Il governo finanziario dell'impresa è tema antico, come non può non essere se l'equilibrio finanziario rappresenta una delle principali condizioni di sopravvivenza e di successo delle imprese. Nell'ambito delle discipline economico-aziendali pertanto è uno degli argomenti più frequentati e dibattuti, che come pochi altri ha richiamato l'attenzione degli studiosi più autorevoli a livello internazionale. Se si pensa ad esempio alla ancora giovane storia dei premi Nobel per l'economia, si può rilevare che tra i pochi studiosi d'impresa che hanno ricevuto questo ambito riconoscimento si ritrovano (fanno eccezione H.Simon e W.Coase) quasi esclusivamente esperti di "cose finanziarie": F.Modigliani, H.M.Markowitz, J.Tobin, W.F.Sharpe, M.Scholes, etc. Ma un'altra caratteristica peculiare della questione finanziaria è quella di coinvolgere studiosi di diverse discipline: aziendalisti, economisti, matematici, statistici, esperti di mercati ed istituzioni finanziarie, di scienza delle finanze ed economia pubblica, e cosi via Se si considera la straordinaria ricchezza di contributi che è venuta cosi ad accumularsi. non può non stupire la sensazione di grande indeterminatezza che ancora aleggia intorno alle domande fondamentali a cui la finanza d'impresa è chiamata a rispondere: qual è la struttura finanziaria ottimale per un'impresa? qual è la politica dei dividendi economicamente più conveniente? etc. Questa persistente indeterminatezza è dimostrata da un lato dal contrasto di opinioni che permane e dalla stessa insicurezza che in piena e apprezzabile umiltà gli studiosi più autorevoli ammettono in merito a domande come quelle indicate e dall'altro dalla persistente criticità del problema finanziario nelle imprese, nelle quali accade di imbattersi sistematicamente in incertezze ed errori spesso clamorosi, alla cui origine non può che trovarsi anche la mancanza di punti di riferimento sufficientemente sicuri e consolidati. Tale stato di cose è il segno di quanto il problema finanziario sia ostico e complesso, sovraccarico di variabili al punto da rendere estremamente difficile esprimere modelli che conducano a soluzioni convincenti e rigorose, che siano anche comprensibili e praticabili.

Strategie finanziarie e valore d'impresa / Guelfi, Silvano. - STAMPA. - 1:(1997), pp. 1-321.

Strategie finanziarie e valore d'impresa

GUELFI, SILVANO
1997

Abstract

Il governo finanziario dell'impresa è tema antico, come non può non essere se l'equilibrio finanziario rappresenta una delle principali condizioni di sopravvivenza e di successo delle imprese. Nell'ambito delle discipline economico-aziendali pertanto è uno degli argomenti più frequentati e dibattuti, che come pochi altri ha richiamato l'attenzione degli studiosi più autorevoli a livello internazionale. Se si pensa ad esempio alla ancora giovane storia dei premi Nobel per l'economia, si può rilevare che tra i pochi studiosi d'impresa che hanno ricevuto questo ambito riconoscimento si ritrovano (fanno eccezione H.Simon e W.Coase) quasi esclusivamente esperti di "cose finanziarie": F.Modigliani, H.M.Markowitz, J.Tobin, W.F.Sharpe, M.Scholes, etc. Ma un'altra caratteristica peculiare della questione finanziaria è quella di coinvolgere studiosi di diverse discipline: aziendalisti, economisti, matematici, statistici, esperti di mercati ed istituzioni finanziarie, di scienza delle finanze ed economia pubblica, e cosi via Se si considera la straordinaria ricchezza di contributi che è venuta cosi ad accumularsi. non può non stupire la sensazione di grande indeterminatezza che ancora aleggia intorno alle domande fondamentali a cui la finanza d'impresa è chiamata a rispondere: qual è la struttura finanziaria ottimale per un'impresa? qual è la politica dei dividendi economicamente più conveniente? etc. Questa persistente indeterminatezza è dimostrata da un lato dal contrasto di opinioni che permane e dalla stessa insicurezza che in piena e apprezzabile umiltà gli studiosi più autorevoli ammettono in merito a domande come quelle indicate e dall'altro dalla persistente criticità del problema finanziario nelle imprese, nelle quali accade di imbattersi sistematicamente in incertezze ed errori spesso clamorosi, alla cui origine non può che trovarsi anche la mancanza di punti di riferimento sufficientemente sicuri e consolidati. Tale stato di cose è il segno di quanto il problema finanziario sia ostico e complesso, sovraccarico di variabili al punto da rendere estremamente difficile esprimere modelli che conducano a soluzioni convincenti e rigorose, che siano anche comprensibili e praticabili.
1997
8881070855
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