La tesi di dottorato è caratterizzata da una forte interdisciplinarietà e ha come obiettivo lo sviluppo di un approccio trasversale alla conservazione delle superfici intonacate in cui la conoscenza del materiale, delle risorse del territorio, delle tecniche costruttive e l’applicazione di innovazioni tecnologiche sono alcune delle diverse prospettive di un unico tema. Il Sacro Monte di Varallo Sesia (VC), è stato scelto come sito sperimentale della ricerca in virtù degli intonaci storici di grande pregio che caratterizzano il sito. Il presente lavoro è suddiviso in due macroaree sperimentali correlate. I possibili interventi sull’intonaco sono infatti commisurati alla dimensione microscopica e macroscopica del degrado. In questo senso, la sintesi di materiali ibridi per il consolidamento corticale e la formulazione di intonaci compatibili per la reintegrazione, tali da garantire i requisiti di compatibilità e stabilità nel tempo, costituiscono le due fasi sperimentali che caratterizzano la ricerca. La prima macro-area della tesi prevede la sintesi e la sperimentazione di nuovi materiali ibridi organici-inorganici per il consolidamento corticale degli intonaci e la loro protezione. In questi materiali, da poco applicati nel settore della conservazione dei materiali lapidei, si coniugano le capacità di adesione, di resistenza meccanica, di idrofobicità, proprie delle resine organiche con la maggiore compatibilità verso il supporto offerta dalla componente inorganica. Inoltre, nell’ottica di un progetto di conservazione sostenibile per l’uomo e per l’ambiente, i materiali utilizzati contengono una bassa quantità di solventi. Per lo stesso motivo, è stata sperimentata anche una metodologia di polimerizzazione via redox che consente di reticolare in situ il polimero senza l’uso di ammine. Nella seconda macro-area l’attenzione è rivolta alle problematiche inerenti i degradi di tipo macroscopico e alla necessità di reintegrazione delle lacune. Sulla base delle conoscenze acquisite nella fase di analisi, sono state ricercate delle soluzioni percorribili rispetto alla complessità del palinsesto architettonico oggetto d’esame. In particolare è necessario che l’intervento sia coerente con il contesto non solo in termini materici, ma anche rispetto al contesto socio economico e culturale e capace di rispettare l’immagine consolidata del bene che, in questo caso, non può essere slegata dal forte significato devozionale. In un percorso di ricerca così strutturato, il progetto di conservazione compatibile e sostenibile si sviluppa nella sua multidimensionalità.

La conoscenza e il progetto di conservazione di alcuni intonaci storici del Sacro Monte di Varallo Sesia / Formia, Alessandra. - (2012).

La conoscenza e il progetto di conservazione di alcuni intonaci storici del Sacro Monte di Varallo Sesia.

FORMIA, ALESSANDRA
2012

Abstract

La tesi di dottorato è caratterizzata da una forte interdisciplinarietà e ha come obiettivo lo sviluppo di un approccio trasversale alla conservazione delle superfici intonacate in cui la conoscenza del materiale, delle risorse del territorio, delle tecniche costruttive e l’applicazione di innovazioni tecnologiche sono alcune delle diverse prospettive di un unico tema. Il Sacro Monte di Varallo Sesia (VC), è stato scelto come sito sperimentale della ricerca in virtù degli intonaci storici di grande pregio che caratterizzano il sito. Il presente lavoro è suddiviso in due macroaree sperimentali correlate. I possibili interventi sull’intonaco sono infatti commisurati alla dimensione microscopica e macroscopica del degrado. In questo senso, la sintesi di materiali ibridi per il consolidamento corticale e la formulazione di intonaci compatibili per la reintegrazione, tali da garantire i requisiti di compatibilità e stabilità nel tempo, costituiscono le due fasi sperimentali che caratterizzano la ricerca. La prima macro-area della tesi prevede la sintesi e la sperimentazione di nuovi materiali ibridi organici-inorganici per il consolidamento corticale degli intonaci e la loro protezione. In questi materiali, da poco applicati nel settore della conservazione dei materiali lapidei, si coniugano le capacità di adesione, di resistenza meccanica, di idrofobicità, proprie delle resine organiche con la maggiore compatibilità verso il supporto offerta dalla componente inorganica. Inoltre, nell’ottica di un progetto di conservazione sostenibile per l’uomo e per l’ambiente, i materiali utilizzati contengono una bassa quantità di solventi. Per lo stesso motivo, è stata sperimentata anche una metodologia di polimerizzazione via redox che consente di reticolare in situ il polimero senza l’uso di ammine. Nella seconda macro-area l’attenzione è rivolta alle problematiche inerenti i degradi di tipo macroscopico e alla necessità di reintegrazione delle lacune. Sulla base delle conoscenze acquisite nella fase di analisi, sono state ricercate delle soluzioni percorribili rispetto alla complessità del palinsesto architettonico oggetto d’esame. In particolare è necessario che l’intervento sia coerente con il contesto non solo in termini materici, ma anche rispetto al contesto socio economico e culturale e capace di rispettare l’immagine consolidata del bene che, in questo caso, non può essere slegata dal forte significato devozionale. In un percorso di ricerca così strutturato, il progetto di conservazione compatibile e sostenibile si sviluppa nella sua multidimensionalità.
2012
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