed esistente, di integrazione tra settori disciplinari e operativi, di uno sforzo creativo che rinnovi pratiche e linguaggi consolidati nell’architettura contemporanea. Esigenze di nuova organizzazione spaziale e distributiva tramite accorpamenti, ampliamenti, demolizioni parziali e relative sostituzioni (a seguito degli ultimi provvedimenti di riforma scolastica), retrofit dell’involucro edilizio esistente (in risposta alle recenti direttive europee sull’incremento dell’efficienza energetica negli edifici pubblici), ripensamento dei cortili esterni come aree da porre a sistema con gli spazi aperti di fruizione collettiva circostante (in relazione al consolidarsi di pratiche di rigenerazione urbana): si tratta di tre questioni spesso affrontate con logiche settoriali e disgiunte. L’atelier si è proposto di indagare sul tema dell’architettura della scuola attraverso esplorazioni progettuali condotte - invece - proprio nella intersezione tra le tematiche accennate, a partire dalla convinzione che questa trasversalità possa determinare il valore scientifico e didattico di un approccio trans-disciplinare e trans-scalare nell’operare sul costruito esistente. Sono stati scelti tre casi studio realmente oggetto di interesse progettuale da parte degli enti competenti, rappresentativi di tre situazioni differenti a scala edilizia e micro-urbana. L’ipotesi di lavoro è stata la conferma della destinazione ad uso scolastico e la integrazione con nuove funzioni compatibili, in grado di allargare l’utenza ai residenti del quartiere: nuovi volumi ad uso sportivo, espositivo e di intrattenimento (ipogei, in elevazione, come completamento di cortine) determinano l’innesco di un processo di rivitalizzazione che parte dagli spazi connettivi sul lotto di riferimento e si innerva sull’intorno. Il lavoro è stato condotto in stretta sinergia con gli enti locali competenti in materia di edilizia scolastica. La discussione nell'ambito dell'esposizione ha restituito anche il loro punto di vista sui lavori progettuali svolti.

Sharing Schoolyard Sharing. Interventi minuti nella città compatta. Il caso dei complessi edilizi scolastici / Mazzotta, Alessandro; Lattes, Franco; Ariolfo, Ilaria. - (2012).

Sharing Schoolyard Sharing. Interventi minuti nella città compatta. Il caso dei complessi edilizi scolastici

MAZZOTTA, ALESSANDRO;LATTES, Franco;ARIOLFO, ILARIA
2012

Abstract

Si tratta della discussione pubblica ed esposizione degli esiti dei lavori progettuali degli studenti dell'atelier "Costruire nel costruito" del corso di laurea interfacoltà di Architettura sul tema del recupero e rivitalizzazione degli spazi destinati a funzione scolastica. La città europea ha concluso la sua fase di espansione: il processo è ora prevalentemente rivolto alla rigenerazione delle sue aree interne, ai grandi vuoti, alla centralità dello spazio pubblico, al rafforzamento delle identità urbane, alla cura del patrimonio di edifici e di territorio; questo processo produce interventi architettonici anche minuti ma attenti e sensibili alle loro complesse interazioni tecniche, sociali, culturali; progetti che stabiliscono relazioni fitte tra l’esistente e il nuovo, mediazioni, inclusioni, contaminazioni, piuttosto che proiettarsi verso una trasformazione radicale. Il progetto che reinterpreta e attribuisce nuovo senso funzionale ed espressivo ad un manufatto esistente (assumendo diverse figure concettuali quali "riciclo", "re-styling", "addiction", "infill", "sostituzione") trova esempi ricorrenti, spesso colti e raffinati, che testimoniano la necessità di un dialogo tra nuovo ed esistente, di integrazione tra settori disciplinari e operativi, di uno sforzo creativo che rinnovi pratiche e linguaggi consolidati nell’architettura contemporanea. Esigenze di nuova organizzazione spaziale e distributiva tramite accorpamenti, ampliamenti, demolizioni parziali e relative sostituzioni (a seguito degli ultimi provvedimenti di riforma scolastica), retrofit dell’involucro edilizio esistente (in risposta alle recenti direttive europee sull’incremento dell’efficienza energetica negli edifici pubblici), ripensamento dei cortili esterni come aree da porre a sistema con gli spazi aperti di fruizione collettiva circostante (in relazione al consolidarsi di pratiche di rigenerazione urbana): si tratta di tre questioni spesso affrontate con logiche settoriali e disgiunte. L’atelier si è proposto di indagare sul tema dell’architettura della scuola attraverso esplorazioni progettuali condotte - invece - proprio nella intersezione tra le tematiche accennate, a partire dalla convinzione che questa trasversalità possa determinare il valore scientifico e didattico di un approccio trans-disciplinare e trans-scalare nell’operare sul costruito esistente. Sono stati scelti tre casi studio realmente oggetto di interesse progettuale da parte degli enti competenti, rappresentativi di tre situazioni differenti a scala edilizia e micro-urbana. L’ipotesi di lavoro è stata la conferma della destinazione ad uso scolastico e la integrazione con nuove funzioni compatibili, in grado di allargare l’utenza ai residenti del quartiere: nuovi volumi ad uso sportivo, espositivo e di intrattenimento (ipogei, in elevazione, come completamento di cortine) determinano l’innesco di un processo di rivitalizzazione che parte dagli spazi connettivi sul lotto di riferimento e si innerva sull’intorno. Il lavoro è stato condotto in stretta sinergia con gli enti locali competenti in materia di edilizia scolastica. La discussione nell'ambito dell'esposizione ha restituito anche il loro punto di vista sui lavori progettuali svolti.
2012
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