La Comunità Europea con il Regolamento CE n.761/2001 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 marzo 2001 ha proposto lo schema di ecogestione ed audit denominato EMAS come nuovo strumento operativo per perseguire le politiche comunitarie indirizzate alla tutela ed alla salvaguardia dell'ambiente ed allo sviluppo sostenibile. Al Regolamento EMAS può aderire volontariamente qualsiasi organizzazione che intenda valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali e fornire al pubblico ed a tutti i soggetti interessati, con un approccio di trasparenza e collaborazione, informazioni pertinenti e convalidate. Il Regolamento EMAS, ideato in prima istanza per l’esclusiva applicazione al solo comparto industriale (Reg. CE n.1836/93), può dal 2001 essere esteso, in analogia al campo di applicazione della norma internazionale ISO 14001, anche in ambito territoriale: se nel primo caso la finalità principale consisteva nel valutare, prevenire e mitigare le ricadute ambientali di processi produttivi spesso impattanti, nel caso di un Ente che ha compiti di gestione e pianificazione del territorio (Comuni, Enti Parco, Comunità Montane, etc.) l’adesione ad EMAS significa invece dotarsi di adeguati elementi e strumenti conoscitivi ed organizzativi per ottimizzare e controllare le attività che possono avere influenze dirette od indirette sull’ambiente e, grazie al coinvolgimento di tutti i soggetti, istituzionali e non, aventi competenze o interessi sul territorio, per perseguire la tutela delle risorse naturali e delle componenti ambientali maggiormente sensibili compatibilmente con le attività antropiche e lo sviluppo socioeconomico locale. Un tale approccio appare particolarmente valido per gli Enti gestori delle aree naturali protette i quali, d’altronde, sono invitati dall’articolo 1 delle Legge n.394 del 6 dicembre 1991 (Legge quadro sulle aree protette) ad applicare “metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare un'integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali”. La prima esperienza in Europa in tal senso è stata condotta nell’ambito di un innovativo progetto di ricerca svolto dal Settore Ecologia Applicata del Politecnico di Torino che ha consentito l’implementazione di un sistema di gestione ambientale presso il Parco Naturale del Mont Avic (AO), che nel maggio 2003 è divenuto il primo Ente Parco a livello comunitario ad aver conseguito la registrazione EMAS. In ambito italiano si sono successivamente registrati EMAS nel 2004 il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e la Riserva Naturale Marina di Miramare, nel 2006 il Parco Naturale Adamello Brenta ed il Parco Fluviale del Po e dell'Orba ed infine, nel 2007 la Riserva Naturale Monte Rumeno ed il Parco Nazionale del Gargano. Nell’ambito del Progetto LIFE TRELAGHI si è proceduto alla progettazione ed attuazione di un sistema di gestione ambientale conforme ai requisiti del Regolamento EMAS e della norma ISO 14001 presso il Parco naturale di interesse provinciale del Lago di Candia e del Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) Lago di Endine. Tale attività riveste un particolare interesse in quanto si tratta di aree protette caratterizzate da forme di gestione particolari e sinora mai considerate per quanto all’applicazione di sistemi di gestione ambientale (il Lago di Candia è stato la prima esperienza pilota di parco provinciale in Italia, mentre i PLIS rappresentano una nuova forma di gestione sviluppata in Regione Lombardia e basata su una Convenzione tra più Comuni), ed anche per l’oggetto fondamentale della tutela operata dai due enti, ossia i bacini lacustri di Candia ed Endine. Di seguito vengono sinteticamente discussi i principali aspetti metodologici ed applicativi sviluppati nell’ambito dell’analisi dei due casi studio in esame.

La registrazione EMAS del Parco naturale di interesse provinciale del Lago di Candia e del Parco Locale di Interesse Sovracomunale Lago di Endine / Quaglino, Alberto; Comoglio, Claudio; Botta, Serena; Nota, Alessandro; Torchia, Andrea. - In: GEAM. GEOINGEGNERIA AMBIENTALE E MINERARIA. - ISSN 1121-9041. - STAMPA. - 1:(2007), pp. 95-104.

