La costruzione di un palazzo barocco quale ostensione del potere di una famiglia. Un esempio architettura barocca in rapporto con la ristrutturazione del tessuto urbano. All’interno di un panorama omogeneo, il cantiere di palazzo Ghilini si discosta per dimensioni, lessico architettonico, maestranze e architetti coinvolti. Inoltre, il palazzo testimonia la costante ricerca da parte della famiglia della propria affermazione sociale. Le vicende architettoniche, e ancora prima la lenta acquisizione (durata quasi un secolo) di lotti contigui in affaccio sulla antica platea major, attraversano senza soluzione di continuità il XVII e la prima metà del secolo successivo inserendosi in un momento storico e politico di transizione per l’Alessandrino: il passaggio dal governo spagnolo al regno sardo e la conseguente metamorfosi da cittadina di minore importanza nell’orbita milanese, a seconda città del regno sardo. Il passaggio di Alessandria e dei territori annessi dai possedimenti spagnoli al regno sabaudo non segna per la famiglia Ghilini uno stravolgimento della situazione economica. L’autorevolezza della famiglia supera indenne il sovvertimento politico: nobili di prestigio accreditati presso il governo milanese, fiancheggiatori dei Savoia nel decennio pre-Utrecht, fedeli cortigiani di Vittorio Amedeo II, vedono il proprio potere economico consolidarsi con gli anni. Il cantiere di palazzo Ghilini ben presto si trasformerà ad Alessandria, seconda città del regno, in un’occasione formativa e professionalizzante per maestranze e capi-mastri locali, di entrare in contatto con la cultura architettonica di più ampi riferimenti.

La costruzione di una nuova identità, / Dameri, Annalisa. - In: ARTE LOMBARDA. - ISSN 0004-3443. - STAMPA. - (2005), pp. 19-23.

La costruzione di una nuova identità,

DAMERI, Annalisa
2005

Abstract

La costruzione di un palazzo barocco quale ostensione del potere di una famiglia. Un esempio architettura barocca in rapporto con la ristrutturazione del tessuto urbano. All’interno di un panorama omogeneo, il cantiere di palazzo Ghilini si discosta per dimensioni, lessico architettonico, maestranze e architetti coinvolti. Inoltre, il palazzo testimonia la costante ricerca da parte della famiglia della propria affermazione sociale. Le vicende architettoniche, e ancora prima la lenta acquisizione (durata quasi un secolo) di lotti contigui in affaccio sulla antica platea major, attraversano senza soluzione di continuità il XVII e la prima metà del secolo successivo inserendosi in un momento storico e politico di transizione per l’Alessandrino: il passaggio dal governo spagnolo al regno sardo e la conseguente metamorfosi da cittadina di minore importanza nell’orbita milanese, a seconda città del regno sardo. Il passaggio di Alessandria e dei territori annessi dai possedimenti spagnoli al regno sabaudo non segna per la famiglia Ghilini uno stravolgimento della situazione economica. L’autorevolezza della famiglia supera indenne il sovvertimento politico: nobili di prestigio accreditati presso il governo milanese, fiancheggiatori dei Savoia nel decennio pre-Utrecht, fedeli cortigiani di Vittorio Amedeo II, vedono il proprio potere economico consolidarsi con gli anni. Il cantiere di palazzo Ghilini ben presto si trasformerà ad Alessandria, seconda città del regno, in un’occasione formativa e professionalizzante per maestranze e capi-mastri locali, di entrare in contatto con la cultura architettonica di più ampi riferimenti.
2005
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/1399533
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo