Intervenire su un sito che, formatosi attorno al Sacro Monte di San Carlo in Arona (il cui progetto risale ai primi anni del Seicento), ha visto l’interesse focalizzarsi sul solo Colosso come attrazione fieristica del fuori scala, porta a pensare se questo non sia uno di quei “casi” di rogersiana memoria dove l’inserimento progettuale nelle preesistenze ambientali renda possibile non solo la salvaguardia, ma anche una necessaria rivalutazione. Questo di Arona, è il Sacro Monte di Federico, che intrattiene rapporti con Galileo, con gli artisti romani, con l’Accademia di San Luca, e che in Lombardia promuove quell’agiografia militante e comportamentale del cugino Carlo, attraverso il rilancio di quella sua linea figurativa di cui si erano fatti interpreti Gaudenzio Ferrari, il Moretto, Lorenzo Lotto e architetti come il Pellegrini, il Cerano, fino a dispiegarla per grandi figure e accese campiture di colore nella serie dei Quadroni del Duomo, oggi unica testimonianza animata del “gran teatro” di statue viventi che avrebbe dovuto popolare le 15 cappelle del Sacro Monte di Arona. Da un lato sussiste il forte legame con Milano anche nel sottolinearne i tratti del “cantiere” di architettura, pittura e scultura; dall’altro vi è la ricerca di “piemontesità” percepibile in quel rapporto così intenso con il territorio, nella particolare posizione di affaccio su un lago, il Verbano, che diventa fondale scenico di quel teatro in figura che il Sacro Monte rappresenta. Il progetto di “Completamento del Sacro Monte di San Carlo in Arona” e di una sua rivalutazione legata alla vicina Rocca e al borgo stesso (coinvolgendo anche la vicina cava Fogliotti ripensata quale sede di una Scuola del paesaggio e collegata attraverso percorsi in quota ad una Borsa-mercato dei fiori) conferma la tradizione mercantile di Arona, piazza di scambi e di commerci e via di comunicazione naturale tra Pianura Padana e Oltralpe.

Completamento del Sacro Monte di San Carlo in Arona / Canella, Gentucca; Foppiano, A. - In: Quaderni del Dipartimento di Progettazione dell'Architettura del Politecnico di Milano / Monestiroli A., Canella G., Bonaretti P., Bordogna C., Consonni G., Semino G.P., Viganò V., e altri. - STAMPA. - Milano : Città Studi Edizioni, 1994. - ISBN 8825100973. - pp. 78-83

Completamento del Sacro Monte di San Carlo in Arona

CANELLA, GENTUCCA;
1994

Abstract

Intervenire su un sito che, formatosi attorno al Sacro Monte di San Carlo in Arona (il cui progetto risale ai primi anni del Seicento), ha visto l’interesse focalizzarsi sul solo Colosso come attrazione fieristica del fuori scala, porta a pensare se questo non sia uno di quei “casi” di rogersiana memoria dove l’inserimento progettuale nelle preesistenze ambientali renda possibile non solo la salvaguardia, ma anche una necessaria rivalutazione. Questo di Arona, è il Sacro Monte di Federico, che intrattiene rapporti con Galileo, con gli artisti romani, con l’Accademia di San Luca, e che in Lombardia promuove quell’agiografia militante e comportamentale del cugino Carlo, attraverso il rilancio di quella sua linea figurativa di cui si erano fatti interpreti Gaudenzio Ferrari, il Moretto, Lorenzo Lotto e architetti come il Pellegrini, il Cerano, fino a dispiegarla per grandi figure e accese campiture di colore nella serie dei Quadroni del Duomo, oggi unica testimonianza animata del “gran teatro” di statue viventi che avrebbe dovuto popolare le 15 cappelle del Sacro Monte di Arona. Da un lato sussiste il forte legame con Milano anche nel sottolinearne i tratti del “cantiere” di architettura, pittura e scultura; dall’altro vi è la ricerca di “piemontesità” percepibile in quel rapporto così intenso con il territorio, nella particolare posizione di affaccio su un lago, il Verbano, che diventa fondale scenico di quel teatro in figura che il Sacro Monte rappresenta. Il progetto di “Completamento del Sacro Monte di San Carlo in Arona” e di una sua rivalutazione legata alla vicina Rocca e al borgo stesso (coinvolgendo anche la vicina cava Fogliotti ripensata quale sede di una Scuola del paesaggio e collegata attraverso percorsi in quota ad una Borsa-mercato dei fiori) conferma la tradizione mercantile di Arona, piazza di scambi e di commerci e via di comunicazione naturale tra Pianura Padana e Oltralpe.
1994
8825100973
Quaderni del Dipartimento di Progettazione dell'Architettura del Politecnico di Milano
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