La registrazione EMAS del Parco naturale di interesse provinciale del Lago di Candia e del Parco Locale di Interesse Sovracomunale Lago di Endine

QUAGLINO, Alberto;COMOGLIO, Claudio;BOTTA, SERENA;NOTA, ALESSANDRO;TORCHIA, ANDREA
2007

Abstract

La Comunità Europea con il Regolamento CE n.761/2001 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 marzo 2001 ha proposto lo schema di ecogestione ed audit denominato EMAS come nuovo strumento operativo per perseguire le politiche comunitarie indirizzate alla tutela ed alla salvaguardia dell'ambiente ed allo sviluppo sostenibile. Al Regolamento EMAS può aderire volontariamente qualsiasi organizzazione che intenda valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali e fornire al pubblico ed a tutti i soggetti interessati, con un approccio di trasparenza e collaborazione, informazioni pertinenti e convalidate. Il Regolamento EMAS, ideato in prima istanza per l’esclusiva applicazione al solo comparto industriale (Reg. CE n.1836/93), può dal 2001 essere esteso, in analogia al campo di applicazione della norma internazionale ISO 14001, anche in ambito territoriale: se nel primo caso la finalità principale consisteva nel valutare, prevenire e mitigare le ricadute ambientali di processi produttivi spesso impattanti, nel caso di un Ente che ha compiti di gestione e pianificazione del territorio (Comuni, Enti Parco, Comunità Montane, etc.) l’adesione ad EMAS significa invece dotarsi di adeguati elementi e strumenti conoscitivi ed organizzativi per ottimizzare e controllare le attività che possono avere influenze dirette od indirette sull’ambiente e, grazie al coinvolgimento di tutti i soggetti, istituzionali e non, aventi competenze o interessi sul territorio, per perseguire la tutela delle risorse naturali e delle componenti ambientali maggiormente sensibili compatibilmente con le attività antropiche e lo sviluppo socioeconomico locale. Un tale approccio appare particolarmente valido per gli Enti gestori delle aree naturali protette i quali, d’altronde, sono invitati dall’articolo 1 delle Legge n.394 del 6 dicembre 1991 (Legge quadro sulle aree protette) ad applicare “metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare un'integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali”. La prima esperienza in Europa in tal senso è stata condotta nell’ambito di un innovativo progetto di ricerca svolto dal Settore Ecologia Applicata del Politecnico di Torino che ha consentito l’implementazione di un sistema di gestione ambientale presso il Parco Naturale del Mont Avic (AO), che nel maggio 2003 è divenuto il primo Ente Parco a livello comunitario ad aver conseguito la registrazione EMAS. In ambito italiano si sono successivamente registrati EMAS nel 2004 il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e la Riserva Naturale Marina di Miramare, nel 2006 il Parco Naturale Adamello Brenta ed il Parco Fluviale del Po e dell'Orba ed infine, nel 2007 la Riserva Naturale Monte Rumeno ed il Parco Nazionale del Gargano. Nell’ambito del Progetto LIFE TRELAGHI si è proceduto alla progettazione ed attuazione di un sistema di gestione ambientale conforme ai requisiti del Regolamento EMAS e della norma ISO 14001 presso il Parco naturale di interesse provinciale del Lago di Candia e del Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) Lago di Endine. Tale attività riveste un particolare interesse in quanto si tratta di aree protette caratterizzate da forme di gestione particolari e sinora mai considerate per quanto all’applicazione di sistemi di gestione ambientale (il Lago di Candia è stato la prima esperienza pilota di parco provinciale in Italia, mentre i PLIS rappresentano una nuova forma di gestione sviluppata in Regione Lombardia e basata su una Convenzione tra più Comuni), ed anche per l’oggetto fondamentale della tutela operata dai due enti, ossia i bacini lacustri di Candia ed Endine. Di seguito vengono sinteticamente discussi i principali aspetti metodologici ed applicativi sviluppati nell’ambito dell’analisi dei due casi studio in esame.
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